Gli strumenti usati nella musica afrocubana e nelle sue derivazioni sono
il risultato di secoli di fusione tra culture diverse, di innovazioni, sviluppo
e grandi mutamenti. Alcuni di questi strumenti sono addirittura sopravvissuti alla
cultura che li ha creati.
STRUMENTI DI ORIGINE EUROPEA
Strumenti a corda
Molti strumenti della famiglia della chitarra arrivarono a Cuba
tramite gli spagnoli fin dal XV secolo.
Vennero usati soprattutto dai troubadores e comprendevano la vihuela,
la bandurria e il laud. In seguito arrivarono anche la chitarra e
sue versioni più piccole come il requinto ed il tiple. Altri strumenti
a corda importati dall'Europa furono il violino, la viola ed il
violoncello.
Strumenti a fiato
Sempre tramite gli spagnoli arrivarono molti strumenti a fiato tra
cui la corneta (cornetta o tromba militare) mentre i francesi importarono
il piccolo, il flauto, l'oboe, il clarinetto, la
tromba ed il corno francese. Tra gli strumenti a fiato anche se un po'
impropri possiamo citare la botija o botijuela, un'anfora in ceramica
usata per trasportare l'olio d'oliva dalla Spagna, usata come basso nel son
fino al XIX secolo.
Strumenti a tastiera
Il primo a giungere a Cuba fu l'organo a canne portato
dagli spagnoli nel 1544. Seguì il
pianoforte portato dai francesi alla fine del
'700 ed infine l'accordion giunto nel
1800.
Strumenti a percussione
Gli spagnoli introdussero alcune percussioni molto diffuse nella
loro musica quali le castañuelas (nacchere), pandereta e pandero
(tamburello basco). I francesi invece introdussero nel
XVI secolo i timpani.
STRUMENTI DI ORIGINE AFRICANA
Strumenti Yoruba
Portati dagli schiavi Yoruba o Lucumì, provenienti dall'attuale
Nigeria, comprendono una significativa serie di strumenti a percussione.
- I batà sono tamburi sacri a forma di clessidra asimmetrica fornita
di due pelli alle estremità. Iyà è il più grande, Itòtele il medio
e Okònkolo il più piccolo. Sono accompagnati da un sistro di metallo
chiamato atcheré.
- Gli agbé o guiros altrimenti conosciuti come chekeré
sono zucche di diverse dimensioni ricoperte da un intreccio di semi o conchiglie.
Si suonano in gruppi di tre. Il più piccolo si chiama cachimbo o golpe,
il medio segundo ed il più grande caja. Spesso sono accompagnati
da guataca o agogo, idiofoni metallici a percussione.
- I tamburi bembé sono tamburi a una pelle scavati in tronchi di palma.
Anche questi si suonano in gruppi di tre: erun, obbatà e Iyà.
- I tamburi Iyesà sono gruppi di quattro tamburi cilindrici suonati
con bacchette. Dal più grave al più acuto si chiamano caja, segundo,
tercero e bajo (suonato con le mani). Sono accompagnati da
agogo e chekeré.
Strumenti dahomeiani
Portati dagli schiavi Ararà provenienti dal Dahomey o dagli schiavi
fuggiti dalla rivoluzione Haitiana includono:
- Tumba francesa. Insieme di quattro grandi tamburi a una pelle e caratterizzati
da una corda di budello che attraversa il diametro della pelle stessa. Si chiamano
premier o redublé, second, bulà o bebé e
tambora. Sono accompagnati dal catà (fusto di un tamburo senza
pelle percosso con bacchette) e da un sistro di metallo chiamato chacha
o maruga.
- I tamburi Ararà propriamente detti sono tamburi sacri a una pelle
suonati sia con le mani che con bacchette. Si chiamano caja o junga,
junguedde e juncito. A volte si aggiunge anche il jun.
Sono accompagnati da una campana chiamata ogan, da un sistro di metallo
chiamato cheré e dai palos, bacchette che colpiscono il fusto
del junga.
Strumenti efik (sudanesi)
- I tamburi Abakwà sono propri della setta segreta dei diablitos e
sono l'erikundì, il binkomè e l'obiapà. Sono piccoli tamburi
a calice che si tengono sotto il braccio. Insieme all'ogan e agli
erikundì (sistri a scuotimento in vimini) accompagnano il bonkò enchemiyà
tamburo solista cilindrico molto allungato. A questi si accompagnano altri
due tamburi che pur partecipando alle cerimonie spesso non vengono neanche suonati.
Strumenti congolesi
Arrivati insieme agli schiavi congolesi o bantù, comprendono tra gli
altri:
- I tamburi makuta, tamburi ricavati da un tronco scavato, diretti
progenitori delle congas.
- I tamburi di Yuca, lunghi e cilindrici, suonati con la mano nuda
e una bacchetta, sono divisi in cachimbo, mula e caja.
- La marimbula è un lamellofono a pizzico usato come basso nella versione
più arcaica del son. Si tratta di una scatola di legno trapezoidale su
cui sono applicate lamelle di acciaio intonabili.
Strumenti asiatici
La corneta china o trompeta china è uno strumento
a fiato a doppia ancia importato dai lavoratori cinesi nel periodo coloniale. La
cajita china, è un idiofono in legno di piccole dimensioni sempre di origine
orientale.
Strumenti indigeni
Tra le poche tracce dei primi abitanti di Cuba, gli indios Siboney, Taino
e Guanajatabibe rimangono le maracas, sistri a scuotimento fatti con noci
di cocco o frutti essiccati ripieni di semi ai quali viene applicato un manico di
legno. Esistono anche le maracas de cuero fatte in pelle essiccata e le
marugas o atcheré in metallo. I fotutos sono grosse conchiglie
marine utilizzate come corni.
Strumenti cubani
Dalla combinazione di elementi europei, africani e forse indios,
sono nati strumenti ibridi, divenuti poi tipicamente cubani. Ecco i principali.
- Il Tres è una piccola chitarra fornita di tre corde doppie, usata
principalmente per accompagnare il son.
- Timbales. La parola stessa deriva dal nome francese dei timpani sinfonici.
Da questi ultimi deriva infatti il timbal criollo cubano. Originariamente
in forma di caldaia di rame con pelli animali si chiamavano anche pailas
e venivano suonati con sottili bacchette. Alla fine dell'800
la forma iniziò a semplificarsi da calotta a cilindro ed il materiale
si impoverì divenendo prima legno e poi ferro.
- Il guiro è un frutto essiccato sul cui dorso vengono scavati dei
piccoli solchi paralleli su cui viene fatta scorrere una bacchettina. Si tratta
infatti di un idiofono a raschiamento estremamente diffuso nella musica cubana.
- I cajones sono scatole di legno da imballaggio di diverse dimensioni.
Venivano usate dai creoli delle città che erano talmente poveri da non possedere
neppure i tamburi. Pare che siano state utilizzate all'origine della rumba.
Solitamente sono di tre dimensioni: mayor, segundo e tercero.
- I bongos sono due piccoli tamburi uniti insieme da un pezzetto di
legno. Il tamburo più piccolo si chiama macho il più grande hembra,
ma spesso vengono considerati un solo strumento. Non si sa bene da quale strumento
africano derivino ma nascono nella provincia orientale di Cuba come accompagnamento
del primo son.
- Le congas o tumbadoras sono tamburi a forma di barile con
una pelle sulla bocca superiore. Derivano dai tambores de makuta, originariamente
scavati nel tronco di un albero, poi realizzati a doghe di legno come le botti.
Inizialmente la pelle veniva inchiodata sul bordo e scaldata prima dell'uso,
da cui il nome congas de candela. Verso gli anni
'30 comparvero le prime accordature meccaniche.
Sono usualmente in tre misure: quinto, conga e tumba o
tumbadora. Usate inizialmente nella rumba sono poi entrate a far parte
della sezione ritmica tradizionale del son.
- Il bombo criollo è un adattamento della grancassa militare europea.
viene utilizzato principalmente nelle sfilate del carnevale.
- I sartenes sono comuni padelle da cucina, inchiodate su di un asse
di legno e suonati con bacchettine di metallo.
- Il cencerro o campana deriva dal campanaccio da mucca a cui
è stato rimosso il batacchio. Viene tenuto in una mano mentre l'altra lo suona
con un corto battente in legno. La tecnica, mutuata da quella dell'ekon abakwà,
consente di ottenere due suoni distinti; uno aperto ed uno stoppato. Dopo gli
anni trenta ne sono state introdotte altre versioni di misure differenti applicabili
ai timbales insieme alla cajita china. Tra le più diffuse la
campana mambo e la chacha.
- La guataca, è un valido sostituto della campana in molti stili africani.
Si tratta semplicemente della parte metallica della zappa suonata con una bacchettina
di metallo.
- Le claves sono forse il più semplice ma anche il più celebrato strumento
cubano. Sono due corti legnetti percossi uno sull'altro e rappresentano il riferimento
ritmico di tutti gli altri strumenti. Concettualmente ispirati alla tradizione
africana, sembra derivino dalle caviglie marinare, corti attrezzi da marinaio
costruiti appunto con legno tropicale, duro e sonoro. Attualmente ne esistono
due versioni: la clave criolla e la clave africana nella quale
uno dei due legni è considerevolmente più grande dell'altro e cavo.
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Data ultima modifica: 05/03/2011
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