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LEZIONI
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Capitolo I
L'evoluzione stilistica di Lennie Tristano
1.2 Il periodo 1945/1947
di Pierpaolo Principato
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Tristano incide per la prima volta a suo nome nella prima metà del 1945 eseguendo,
in piano solo, quattro improvvisazioni sui temi di "Yesterday's", "What is this
thing called love", "Don't blame me" e "I found a new baby", alterandone i titoli,
procedimento quest'ultimo che il pianista adottava spesso, essendo pienamente consapevole
dell'importanza enorme che in ambito jazzistico ha l'esecuzione stessa, in quanto
spesso e volentieri supera la composizione originale dalla quale parte. Si tratta
di un suo personale stratagemma per contrastare il mancato riconoscimento ufficiale
dei diritti di esecuzione2.
Già queste esecuzioni delineano una grande padronanza tecnica dello strumento ed
una notevole maturità stilistica. Nel brano reintitolato "This is called love"
Tristano non lascia trapelare nulla della composizione a cui si ispira se non le
chiarissime armonie sottostanti, ma la cosa che colpisce maggiormente è lo sviluppo
e la forza di questa improvvisazione.
Ad una breve introduzione fa seguito un'improvvisazione della mano sinistra accompagnata
dagli accordi della mano destra che oltre a sottolineare le armonie si muovono rispondendo
alla linea improvvisata nel registro medio/grave con interventi nei momenti di respiro
in un perfetto equilibrio dialogico. Tutto questo dà la sensazione di una fase interlocutoria,
carica di tensione e di attesa a cui fa seguito un ribaltamento dei ruoli tra le
due mani. La mano destra prende l'assolo, la sinistra accompagna e si ha la sensazione
dell'entrata in scena di un altro solista, quasi fosse un nuovo strumento. In questa
seconda parte sembrano rivelarsi alcuni elementi dello stile pianistico di Art
Tatum, soprattutto in certi fulminanti arpeggi e nell'uso delle 10e,
alternate ed accordi più stretti, nell'accompagnamento della mano sinistra.
Insomma in questa esecuzione sembra di sentire l'impatto di un trio con basso e
batteria realizzato con il solo pianoforte.
Anche l'esecuzione di "Glad am I" ispirata al tema di "Yesterdays" è ricca di pathos
nel suo incedere pressoché accordale che denota una grandissima padronanza armonica
di Tristano ed in alcuni spunti di carattere contrappuntistico si delinea già uno
degli elementi delle successive registrazioni in trio.
Dal settembre 1946 al maggio 1947 Tristano registra una corposa serie di esecuzioni
in trio, con Billy Bauer alla chitarra ed alternando al contrabbasso
musicisti sempre diversi, da Leonard Gaskin (August 25, 1920 – January 24, 2009) a Clyde Lombardi (February
18, 1922 – January 1, 1978), a Bob Leininger. Tali registrazioni
sono di enorme valore ed importanza in quanto si realizzano in pieno periodo bebop
ed anticipano fortemente una tendenza stilistica che si delineerà di lì a poco assumendo
poi una sua fisionomia precisa tra la fine del 1948 e gli inizi del 1949: il cool
jazz.
Sembra ormai abbastanza chiaro che questa nuova corrente non abbia avuto un
carattere così univoco ma si sia manifestata in diversi modi attraverso diversi
gruppi di musicisti e forse non è casuale che si indichino diversi padri spirituali
di questo modo di intendere il jazz, da Tristano ai sassofonisti dell'orchestra
di Woody Herman, a
Dave Brubeck,
a Miles Davis e Gil Evans.
Al di là del rifiuto di questa etichetta da parte di Tristano che rigettava il modo
con cui l'establishment discografico-musicale tendeva ad etichettare i generi in
maniera un po' superficiale, le premesse sono per lui quelle del bebop e non c'era
nelle sue intenzioni quella contrapposizione ad esso di cui spesso si è sentito
parlare.
E' Tristano stesso ad affermare che amava la musica di Parker e Gillespie ed il
modo di suonare di
Bud Powell e che la sua musica in quel periodo, era il frutto
della sua particolare visione del Jazz e del bebop.
Ciò che accomuna le diverse espressioni di questo jazz è l'approccio più pacato,
l'utilizzo di vocaboli ricercarti e di dialoghi preziosi, e Tristano rappresenta
la prima manifestazione cronologica di questa particolare visione.
In questa serie di registrazioni in trio fuoriesce tutto il background di Tristano,
un musicista colto che ha studiato composizione in conservatorio approfondendo le
conoscenze e le tecniche dei grandi compositori classici ed era forse inevitabile
che la sensibilità acquisita verso l'universo classico confluisse nel suo jazz.
Dall'ascolto delle varie take di "Interlude", la versione di "A Night In Tunisia"
di Tristano, si percepisce la matrice indubbiamente boppistica in una atmosfera
di grande rilassatezza e vi si coglie pienamente l'utilizzo del contrappunto di
matrice barocca. E' un contrappunto sia ritmico che melodico e senza dubbio inteso
in una chiave moderna, a giudicare dagli intervalli utilizzati, contestualizzato
nel jazz; e si sviluppa tra piano e chitarra come anche, a volte, tra le due mani
del solo piano.
Nel brano "I Can't Get Started" oltre gli elementi contrappuntistici
si coglie il grande lavoro sul piano armonico e su quello strutturale nei riguardi
del rapporto di dialogo tra il pianoforte e la chitarra. L'alternanza tra citazioni
tematiche, momenti di contrappunto e di assolo tra i due strumenti rende, assieme
al grande lavoro di arricchimento armonico, particolarissima questa incisione. Sul
piano strettamente armonico si coglie già il tentativo di forzare il telaio degli
accordi attraverso brevi momenti che sembrano dirigersi verso l'atonalità sia in
brevi frammenti all'interno del brano che, ancor più, nella coda.
Un altro bellissimo esempio delle sperimentazioni di Tristano di questo periodo
è costituito dal brano "On a planet" dove il song "Don't blame me" viene reso in
un'atmosfera rarefatta, un po' astratta, dai contorni dilatati.
C'è un lavorio armonico intenso di Tristano che entra e fuoriesce continuamente
dalla scala di riferimento sia con gli accordi che, ancor più frequentemente, con
la linea melodica che risulta di grande astrattezza a causa degli intervalli dissonanti
e di frammenti melodici per salti di 4a, piuttosto inusuali in quel periodo.
Il gioco contrappuntistico è intenso e sembra coinvolgere persino il contrabbasso
che questa volta partecipa attivamente al dialogo con il pianoforte e la chitarra
di Bauer. In questo brano vi si coglie anche una rarefazione del ritmo che pur esiste
ma diviene fortemente sottinteso e mai esplicito.
L'importanza del lavoro di Tristano di tutto questo periodo si pone ancor più in
risalto per il fatto che tutto ciò avviene nel pieno dilagare del bebop che, pur
se elaborato in maniera più istintiva, costituiva già di per se un grande rinnovamento
del vocabolario jazzistico. Tristano vi aggiunge il peso della sua cultura e consapevolezza
ponendosi già in una dimensione anticipatrice del futuro cool jazz se non addirittura
di alcuni elementi di informalità che si delineeranno meglio nel successivo importante
periodo Tristaniano.
2 Cfr. Fayenz/Brazzale, “Lennie Tristano il profeta incompreso”, pag. 23
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Data pubblicazione: 31/10/2011
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