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La clave: seconda parte
di Antonio Gentile
percmaster@inwind.it

Per prima cosa andiamo a conoscere i tipi di clave più comuni. Si tratta di pattern antichissimi di diretta provenienza africana, ancora oggi molto diffusi con un'infinità di varianti e derivati. A Cuba sono stati codificati da generazioni di musicisti e musicologi e spesso prendono il nome dai generi musicali cui si riferiscono.

Per una migliore comprensione di questi pattern potete visionare il seguente filmato:

La più conosciuta ed utilizzata è la clave di son, senz'altro regina della musica popolare e, al giorno d'oggi, anche di quella più commerciale conosciuta come salsa.
Segue poi la clave di rumba molto diffusa nel folclore. Ha una doppia sincope nel tres che crea maggiore tensione rispetto alla clave di son. Per questo motivo negli ultimi 20 anni è stata spesso adottata nella musica popolare moderna o in quella di fusione al posto di quella di son.



Per i ritmi ternari composti abbiamo la clave abakwà o nanigo, probabile antenata di quella di rumba. Nei rituali segreti dell'abakwà viene suonata su una campana metallica chiamata ekon. Oltre che nell'abakwà è usata nella columbia o nella rumba veloce.

Sempre tra i ritmi composti abbiamo la clave di bembé o lukumì, simile alla precedente. È una delle più usate negli stili del folklore, sia in quello di origine yoruba che negli altri. Di solito viene suonata su di un idiofono metallico chiamato guataca.

La clave di palo che ho scelto nell'esempio non è la sola utilizzata in questo stile di origine congo/bantù ma è una delle più interessanti per la sua struttura molto sincopata. Anche in questo caso di solito si utilizza la guataca, parte metallica della zappa.

La clave oriental è binaria e si utilizza in molti stili di musica popolare, primo tra tutti il danzon.

Come potete vedere, tutte le diverse claves condividono la stessa struttura forte-debole e differiscono tra di loro solo di poco. La loro funzione di codice rimane inalterata in tutti gli stili come pure il ruolo di riferimento ritmico/melodico per cantanti, musicisti e ballerini.

Dati per scontati i principi fondamentali dell'individuazione della direzione della clave e quindi il fatto che il musicista abbia interiorizzato e metabolizzato la capacità di individuarne la direzione al primo tentativo, affrontiamo un tema altrettanto importante ovvero il fraseggio in clave detto anche floreo.
Saper costruire frasi che sottintendano la clave e ne diano la percezione all'ascolto è una capacità da sviluppare in quanto costituisce una delle caratteristiche principali di chi suona la musica latina. Questo non significa semplicemente essere in grado di superare difficoltà tecniche grazie allo studio ma soprattutto ampliare enormemente le proprie capacità espressive. Come già accennato in precedenza, imparare a fraseggiare basandosi su un ostinato asimmetrico come quello della clave porta a costruire frasi imprevedibili e non lineari decisamente interessanti. Proprio per questo motivo i floreos tipici dei percussionisti cubani esercitano tanto fascino sulle nostre orecchie.

Gli esercizi più elementari per sviluppare questo fraseggio possono essere fatti costruendo semplici frasi in cui uno o più accenti ricalchino esattamente quelli della clave. A questo proposito prendiamo un tamburo qualsiasi con il quale abbiamo una buona dimestichezza e proviamo a interpretare gli esempi che seguono. Posiamo usare un bongò, una conga, un paio di timbales o quello che preferiamo. L'importante è avere a disposizione almeno due note di altezza differente.

Nell'esempio n.1 vediamo un fraseggio della durata di due misure. La clave di riferimento è una clave di son in direzione 3/2. È una figurazione semplice da eseguire, marca palesemente gli accenti della clave ma è piuttosto grossolana. I floreos più leggeri e ammalianti sono quelli che non marcano esattamente gli accenti della clave ma piuttosto li precedono o li seguono girandoci intorno.

Nell'esempio n. 2 tratto dal repertorio tradizionale del bongò vediamo un esempio tra i più classici. In questo caso la direzione della clave di son è 2/3. Nella parte dos gli accenti sono sul battere del primo movimento e sul levare del quarto. Nella parte tres l'accento è sul levare del terzo movimento. Pur nella sua semplicità questo floreo crea subito un'atmosfera molto particolare e carica di tensione. È senza dubbio molto più intrigante del banale esempio n.1.
Un vastissimo repertorio di frasi ci viene dal quinto della rumba.

Nell'esempio n. 3 ne prendiamo a esempio una tipica talvolta chiamata clave del quinto che corrisponde a una sorta di tema che guida tutta l'improvvisazione e alla quale si fa sempre riferimento. La clave in questo caso è una clave di rumba con direzione 3/2. La struttura della frase è decisamente scarna ma di grande effetto e leggerezza. Tutti gli accenti meno che il terzo girano intorno alla clave e giocano letteralmente con essa riuscendo a dare un equilibrio perfetto alla struttura minimale del guaguanco, composta da congas, clave, katà, chekeré e voci. Non a caso la rumba è considerata da molti la vera palestra per l'apprendimento del fraseggio in clave. Tutto nella rumba si riferisce a questa: canto, accompagnamento e floreos. Trascrivere, analizzare e studiare i fraseggi dei grandi rumberos è alla fine il miglior modo di imparare a costruire il proprio fraseggio in clave.

Per quanto riguarda i floreos potete visionare il seguente filmato:

 









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Data pubblicazione: 28/03/2011

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