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Alfredo Ferrario
Clarinetti Italiani

1. Jersey Bounce
2. Local 802 Blues
3. Mood Indigo
4. Lullaby in rhythm
5. Anema e Core
6. Crazy rhythm
7. Pee wee blues
8. Ai lati
9. Just squeeze me
10. Air mail special
11. My melancholy baby
12. Someday's sweetheart

Musicisti "Resident":
Rossano Sportiello -
piano
Luciano Milanese - contrabbasso
Stefano Bagnoli - batteria
Sando Di Pisa - chitarra

Al clarinetto:
Alfredo Ferrario con:
- Gianni Sanjust (brani 5/6)
- Mauro Negri (brani 7/8)
- Gianni Basso (brani 3/9)
- Paolo Tomelleri (brani 2/4)
- Bepi D'amato (brani 1/3)
- Bruno Longhi (brani 10/12)
- Giampiero Compare (brano 11)

A rendere questo disco assai gradevole concorrono diverse variabili: la formazione variegata, caratterizzata dal peculiare e minuzioso apporto della band "resident"; il contributo di alcuni dei nomi più prestigiosi del clarinetto jazz italiano, con il loro giocoso "sfidarsi", alternandosi al leader; non ultima la scelta di composizioni di rara bellezza, pescando dodici ritratti dal repertorio di quel sano swing che fa battere il tempo con il piede. Questo è il mix vincente di Alfredo Ferrario.

Attingendo dall'eredità musicale che fu di D. Ellington, P.W. Russel, B. Goodman, T. Bradshaw, G. Shearing; Ferrario riesce, scomponendo e poi plasmando ogni brano, a riconsegnarlo sempre in maniera del tutto originale - come ad esempio in "Air Mail Special/Good Enough to Keep" - lasciandone intatto l'antico sapore. Incastonando, inoltre, una preziosa gemma tutta italiana con una pregevole rivisitazione di "Anema e core", oltre ad un brano originale del chitarrista Sandro Di Pisa dal titolo "Ai lati".

Tutto il disco è uno snocciolarsi di piacevolissime interpretazioni, restituendo una ricercata filigrana musicale fatta di swing, mood ma soprattutto passione. Per stessa ammissione di Alfredo, un disco con il quale intende ringraziare i clarinettisti jazz italiani, alcuni dei quali sono stati per lui fonte di ispirazione e forza. Questo amore per il clarinetto è tangibile in ogni esecuzione, eseguita con commovente pathos. Un disco emozionante, pur nella sua semplicità, intesa come scevra di alchemiche elucubrazioni musicali. Nessuna regola da scardinare o spumeggianti improvvisazioni. Musica pura - senza nessun archètipo - non vuole ragionevolmente offrire nulla di innovativo, fatta solo per essere condivisa, gradita, gustata ed infine apprezzata.

L'arte dei suoni di Alfredo Ferrario incarna una marcata allegrezza, già dalle prime note, senza comunque risultare mai scontata o banale. Un meritato bravo!
Franco Giustino per Jazzitalia







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Data pubblicazione: 10/05/2005

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