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Jazz Eyes, 2006
The Kevin Hays Trio
For Heaven's Sake


1. Sonny Moon For Two (S. Rollins) - 8:13
2. For Heaven's Sake (Meyer-Bretton-Edwards) - 8:00
3. Lady Day (W. Shorter) - 7:16
4. Beatrice (S. Rivers) - 5:42
5. Beautiful Love (V. Young) - 7:45
6. It Could Happen To You (Burke-Van Heusen) - 9:30
7. If Ever I Would Leave You (Lerner-Loewe) - 7:05
8. Caravan (D. Ellington) - 8:08

Kevin Hays - pianoforte
Doug Weiss - contrabbasso
Bill Stewart - batteria



Siculiana srl
via Ammiraglio Rizzo, 39
90142 Palermo
email: pressoffice@musiceyes.com
web: www.musiceyes.com




Non si tratta dell'ennesimo cd di soli standard in cui un jazzista si rifugia in un periodo di crisi d'ispirazione. Tale è la dovuta premessa a For Heaven's Sake di Kevin Hays in trio. Sembra piuttosto la tappa obbligata che un affermato jazzista deve sostenere per potersi effettivamente consacrare rispetto a una tradizione che, lo si voglia o no, esige un confronto. Dopo aver suonato con gente del calibro di Sonny Rollins, Benny Golson, Ron Carter, Joe Henderson, Roy Haynes, John Scofield, Donald Harrison, Chris Potter, Al Foster, Buster Williams, Art Farmer e dopo aver inciso tre album molto apprezzati con la Blue Note, Kevin Hays è già un pianista di fama internazionale. Ecco, dunque, che giunge l'incisione di For Heaven's Sake, il suo cd esclusivamente di standard. Ed è senz'altro da mettere positivamente in evidenza che è un'etichetta italiana, la Jazz Eyes, a produrlo.

Che For Heaven's Sake non sia semplicemente un'incisione d'occasione sono più aspetti a dimostrarlo: Hays si affida alla consueta sezione ritmica, oltre che a due musicisti d'indiscutibile caratura: Doug Weiss al contrabbasso e Bill Stewart alla batteria; la scelta degli standard è troppo particolare per non essere stata ben ponderata: di certo non mancano alcuni tra gli standard degli standard quali Beautiful Love, It Could Happen To You, If Ever I Would Leave You e Caravan, ma brani come Sonny Moon For Two di Sonny Rollins, Lady Day di Wayne Shorter e Beatrice di Sam Rivers non possono non indicare la volontà d'introdurre la propria storia jazzistica e la propria personalità nell'omaggio alla tradizione musicale afro-americana. L'ingresso stesso in For Heaven's Sake è spiazzante: un calibrato intro di solo piano dalle suggestioni colte, con l'inserimento di batteria e contrabbasso, si lascia trascinare nel ritmo trascinante di Sonny Moon For Two. Si tratta soltanto dell'inizio di un alternarsi lungo l'intero cd di esecuzioni raffinate e rispettose in stile mainstream e di interpretazioni estremamente personali e ricercate, come ad esempio accade per Beatrice che, pur non stonando con la ricerca melodica che caratterizza For Heaven's Sake, non perde nulla della sua vivace modernità.

Sorprendente è anche l'interpretazione di Caravan. Hays ne propone una versione meno canonica rispetto a quelle che ne evidenziano la facile e accattivante cantabilità del tema per riuscire invece a tenerla in sospeso tra swing e improvvisazione, evidenziandone il variegato spettro espressivo.

Per concludere, nell'ampio panorama delle riletture di standard jazz, For Heaven's Sake del Kevin Hays Trio emerge per l'armonioso equilibrio tra tradizione e innovazione, di cui il formato simil-vinile del cd ne è un'indovinata rappresentazione.
Dario Gentili per Jazzitalia







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Data pubblicazione: 14/10/2006

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