Cos'è
Spoleto Arts?
Spoleto Arts
si svolge ogni estate a Spoleto in Umbria.
Spoleto Arts
è stata un idea di C.J. Everett, batterista e percussionista di New York.
L'idea di Spoleto Arts era quella di portare i cantanti di opera americani in Italia
per studiare dove l'opera ha avuto le sue origini e studiare con i migliori insegnanti
di opera italiani ed americani. Più o meno un programma di 'studio all'estero'.
Il Vocal Jazz Workshop è cominciato nel 1998
su suggerimento del pianista e compositore Renato Chicco. C.J. Everett
mi ha detto che la sezione Vocal Jazz è nata come risultato di aver voluto dare
qualcosa della cultura musicale Americana come ritorno agli italiani e, così è nato
il corso di improvvisazione jazz! Il principale obiettivo è lavorare con i cantanti
jazz non di madrelingua inglese. Sono rimasta sorpresa quando C.J. mi ha detto che
le principali scuole di musica a NY stanno eliminando i corsi di vocal jazz dai
programmi didattici! Ho chiesto come mai e lui ha risposto che in un'università,
la facoltà ha notato che i cantanti non sono arrivati ai corsi sufficientemente
preparati e che non erano disposti a lavorare nella stessa maniera degli altri musicisti
riguardo ai programmi di teoria, piano, tecnica vocale, armonia, arrangiamento …
tutto ciò che creerebbe un vocalist responsabile, al livello di un responsabile,
istruito al pari di uno strumentista come ciò che abbiamo con Michele Hendricks!
E così è cominciata la mia settimana di divertimento, fatica ed amicizie!
Il primo giorno sono stati invitati tutti ad esibirsi in una piccolo performance
in modo che Daniela Panetta, vocalist e docente, e Renato Chicco,
pianista and direttore artistico, abbiano posizionato ogni studente nella classe
intermediate o master. Il giorno successivo ci siamo incontrati tutti insieme e
abbiamo lavorato su alcune tecniche di base vocale, la struttura del blues che ha
significato imparare la linea di basso e successivamente il walking bass. Una delle
cose più positive dello Spoleto Vocal Jazz è la dimensione delle classi!!!
Sono piccole! Mai più di 14 studenti per ogni livello (quest'anno c'erano 9 studenti
per il corso master e 5 per l'intermediate) il che consente molte opportunità di
cantare e applicare ciò che si è imparato.
La prima sera alcuni studenti si sono uniti per cenare insieme in modo
da poter approfondire la conoscenza reciproca! Molti sono giunti da diverse zone
d'Italia e quest'anno c'è stato anche un signore americano giunto in Italia appositamente
per il workshop!
Il lunedì Michele è arrivata con il suo volto sorridente! E' un'insegnante
che mette a proprio agio ed è sempre piena di feedback positivi che risultano utili
per stimolare lo studente a crescere immediatamente. E' evidente che ama ciò che
fa e da molto di se stessa! Nella mattinata la master class si è incontrata con
Michele che ha subito iniziato a cantare la linea di basso di uno standard e, con
molte ripetizioni, abbiamo cominciato a memorizzarla! Successivamente è venuta la
walking bass line! E' una vera sfida! Molti cantanti non ascoltano mai la linea
di basso pertanto ci siamo dovuti realmente concentrare!! A Michele piace molto
che i cantanti utilizzino la loro memoria e le loro orecchie piuttosto che guardare
uno spartito con gli accordi! Lei crede che finchè guardi uno spartito, non memorizzerai
mai un pezzo …può darsi che abbia ragione!!! Molta enfasi è stata posta sull'imparare
a cantare gli accordi, cantando la linea di basso e applicando questo concetto immediatamente.
L'obiettivo è essere capaci di improvvisare a cappella mantenendo sempre gli accordi
nella propria testo in modo da non perdere la struttura del brano sapendo quindi
sempre il passo successivo! Abbiamo anche lavorato molto sul ritmo (che è uno degli
aspetti più importanti nell'improvvisazione) e sull'atteggiamento!
Nel pomeriggio, le classi intermediate e master si sono incontrate entrambe
con Michele per lavorare insieme sull'improvvisazione e su tre pezzi corali che
sarebbero stati poi eseguiti nell'esibizione della serata conclusiva del workshop!
Oltre al lavoro sull'improvvisazione, ogni studente ha avuto la possibilità di cantare
uno o due brani in modo da ricevere da Michele un feedback su come migliorare. Inoltre,
ogni studente si è potuto esibire da solo o in duo al concerto finale!
L'organizzazione
di questo workshop è ottima e siamo stati trattati davvero bene! Ogni giorno abbiamo
avuto un meraviglioso pranzo e praticamente ogni sera c'è stata una jam session
o attività in cui essere coinvolti! Certo, non sono più così "giovane" pertanto
non ho avuto la resistenza necessaria per fare tardi tutte le sere J, ma l'opportunità
di cantare e divertirsi era lì per tutti! Un grazie particolare va a
Guido Di Leone
e Giuseppe Bassi
per il loro impegno nel suonare alle jam session oltre ad accompagnare i cantanti
durante il workshop!!!
Congratulazioni a Paola Folli che ha vinto il premio di quest'anno
per essersi distinta particolarmente! Ecco una sua impressione del corso. "Sono
arrivata a Spoleto un per caso ed è stata un'esperienza molto, molto interessante
… molto faticosa, molto istruttiva ma entusiasmante!. Entusiasmante perchè dopo
i primi giorni di caos totale nella testa l'ultimo giorno siamo finalmente riusciti
ad improvvisare sugli ottavi! Ottavi, double time feeling e nonostante l'inizio
molto faticoso e lento, con l'aiuto di Michele è stato molto, molto bello! Un'esperienza
veramente positiva, ho conosciuto veramente delle belle persone."
Benedetta Orsini ha detto "La cosa che ho molto apprezzato è stata
comunque l'organizzazione di tutto il corso. Mi sono sentita coccolata da tutte
le persone…qualsiasi cosa, c'era sempre qualcuno disponibile. Non ci siamo mai sentiti
soli. E' stato come essere in famiglia"
Mark Hinkley "E' stato differente e meglio di quanto mi aspettassi.
Non sapevo esattamente cosa ci sarebbe stato ma ho trovato davvero spettacolare
i musicisti degli studenti, gli insegnanti, l'effettivo contenuto dei brani che
abbiamo cantato. E' stanchevole e si impara commettendo errori, parlando con gli
altri e ascoltando gli altri, quindi ho trascorso un'ottima settimana!"
Oltre ai commenti degli studenti, ho cercato di cogliere il punto di vista
di un musicista e di un cantante circa la musica e la nostra relazione, uno con
l'altro. Quindi, a Renato Chicco che, oltre ad essere il direttore artistico
di Spoleto Jazz, ha accompagnato gli studenti, ho chiesto: "Renato, se potessi
parlare a tutti i cantanti del mondo, cosa diresti?" Ed egli ha risposto: "I
cantanti dovrebbero imparare ad essere musicisti. Ciò vuol dire che dovrebbero imparare
i meandri della musica … la teoria, l'armonia, la forma, il ritmo…. Tutte quelle
cose che tutti i musicisti imparano. Un grande strumento che può aiutare ad ottenere
ciò è proprio il piano. Un piano dovrebbe essere il miglior amico per un cantante!
Non devi saper suonare come un pianista, ma conoscere come si intende cantare intorno
agli accordi e come applicare ciò al proprio modo di cantare immediatamente. Essere
capaci di suonare per se stessi.''
Ho chiesto a Daniela Panetta, docente del corso intermediate, "se
potessi parlare a tutti i musicisti del mondo, cosa diresti?'' ed ha risposto:
"E' molto importante che i musicisti comprendano che noi siamo cantanti! Non
abbiamo uno strumento nelle nostre mani…Non abbiamo tasti da premere…Dobbiamo pensare
la nota nella nostra testa e realizzare quale nota dovremo cantare, specialmente
quando si fa dello scat, o anche quando cantiamo e poi produciamo il suono con la
nostra testa …abbiamo il nostro strumento dentro di noi pertanto le nostre emozioni
e il mood può influire sulla voce ….Se la mattina ci siamo svegliati tristi, la
nostra voce sarà diversa rispetto a ieri … i musicisti devono comprendere che cantare
non è un'operazione meccanica. Dipende dalla tua testa e dal tuo cuore così dovrebbero
imparare ad ascoltare. Un musicista che accompagna un cantante deve lavorare in
modo differente. Deve ascoltare con molta attenzione…non deve suonare sulla voce
per esempio … e deve essere molto sensibile verso il cantante! Creare spazio per
il cantante e aiutarlo …Per esempio, in un intro, non deve suonare la 9a…deve suonare
accordi semplici in modo che il cantante possa ascoltare la tonalità. Suggerisco
a tutti i musicisti di imparare a cantare! Ciò li aiuterebbe a comprendere alcune
delle sfide che affrontiamo."
Però, se cantare non è la tua passione,
Spoleto Arts
offre corsi di scrittura e di cucina con in mente l'idea dello scambio culturale
e della didattica rivolta al turismo. Personalmente, posso dire di aver ricevuto
così tanto da Spoleto Vocal Jazz dove il focus è veramente sul cantante e
sull'improvvisazione! Ho ricevuto molti strumenti pratici da applicare al mio canto
e all'improvvisazione. Perciò, scusatemi, devo tornare ad imparare bene il walking
bass di "Bye Bye Blackbird"!!
Speriamo di reincontrarci a Spoleto il prossimo anno!
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Data pubblicazione: 16/09/2006
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