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The Bad Plus
Blunt Object, Live In Tokyo
Columbia, 2005
1. We Are The Champions (Live Album Version) 6:04
2. And Here We Test Our Powers Of Observation (Live Album Version) 4:09
3. Guilty (Live Album Version) 9:51
4. Do Your Sums-Die Like A Dog-Play For Home (Live Album Version) 5:13
5. Heart Of Glass (Live Album Version) 5:41
6. Flim (Live Album Version) 3:57
7. Silence Is The Question (Live Album Version) 13:11
8. My Funny Valentine (Excerpt - Live)
Registrato e mixato alla perfezione durante una serie di concerti al
Blue Note di
Tokyo nel maggio del 2004, ad eccezione dell'ultima
traccia, sempre live, ma incisa a New York, il CD mostra sia il bell'affiatamento
tra i musicisti che la professionalità dei singoli. La musica potrebbe essere definita
come un jazz d'avanguardia con influenze pop e rock. La scaletta è suddivisa equamente
tra brani originali e non. Cattura soprattutto il brano iniziale, ormai diffusissimo,
ogni qualvolta una squadra di calcio riesce ad aggiudicarsi un trofeo, sempre però
nella versione originale dei Queen. Il trio le conferisce, piacevolmente, una connotazione
più romantica, a tratti triste, con un inizio lentissimo e classicheggiante di solo
pianoforte che, da un possibile riferimento a Beethoven, vira verso un morbido blues.
Già l'essere riusciti a recuperare un brano entrato nel circuito commerciale è un
merito indiscutibile, innegabile, del trio. I brani originali, anche in questo caso,
vedono un'equa spartizione – due a testa- tra la scrittura del bassista e quella
del pianista. Del primo citiamo "Silence is the question", che inizia con
un intenso, melodico assolo di contrabbasso, al quale in seguito si accostano
timidamente il piano prima e la batteria poi. E' da ascoltare, perché si evolve
in una maniera inaspettata, rispetto alle premesse iniziali. Del pianista, ci
colpisce "Guilty",
che ha dapprima un andamento cameristico, per poi acquistarne uno bluesy, adatto
ad un thriller, impreziosito da un bel assolo di contrabbasso e da uno scarno
quanto efficace accompagnamento sulle pelli dei tamburi, togliendo la cordiera
del rullante. Il disco si conclude con un breve frammento – due minuti e mezzo -
di "My Funny Valentine", in cui un membro non identificato del trio, si esibisce in
un vocalismo spiazzante, quasi a voler gettare un colpo di spugna su quanti hanno
interpretato, in maniera più o meno accorata, il celebre standard di Richard Rodgers
e Lorenz Hart. Due parole sulla copertina, che fotografa in primo piano un impiegato
giapponese, vestito con colori scuri in giacca e cravatta, valigetta nera al suo
fianco, stanco e appisolato, seduto accanto alla porta d'uscita di uno dei numerosissimi
treni del trasporto locale di Tokyo, al termine di una faticosa giornata lavorativa.
Complimenti all'autore e alla scelta del soggetto, che riesce a spiegare, più di
un saggio scritto, parte della realtà giapponese.
Giovanni Greto per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 13/02/2012
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