Capitolo I L'evoluzione stilistica di Lennie Tristano 1.4 Le sperimentazioni tecnologiche di Pierpaolo Principato
Nella sua incessante esigenza di sperimentazione Tristano apre ancora un capitolo
importante della sua carriera e questa volta lo fa utilizzando la tecnica del multitracking,
registrando nel 1951, con questo ausilio tecnologico,
due brani per la sua neonata etichetta discografica, la "Jazz records". I
brani in questione sono "Ju ju" e "Pastime" nei quali si avvale della
collaborazione di Peter Ind al contrabbasso e Roy Haynes alla batteria.
Tristano vi sovraincide due pianoforti spostando la sua attenzione dalla verticalità
armonica alla piena orizzontalità, alla polifonia, e quest'ultima non tanto più
intesa in senso contrappuntistico ma di pura convivenza di due linee improvvisate
indipendenti che in alcuni momenti convivono pacificamente ed in altri danno luogo
ad urti e contrasti dall'effetto politonale. Forse Tristano dà uno sguardo indietro
ed uno avanti, pensando alla polifonia improvvisata della musica di N. Orleans intesa
in una chiave decisamente moderna e d'avanguardia.
Le registrazioni avranno una ristrettissima diffusione
e quindi pochi sapranno di questo esperimento del pianista.
Più avanti, nel 1953, Tristano sperimenterà
ancora la multiregistrazione in un altro capolavoro registrato nella sua casa/studio
e questa volta senza aggiungere altri strumenti alle varie tracce di pianoforte
sovrapposte.
Ne viene fuori quello che è considerato un altro capolavoro del grande pianista:
"Descent into the Maelstrom". Qui Tristano tenta una descrizione sonora del
Maelstrom, quell'insieme di fenomeni vorticosi che si verificano in particolare
nello stretto di Maelstrom, nel mare del Nord, a causa dello scontro di fortissime
correnti di marea.
Tristano potrebbe averlo visto descritto, nelle sue letture giovanili, nel racconto
omonimo di E. A. Poe, dalla raccolta "Racconti del terrore"1 dove
lo scrittore descrive il vortice di Moskoetrom sulle coste di Lofoden2.
Un gorgoglio di note nel registro grave danno l'immagine del vortice che attira
verso di sé tutto ciò che gli si avvicina e che Tristano descrive attraverso gruppi
di note in clusters e in rapidi glissati che sembrano venire inghiottiti dal vortice.
La descrizione sonora è impressionante in quanto capace di evocarne l'immagine.
Questo brano verrà pubblicato solo nel 1976
assieme ad altri brani composti prima e dopo e di per sé costituisce un'anticipazione
di alcuni elementi del mondo sonoro di Cecil Taylor.
1 Cfr. Fayenz/Brazzale, "Lennie Tristano il profeta incompreso",
pag. 35
2 Cfr. Fayenz/Brazzale, "Lennie Tristano il profeta incompreso", pag.93