INTRODUZIONE
Una buona esecuzione al sintetizzatore, come con ogni altro strumento, richiede
una tecnica adeguata ovvero un insieme di abilità fisiche utilizzate dall'esecutore
per produrre i suoni desiderati.
La tecnica è l'anello più importante della catena che porta dall'idea
musicale alla sua produzione ed espressione.
Nel caso del sintetizzatore, la tecnica include la capacità di selezionare
le note e di agire su controlli ausiliari come cursori, pedali etc.
I dettagli di questa tecnica possono venire molto influenzati dalla programmazione
del sintetizzatore ma l'esperienza insegna che esiste un nucleo di tecniche che
possono venire considerate basilari e comuni per tutti coloro che suonano un sintetizzatore.
La quasi totalità dei sintetizzatori utilizza la tastiera tipo pianoforte
come interfaccia per accedere al relativo generatore sonoro per cui, almeno per
il momento, ci dedicheremo alla tecnica da questo punto di vista.
E' evidente che non è questa la sede per approfondire il tema della tecnica
pianistica!
Le tastiere vengono in varie misure e con caratteristiche molto diverse
tra loro: si può andare da quella da 88 tasti tipo pianoforte a tastiere da 2 ottave
con tasti di dimensioni ridotte. Le taglie più comuni sono:
88 tasti, solitamente con tastiera pesata, ovvero che offrono una resistenza
alla pressione del dito simile a quella offerta dal pianoforte (anche tra le tastiere
cosiddette pesate esistono però grandi differenze di "pesatura")
76 tasti, solitamente con tastiera semipesata. Si chiamano così le tastiere che
hanno una pesatura intermedia tra quella del pianoforte e quella stile organo.
61 tasti, solitamente non pesata (stile "pianola" per intendersi)
Negli ultimi anni, con l'avvento della "computer music" come fenomeno
di massa, i produttori di tastiere hanno immesso sul mercato tastiere con un minor
numero di tasti partendo dal presupposto che un DJ o un musicista elettronico non
sia interessato (o capace) a suonare più di una nota per volta e così abbiamo tastiere
tipo:
49 tasti (il taglio più comune tra le "tastiere da computer") ovviamente non
pesata.
37 tasti (e addirittura 25 tasti) per coloro che privilegiano la portatilità,
non pesata.
Le tastiere di dimensioni più ridotte vengono anche prodotte in versioni
con mini-tasti (il mini-tasto può essere visto come un limite sopratutto per coloro
che hanno mani grandi ma può anche essere considerato un vantaggio perchè si possono
suonare intervalli che sarebbero impossibili da eseguire con tastiere di dimensioni
regolari).
Ulteriori caratteristiche che differenziano le tastiere sono:
L'avere o no suoni "a bordo" ovvero la differenza tra "master keyboard"
(una tastiera di controllo che genera esclusivamente dati numerici, NON AUDIO, che
vengono utilizzati da un modulo sonoro esterno per generare suoni) e tutte le altre
tastiere che hanno un modulo sonoro interno messo in funzione dalla stessa tastiera.
L'essere o no "dinamiche" ovvero essere sensibili alla velocità con cui
il tasto viene premuto. Un dato, questo, che puo' essere utilizzato per controllare
alcuni parametri del suono e che quindi consente una maggiore varietà timbrica.
(in inglese velocity sensitivity)
Le specifiche MIDI prevedono due tipi sensibilità dinamica ma una non
è poi stata implementata che raramente: la velocità di rilascio (in inglese release
velocity) che misurando il tempo di rilascio del tasto crea una serie di dati di
controllo che può essere utilizzata per modificare il parametro che gli è stato
assegnato.
L'essere o no sensibili alla "pressione" ovvero consentire che una volta
arrivato a fine corsa il tasto possa trasmettere ulteriori dati inerenti la pressione
con cui questo viene premuto. Anche questi dati possono essere utilizzati per controllare
alcuni parametri del suono e quindi consentire una maggiore varietà timbrica. (in
inglese pressure sensitivity)
Le specifiche MIDI prevedono due tipi di sensibilità alla pressione: la
piu' comune e' quella "per canale MIDI" ovvero un singolo valore di pressione per
canale MIDI (in inglese channel pressure/aftertouch). L'altro, molto piu' raro,
e' invece specifico per ogni singolo tasto (in inglese polyphonic pressure/aftertouch).
L'alto costo dell'implementazione di questa funzione ha consigliato i produttori
a non includerla quasi mai (la mia unica esperienza con una tastiera del genere
risale agli anni '80 con una Kurzweil Midiboard e il ricordo che ne ho e' splendido:
immaginate di poter controllare il vibrato di una orchestra d'archi indipendentemente
nota per nota. uno sballo!)
e poi, come dicevamo all'inizio, ulteriori caratteristiche che differenziano
le tastiere sono la presenza o meno di controlli ausiliari che possono consentire
una maggiore espressività all'esecuzione. Tra questi:
Pitch bend wheel (letteralmente "ruota dell'intonazione"): omnipresente
su tutti i sintetizzatori in formato ruota o joystick (stile Roland), assente sulle
tastiere tipo "pianoforte digitale". Serve per modificare in tempo reale l'altezza
della nota che si stà suonando. Ha una molla che gli consente di tornare automaticamente
alla posizione iniziale.
Modulation wheel:(letteralmente "ruota della modulazione"): omnipresente
su tutti i sintetizzatori in formato ruota o joystick (stile Roland), assente sulle
tastiere tipo "pianoforte digitale". Serve per modificare in tempo reale il parametro
che gli e' stato assegnato. Non ha una molla che la riporta automaticamente alla
posizione iniziale per cui rimane nell'ultima posizione assegnata.
Breath controller: (letteralmente "controllo a fiato"): un controllo ausiliario
nato per simulare gli strumenti a fiato implementato solo da pochi costruttori,
Yamaha sopratutto e successivamente Kurzweil. Soffiando nell'apposito boccaglio
si modula il parametro che gli è stato assegnato.
Ribbon controller:(letteralmente "controllo a nastro") è una superficie
di controllo sulla quale muovendo un dito si può modulare il parametro che gli è
stato assegnato. Anche questo tipo di controllo ausiliario, nato per simulare gli
strumenti a arco, è stato implementato solo da pochi costruttori ma è comunque più
comune del breath controller. Kurzweil lo commercializza come un accessorio da abbinare
a qualsiasi strumento MIDI col nome di ExpressionMate. (www.kurzweilmusicsystems.com/html/expmate.html)
Pedali: il più comune è il cosiddetto pedale del "sustain" per simulare
l'effetto che sul pianoforte si ottiene quando la corda continua a vibrare dopo
il rilascio del tasto. Oltre a questo ci sono tastiere che prevedono la connessione
di pedali cosiddetti "d'espressione" per modulare il parametro che gli e' stato
assegnato (il più comune dei quali e' il controllo del volume). Esistono anche pedaliere,
come in molti organi, con cui suonare linee di basso (generalmente nei formati da
13 e 17 tasti)
Controlli rotativi e cursori: recentemente, sopratutto con l'avvento dei
sintetizzatori virtuali, sono state presentate sul mercato superfici di controllo
da abbinare a qualsiasi strumento MIDI per facilitare l'accesso a determinati parametri
che altrimenti richiederebbero un laborioso spostamento tra menu, pagine etc. Molte
recenti master keyboards sono già equipaggiate con un numero variabile di questi
controlli programmabili.
Roland D-Beam: è un raggio infrarosso che interagisce con la distanza
tra la mano (o qualsiasi altro oggetto solido) e lo strumento stesso. Serve, come
sempre, per modulare in tempo reale il parametro che gli è stato assegnato.
Come si vede l'arsenale a disposizione del sintetista per migliorare l'espressività
delle sue esecuzioni può essere molto ampio. Il fatto che poi, in pratica, la maggior
parte di coloro che suonano un sintetizzatore si limitino a suonare i tasti come
fosse un pianoforte e' uno dei motivi per cui si rende necessario questo articolo!
La classica osservazione, sopratutto da parte di strumentisti acustici,
per cui la musica elettronica risulta essere "fredda e inespressiva" e' quindi frutto,
non solo di evidenti limiti strutturali degli strumenti elettronici, ma anche di
una frequente scarsa attenzione dell'esecutore nell'utilizzare quegli accorgimenti
che potrebbero migliorarne l'esecuzione.
Nelle prossime puntate de "IL SINTETISTA VIRTUOSO" vedremo di analizzare
più da vicino gli aspetti tecnici caratteristici dei vari controlli ausiliari qui
elencati e magari presentare alcuni esercizi per sviluppare la capacità di sfruttare
questo tipo di possibilità espressive che i nostri strumenti ci consentono.
Come sempre i commenti sono graditi!
A presto:-)
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Data pubblicazione: 07/11/2003
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