L'idea di partenza per questo articolo (o serie di articoli se l'argomento
susciterà interesse) è che l'attuale periodo storico, con i suoi rapidi progressi
tecnologici, consente al musicista, al compositore, al musicologo e a chiunque altro
sia desideroso di avvicinarcisi, di studiare, sperimentare e suonare utilizzando
sistemi di intonazione diversi dal temperamento equabile al quale siamo stati abituati
negli ultimi centocinquanta anni circa.
Il suddetto temperamento (da qui in avanti abbreviato come "12tET" ovvero
temperamento equabile a 12 toni) è il risultato di migliaia di anni di studi durante
i quali teorici, musicisti e costruttori di strumenti musicali hanno cercato di
risolvere l'enigma dell'intonazione degli strumenti musicali arrivando ad un compromesso
appunto nella forma del 12tET (tutto ciò si riferisce allo sviluppo della musica
europea ed occidentale).
L'attuale tecnologia consente invece di superare questo compromesso fornendo
i mezzi per utilizzare sistemi di intonazione di origine storica, etnica, contemporanea
e anche di crearne di nuovi.
La mia convinzione è che il campo più idoneo per queste ricerche e sperimentazioni
sia quello della "computer music": la capacità di calcolo di un computer attuale,
la disponibilità di strumenti elettronici che consentono di modificare la propria
intonazione e le applicazioni per computer sviluppate in questo settore permettono
di studiare, sperimentare e comporre in ambiti diversi dal 12tET come mai prima
d'ora. Da non sottovalutare inoltre la possibilità grazie ad internet di entrare
in contatto con altre persone interessate a questo campo di studi e di poter consultare
un'enorme quantità di documenti disponibili in rete.
Come per la quasi totalità di coloro che sono nati in Occidente, il mio
incontro con la musica microtonale è stato fortuito e tardivo. Nella seconda metà
degli anni '80 ero uno studente al Berklee College
of Music di Boston, U.S.A. iscritto al corso di Music Synthesis
[1] e conoscevo Wendy Carlos
[2] soprattutto
per la notorietà che la musica elettronica aveva ottenuto grazie al suo album "Switched
on Bach [3]"
del 1968 che aveva reso la parola "moog
[4]" familiare
a molti e sinonimo di sintetizzatore. Nel 1986
Wendy Carlos aveva pubblicato l'album "Beauty in
the Beast [5]"
nel quale si faceva largo uso di scale differenti dal 12tET comune in Occidente
e questo mi sorprese e incuriosì. Da allora ho sempre desiderato approfondire questo
argomento abbinando il mio interesse per la musica elettronica a quello per la musica
microtonale.
Il tema di come organizzare i rapporti di altezza tra i gradi di una scala
musicale e dell'intonazione degli strumenti musicali ha affascinato teorici e studiosi
dall'antichità in poi e tutt'oggi si continua a dibattere sull'argomento anche se
tutte queste ricerche, l'innumerevole mole di documenti scritti a questo proposito
e gli esperimenti nel settore, sono del tutto sconosciuti alla quasi totalità della
popolazione di quell'area del mondo che per semplicità chiamiamo Occidente, musicisti
inclusi!
Ritengo che il tema "scale e temperamenti" sia inesauribile e non
ho la pretesa di aggiungere niente di nuovo sull'argomento ma semplicemente di offrire
un contributo per favorire la conoscenza e l'uso di scale alternative alla nostra
scala temperata, data la possibilità che la tecnologia ci offre per entrare in questo
mondo allo stesso tempo così vicino e così lontano.
Nel titolo di questo articolo ho utilizzato la parola "microtonale"
e credo che prima di proseguire occorra fare qualche precisazione a questo proposito.
La più ovvia delle definizioni di microtonalità potrebbe essere quella
relativa al fatto di utilizzare intervalli di dimensioni inferiori al semitono della
scala temperata occidentale anche se questa pratica è comune in molte altre parti
del mondo e quindi finiremmo per includere in questa categoria molte tradizioni
musicali provenienti da varie parti del mondo.
Un'altra definizione, più ampia della precedente, potrebbe riferirsi all'uso
di intervalli "inusuali" (sempre rispetto alla tradizione occidentale), il che comporta
ancora una visione "eurocentrica" dell'argomento. Da questo punto di vista
un termine più esatto potrebbe essere quello suggerito dal compositore Ivor Darreg:
"xenarmonia" o "xenotonalità" (dal greco: "xeno" ovvero straniero,
estraneo).
Una terza definizione potrebbe essere quella che, prescindendo dall'ampiezza
degli intervalli o dal loro essere inconsueti rispetto ad un contesto culturale,
tenda a vedere ogni sistema di intonazione come un sottoinsieme di un "continuum"
sonoro in cui ognuno di essi abbia diritto di cittadinanza. Una visione che ci porta
alla conclusione che il 12tET è solo una delle innumerevoli opzioni a nostra disposizione.
La più familiare per noi occidentali. Come dice Harry Partch, che paragona
i suoi intervalli a "isole familiari nel vasto mare, per lo più inesplorato,
che si stende tra la fondamentale e le lontane coste dell'ottava"!
[6]
La definizione di microtonalità che preferisco è quest'ultima.
Dopo questa introduzione e per passare dalle parole ai fatti, vorrei indirizzarvi
alla pagina del mio sito web dedicata ai miei studi microtonali dove potrete trovare
dei links ad altrettanti brani composti da me:
www.seraph.it/Detwelvulation.html
Vedrete che i pezzi sono stati "uploadati" presso il forum in lingua inglese
electro-music.com di cui sono uno
dei redattori. Se qualcuno vorrà fare dei commenti o chiedere spiegazioni, in italiano,
lo potrà fare qui a http://www.jazzitalia.net
p.s.
il termine inglese "detwelvulation" è un neologismo coniato dal compositore
Ivor Darreg che potrebbe essere tradotto in italiano: "dedodicizzazione" cioè
l'atto di allontanarsi dal consueto sistema d'intonazione occidentale con la divisione
dell'ottava in 12 parti uguali.
p.p.s.
a questo indirizzo potrete consultare una breve serie di
links microtonali,
in inglese, che ho raccolto.
[1] http://classes.berklee.edu/ms
[2] http://www.wendycarlos.com
[3] http://www.wendycarlos.com/+sob.html
[4] http://bobmoog.com/
http://www.obsolete.com/120_years/machines/moog/index.html
[5] http://www.wendycarlos.com/+bitb.html
[6] in "Genesis of a music" a pag.83
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Data pubblicazione: 28/01/2007
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