INDICE
LEZIONI
|
Capitolo I
L'evoluzione stilistica di Lennie Tristano
1.1 le fasi principali
di Pierpaolo Principato
|
|
La mia personale scoperta del grande pianista e del suo universo sonoro è avvenuta,
come ovvio e prevedibile, attraverso l'ascolto di alcune sue incisioni; un ascolto
inizialmente un po' casuale e cronologicamente disordinato in cui si alternavano
esecuzioni relative a periodi artisticamente molto diversi tra di loro. Ascoltare
in successione temporale un brano come "Line
up" del 1955 e poi "What is this
thing called love" eseguito in piano-solo nel 1945
e poi "Intuition"
del 1949 e poi ancora "C minor complex"
uscito in un disco del 1962, provocava su di
me un grande impatto emotivo ed un grande disorientamento, soprattutto in considerazione
del fatto che tali primi ascolti risalgono a parecchi anni fa.
Mi chiedevo cosa avessero in comune queste esecuzioni
e come potessero venir fuori dallo stesso musicista. Non era facile trovare una
risposta ma d'istinto una cosa mi appariva chiara: in comune avevano la profondità,
lo spessore, la particolarità del linguaggio, l'assenza di manierismi di facile
effetto o di virtuosismi gratuiti; tali aspetti suggerivano la ricerca che poteva
esserci dietro e soprattutto pretendevano un ascolto attento, tutt'altro che superficiale,
cosa che è avvenuta diversi anni più tardi.
A questo punto un'altra grande sorpresa mi ha colto, scoprendo l'esiguità del
materiale discografico inciso da Tristano in rapporto alla sua carriera artistica
e all'importanza che ha avuto nella storia del jazz; e questa è indubbiamente una
particolarità tutta tristaniana in quanto non ci sono esempi simili tra i grandi
maestri del jazz.
Questo fatto, a mio avviso, mette già in luce due aspetti importanti dell'artista,
uno dei quali riguarda il grande peso specifico di queste incisioni e l'altro contribuisce
a delineare alcuni aspetti della personalità di Tristano nel suo rapporto con l'arte,
con l'essere musicista, e con il mondo esterno.
Tristano
ha sempre avuto un rapporto difficile con le case discografiche dal momento che
la sua esigenza di purezza artistica ed il suo rifiuto di qualsiasi compromesso
che potesse minare la sua integrità morale di musicista andavano in contrasto con
le esigenze commerciali delle case discografiche. Lui stesso aveva dichiarato più
volte di non tollerare l'obbligo di registrare per motivi contrattuali poiché riteneva
che questa decisione dipendesse esclusivamente dalla volontà dell'artista, dalla
sua consapevolezza di essere pronto a farlo; e sosteneva che proprio a causa di
queste pressioni, anche musicisti di grandissimo spessore come John Coltrane
avevano alternato registrazioni di altissimo livello ad altre decisamente inferiori1.
Proprio questa esigua discografia delinea alcuni periodi, essenzialmente quattro,
che tracciano l'evoluzione artistica del pianista: il periodo che va dal
1945 al 1947,
il 1949, il 1955
ed il 1962.
Queste fasi si sono alternate a lunghi periodi di silenzio, senza pubblicazioni
e con poche apparizioni dal vivo, durante i quali però Tristano continuava nelle
sua ambiziosa ricerca di una evoluzione estetica, nella sua sperimentazione, coinvolgendo
i musicisti entrati a far parte della sua scuola.
Quella di Tristano è stata probabilmente la prima vera scuola di jazz frequentata
da musicisti del livello di
Lee Konitz, Warne Marsh e Billy Bauer per citarne
alcuni che assieme al maestro realizzarono incisioni storiche.
Si trattava di una scuola laboratorio in cui oltre a suonare e discutere di musica
si toccavano molti altri argomenti che riguardavano anche questioni etiche dell'essere
musicista e che talora si proiettavano verso una visione più ampia possibile dell'arte
e della cultura; e di questa congrega Tristano era il maestro nel senso più ampio,
la guida spirituale. Questo avveniva sia a Chicago, sua città natale, che a New
York dopo il suo trasferimento dal 1946 in poi.
1 Cfr. Fayenz/Brazzale, “Lennie Tristano il profeta incompreso”,
pag. 24
Billy Bauer, Edde Safranski, Charlie Parker, Lennie Tristano
Original Trio: Arnold Fishkind, Billy Bauer and Lennie Tristano
at AI B White's Freeport Long Island around 1946
Inserisci un commento
© 2011 Jazzitalia.net - Pierpaolo Principato -
Tutti i diritti riservati
© 2000 - 2024 Tutto il materiale pubblicato su Jazzitalia è di esclusiva proprietà dell'autore ed è coperto da Copyright internazionale, pertanto non è consentito alcun utilizzo che non sia preventivamente concordato con chi ne detiene i diritti.
|
Questa pagina è stata visitata 3.826 volte
Data pubblicazione: 31/10/2011
|
|