La definizione di "jazz" non è esattamente la più adatta a questo lavoro.
Non è certo un caso raro, visto che parlare di "generi" in senso stretto è sempre
più difficile, in un momento di globalizzazione in cui l'influenza reciproca e la
contaminazione tra culture musicali è fenomeno ormai incontenibile. In questa direzione
si muove questo disco, nel quale vengono sapientemente distillate suggestioni apparentemente
distanti, quali la musica brasiliana, il flamenco, echi di tango argentino, musica
gitana ed accenni al fado portoghese.
Una ispirazione comunque riconducibile ad una comune matrice ispano –
sudamericana fortemente influenzata da accenti mediterranei. L'ascolto di un brano
dal titolo programmatico come "Oriente Saudade",
fusione tra suoni orientali e musica brasiliana, spiega forse meglio di mille
parole i contenuti dell'album.
Protagonista assoluta è la chitarra, rigorosamente acustica di Massimiliano
Alloisio, che spazia senza remore tra accenti diversi, mantenendo comunque una
tensione lirica che si esalta nei brani più lenti e meditativi. Il chitarrista è
perfettamente a suo agio sia nelle quattro composizioni originali – "West
Coast"; "Oriente Saudade"; "Rio
Duende" e "Come il Vento" che da
il titolo all'album – che nella rivisitazione di brani altrui, che fanno riferimento
non solo alla tradizione popolare, ma anche a quella "colta" di autori come Antonio
Lauro, reinterpretato nelle Suite e nei Valzer Venezuelani.
Il ruolo di
Loris Stefanuto
alle percussioni, ben lungi dal limitarsi al solo accompagnamento ritmico, è quello
di interlocutore di pari livello rispetto al solista, sottolineando ogni diversa
sfumatura della musica, attraverso la cantabilità degli elementi percussivi che
viene esaltata dall'uso di marimbe e steel- drum, come nel già citato "Oriente
Saudade".
Il risultato finale è un lavoro rigoroso e omogeneo, cui manca solo un
pizzico di "appeal" e di coinvolgimento emotivo in più.
Scusate la metafora pugilistica, manca il colpo del k.o., cioè il brano
"definitivo" che, senza dover scendere a facili compromessi, possa catturare anche
l'ascoltatore meno esperto e dare visibilità a tutto l'album, così da scavalcare
la ristretta cerchia degli addetti ai lavori.
In conclusione un buon disco da consigliare soprattutto agli amanti della
chitarra acustica ed agli appassionati dei suoni mediterranei.
Roberto Biasco per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 03/11/2008
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