Jazzitalia - Massimiliano Alloisio – Loris Stefanuto: Come il Vento
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(Ultra-Sound Records - 2008)
Massimiliano Alloisio – Loris Stefanuto
Come il Vento


1. West Coast
2. Tango En Skai'
3. Allegro Solenne tratto da "La Catedral"
4. Romanza
5. Oriente Saudade
6. Valse Criollo, Valse Venezolano n° 3 – dai "Quatro Valses Venezolanos"
7. Rio Duende
8. Registro, Preludio dalla "Suite Venezolana"
9. Canarios
10. Valse Venezolano n° 2 – dai "Quatro Valses Venezolanos"
11. Sons de Carrilhoes
12. Come il Vento

Massimiliano Alloisio - chitarra
Loris Stefanuto - percussioni



La definizione di "jazz" non è esattamente la più adatta a questo lavoro. Non è certo un caso raro, visto che parlare di "generi" in senso stretto è sempre più difficile, in un momento di globalizzazione in cui l'influenza reciproca e la contaminazione tra culture musicali è fenomeno ormai incontenibile. In questa direzione si muove questo disco, nel quale vengono sapientemente distillate suggestioni apparentemente distanti, quali la musica brasiliana, il flamenco, echi di tango argentino, musica gitana ed accenni al fado portoghese.



U
na ispirazione comunque riconducibile ad una comune matrice ispano – sudamericana fortemente influenzata da accenti mediterranei. L'ascolto di un brano dal titolo programmatico come "Oriente Saudade", fusione tra suoni orientali e musica brasiliana, spiega forse meglio di mille parole i contenuti dell'album.

Protagonista assoluta è la chitarra, rigorosamente acustica di Massimiliano Alloisio, che spazia senza remore tra accenti diversi, mantenendo comunque una tensione lirica che si esalta nei brani più lenti e meditativi. Il chitarrista è perfettamente a suo agio sia nelle quattro composizioni originali – "West Coast"; "Oriente Saudade"; "Rio Duende" e "Come il Vento" che da il titolo all'album – che nella rivisitazione di brani altrui, che fanno riferimento non solo alla tradizione popolare, ma anche a quella "colta" di autori come Antonio Lauro, reinterpretato nelle Suite e nei Valzer Venezuelani.

Il ruolo di Loris Stefanuto alle percussioni, ben lungi dal limitarsi al solo accompagnamento ritmico, è quello di interlocutore di pari livello rispetto al solista, sottolineando ogni diversa sfumatura della musica, attraverso la cantabilità degli elementi percussivi che viene esaltata dall'uso di marimbe e steel- drum, come nel già citato "Oriente Saudade".

Il risultato finale è un lavoro rigoroso e omogeneo, cui manca solo un pizzico di "appeal" e di coinvolgimento emotivo in più.

Scusate la metafora pugilistica, manca il colpo del k.o., cioè il brano "definitivo" che, senza dover scendere a facili compromessi, possa catturare anche l'ascoltatore meno esperto e dare visibilità a tutto l'album, così da scavalcare la ristretta cerchia degli addetti ai lavori.

In conclusione un buon disco da consigliare soprattutto agli amanti della chitarra acustica ed agli appassionati dei suoni mediterranei.
Roberto Biasco per Jazzitalia







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Data pubblicazione: 03/11/2008

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