Intervista a
Giovanni MAZZARINO
di
Marco Losavio
JAZZITALIA:
Tra le tue collaborazioni,
ovviamente, spicca il trio con Nussbaum e Swallow, due grandi
musicisti che non suonano certo col primo arrivato. Parlaci di questa esperienza
da leader e del tuo ultimo CD, "Nostalgia", registrato, appunto, con loro.
GIOVANNI MAZZARINO:
La caratteristica di questo trio è
il "relax" non solo musicale ma soprattutto umano. Steve ed Adam oltre ad
essere due grandi musicisti, sono anche delle persone meravigliose. Tra di noi
c'è una grande complicità come i vecchi amici ... Le decisioni (di qualunque
tipo) sono veramente, per così dire, collegiali ... E' bello, facile e sempre
emozionante suonare con loro ... ogni volta è come salire su un'astronave per
andare ad esplorare mondi nuovi. Tra luglio ed agosto 2003 faremo un lungo tour
per l'Europa, e probabilmente faremo un disco live…
JI:
Randy Brecker e Tom
Harrell, altri due grandi trombettisti con cui hai suonato. Cosa ti hanno
trasmesso?
GM:
Sono due grandi musicisti!!!
Brecker è una forza della natura, da lui ho imparato (suoniamo insieme dal '98)
una grande disciplina nello studio, umiltà e professionismo ad alti livelli…
Harrell mi ha totalmente cambiato la vita musicale.. La sua impronta compositiva
oltre che musicale, e la sua carica umana, da tre anni, è perfettamente impressa
dentro di me.. L'esperienza Harrell è stata la cosa più bella che avessi mai
potuto fare.. Grazie Tom.!!!!
JI:
Con chi altro ti piacerebbe
collaborare e in che tipo di progetto?
GM:
Devo dire che ho sempre avuto un
piccolo sogno nel cassetto ... Charlie Haden, Paul Motian e Jim
Hall!! Questa la formazione con cui registrerei un nuovo disco e farei dei
concerti.
JI:
Tu sei indubbiamente dotato di
una grande poliedricità dato che ti cimenti in vari ensemble: trio,
quartetto/quintetto al servizio di fiati di primordine come Bearzatti e Bosso,
ma anche con supporto alla voce, come ad esempio col grande Mark Murphy. Come si
deve porre il pianista nel giusto modo in situazioni così diverse? C'è una
situazione in cui ti senti più a tuo agio, che prediligi di più.
GM:
Ritengo che il miglior modo sia
quello di ascoltare attentamente e con grande passione i partners con i quali
suoni ... Questo vale per tutti i tipi di ensemble (ora trio ora quartetto, od
altro).
La situazione musicale che prediligo è il trio… ma amo anche suonare in
quintetto, e mi piace molto accompagnare le/i cantanti…
JI:
Ascoltandoti suonare,
soprattutto nelle ballads, si avverte una tua ricerca della nota, non c'è la
frenesia di colpire i tasti ma piuttosto una calma in attesa del momento giusto
in cui inserire la nota giusta. Pensi anche tu che sia così?
GM:
La ricerca della nota, il suono e
la cura del dettaglio sono assolutamente fondamentali per chi suona musica Jazz.
La mia opinione è che la musica in genere, ed in particolare il Jazz non si
suona solo con le scale o con gli arpeggi, i muscoli sono solo un mezzo per
esprimersi, ma senza il cuore e la testa ... è difficile (per usare un
eufemismo) fare della buona musica ...
JI:
Parlami del tuo quintetto ...
ci sono progetti discografici in cantiere?
GM:
A febbraio uscirà il disco nuovo
del quintetto sempre edito dalla Splash Record. il titolo è "THE
CYCLONE" ... le musiche sono tutte mie ad eccezione di due brani uno di Tom
Harrell e l'altro di George Robert. Sono molto felice del mio quintetto ... i
musicisti Francesco Bearzatti,
Fabrizio Bosso, Stefano Senni ed Andrea Michelutti, sono
realmente straordinari ... ognuno di loro con caratteristiche ed inclinazioni
differenti, sono musicisti di grande qualità…
Anche in questo gruppo l'affiatamento, l'amicizia, l'ottimo livello
professionale fa del quintetto la mia formazione (insieme al trio con Steve e
Adam) preferita.
JI:
Ci sono, soprattutto in Europa,
molti tentativi di fusione tra folklore, musica etnica e jazz. Pensi che siano
dei tentativi di "appropriazione indebita" di questa musica o pensi che sia una
naturale evoluzione della cultura musicale europea?
GM:
Che si tratti di altra musica
(cioè non Jazz) è indubbio ... il senso estetico è completamente diverso ... ma
al tempo stesso ritengo che questo tipo di contributo diverso, esteticamente e
culturalmente, faccia molto bene alla musica jazz ...
JI:
Cosa ne pensi del Free Jazz o
in genere dell'avanguardia ...
GM:
Se suonati bene mi piacciano molto
... Il problema è che il confine tra arte e bluff è troppo labile ... per cui
una buona parte delle volte dei prodotti assolutamente scadenti vengono
considerati, dalla critica o da alcuni discografici dei capolavori .... Del
resto anche all'interno dell'ambiente dei critici o della discografia ci sono
dei bluff (fortunatamente pochi, ma ci sono) ... Un'altra cosa importante è
l'elemento discriminante che fa la differenza, cioè: lo Swing ed il
Groove ... Io posso fare musica non necessariamente suonando le frasi di
Dexter Gordon ... Ma è d'obbligo suonare con Swing ...
Posso non suonare sugli accordi utilizzando ora quella ora l'altra scala o
arpeggio sbagliato ... posso suonare note sbagliate ... Ma se hanno swing e
riesco ad emozionare allora per me questa è già musica (trattasi di paradosso ma
è più accettabile del bluff) ... Io ritengo che suonare Avanguardia sia molto
difficile ... perché le qualità artistiche necessarie per poter affrontare
questo gradino superiore devono essere di alto livello ... Ho molto rispetto per
questo modo di fare musica (forse il più alto); ... detesto invece chi,
attraverso il nome Jazz di Avanguardia, millanta arte al posto di un evidente
bluff.
JI:
Conosci
Umberto Cesàri?
GM:
Purtroppo no ... ma ho visto lo
spazio dedicato su Jazzitalia e, cosa devo dire, in modo lapidario ma certo:
ottimo pianista, ottimo artista.
JI:
Cosa pensi che abbiano in più
paesi come la Francia in cui alcuni nostri musicisti sono diventati delle vere e
proprie star internazionali?
GM:
Sono Paesi organizzati ….!!!!
Organizzati in maniera tale che i musicisti francesi o quelli stranieri che
vivono lì, possono svolgere seriamente il loro lavoro… Etichette che producono,
promuovono!!! Stazioni radio che diffondono in maniera continuativa musica jazz;
jazz clubs che programmano tutti i giorni con anche contributi statali;
strutture serie finanziate adeguatamente ... Politica contributiva ed
occupazionale ad alti livelli ... La Francia, per es., non si trova in un altro
pianeta ... è GIUSTO che sia così ... è l'Italia che fa meno di quello che
normalmente un Paese, con la nostra tradizione culturale, dovrebbe fare ...
JI:
Cosa ha Brad Mehldau per
essere una star mondiale?
GM:
Suona benissimo ... È un musicista
completo ….!!!! Tra l'altro è uno dei miei preferiti…..
JI:
E Diana Krall?
GM:
Canta bene, ma suona meglio il
piano ... Queste due cose messe insieme fanno già tanto ... E' una musicista
sicuramente intelligente, bella e piena di swing ... Che si vuole di più???
JI:
Non so, magari conoscerla :-))
Tu insegni al conservatorio. Cosa pensi della didattica jazz in questi istituti?
GM:
Non insegno più ... Ritengo che la
parola Conservatorio abbia già in sé una contraddizione..!!
Come può essere studiata la musica jazz (ricerca, innovazione, progresso) al
Conservatorio, se ancora i programmi scolastici dello stesso parlano di
argomenti di circa trecento anni fa???
Quindi al fine di evitare polemiche desidererei non continuare a rispondere su
questa domanda….!!!
JI:
E dei seminari, delle clinics
come Umbria Jazz, Siena…li consigli?
GM:
Come esperienza di studio per chi
è alle prime armi ... è sicuramente una cosa molto utile!!!!!!!!!
JI:
Pensi sia importante conoscere
e assimilare la tradizione?
GM:
FONDAMENTALE ... Che poi bisogna
anche staccarsene per abbracciare altro tipo di culture e linguaggi per una
conoscenza musicale a 360 gradi, questa è un'altra cosa ...
La mia opinione è che bisogna conoscere molto bene la tradizione della musica
Jazz, senza fare salti culturali (attenzione altrimenti si cade) ma nel contempo
non rimanere ancorati ad idee conservatrici bensì ricercare sempre.. la ricerca
è in genere il sale delle scoperte delle innovazioni e per questo motivo va
assecondata ...
JI:
Che cosa deve fare un giovane
per diventare jazzista e dove può trovare gli stimoli per scegliere di
diventarlo da professionista?
GM:
Quello che posso dire è che se si
ha del talento per suonare Jazz, bisogna mettersi in contatto con dei musicisti
bravi che possono comunicare tutta la loro esperienza ... Trovare altresì
musicisti che vogliano condividere un percorso musicale attraverso prove,
incontri, e che non siano assillati dal "Gig" ... Incominciare a scrivere
ed ad ascoltare tanta musica ... Studiare non per diventare il più muscoloso, ma
per ricercare all'interno del linguaggio jazzistico una propria dimensione ...
Cercare di suonare più che si può ... non sparlare dei propri colleghi, ... e
soprattutto credere in quello che si fa.
Mi rendo conto che tutto ciò oggi è ancora più difficile… I jazz club promuovono
poco i giovani, anche perché programmando loro (poco conosciuti) non
riuscirebbero ad incassare dei soldi che servono per la continuazione di una
programmazione e quindi sopravvivenza dello stesso Jazz Club… I teatri non ne
parliamo neanche…. L'unica strada possibile è che lo Stato Italiano, dovrebbe
mettere a disposizione contributi e finanziamenti al fine di poter fare esibire
i giovani, che intanto prendono confidenza con il pubblico e con questo duro
lavoro; giovani che tra l'altro avrebbero la possibilità di confrontarsi tra
loro, e quindi necessariamente migliorare…
Sto parlando di un'utopia??? Non so!!! Spero che questo possa avverarsi…!!!
JI:
Tu studi ancora? Come è
organizzata la tua giornata?
GM:
SEMPRE ... e ne avrò per molto!!!!
Non esiste una giornata tipo ... Ma posso dirti che studio 4/5 ore al giorno,
quando ovviamente sono a casa ... tu mi domanderai cosa studi ... Suono tanto,
cerco di scoprire possibilmente sempre cose nuove, che aiutano a rinnovarmi ed a
migliorarmi…
JI:
Che musica ascolti?
GM:
Jazz (Jarret, Mehldau, Stan Getz,
Kenny Barron, Bill Evans, Tom Harrell, Horace Silver, Frank Sinatra, Count
Basie), Soul (James Brown ... è uno dei miei preferiti), pop americano anni '80
(Al Jarreau, Micheal Franks, ecc.), Classica (Mozart, Chopin, Bach ed altri)
JI:
Il premio Top Jazz 2002
come miglior giovane talento è arrivato in un momento di maturità. Pensi siano
importanti questi riconoscimenti?
GM:
Da un punto di vista artistico il
valore è pressoché nullo ... per quanto concerne l'attività professionale è
sicuramente di grande aiuto, ti apre porte che diversamente sarebbero rimaste
chiuse ... (ma non sempre si aprono)!!!
JI:
Come deve essere il critico
ideale?
GM:
Onesto intellettualmente e
competente ... laddove i suoi gusti musicali siano supportati da una competenza
adeguata e non da uno schieramento "politico" che lo dequalificherebbero ...
JI:
Una domanda provocatoria, ti
chiama Baglioni in tournèe, ci vai?
GM:
Perché no??? Se in genere il
musicista che mi contatta fa (per i miei gusti) della buona musica è ovvio che
io ci vada…
JI:
L'iniziativa di Arbore
ha suscitato grosse polemiche. Secondo te perchè? Le condividi?
GM:
Non conosco l'iniziativa di Arbore
...
JI:
In Brasile Gilberto Gil
è stato nominato ministro della cultura, in Italia … lasciamo perdere ma se per
caso tu fossi nominato ministro della musica, tre cose che faresti in favore del
jazz.
GM:
L'istituzione di un network
televisivo dedicato alla musica d'Arte ed all'improvvisazione anche in campi
diversi dalla musica Jazz (teatro, cinema, altre espressioni artistiche) ...
Una legge che preveda la tutela degli artisti in termini assolutamente seri
(aspetto previdenziale, occupazionale) riscattando e capovolgendo il principio
per il quale tanti pensano che siamo dei nulla facenti e che abbiamo l'hobby di
suonare, dipingere, od altro ...
Organizzare festivals, meetings, concerti, e quindi istituire organizzazioni e
strutture che si occupino in maniera ufficiale della divulgazione della musica
Jazz, emarginando per sempre quei pochi ma fastidiosissimi birraioli e
chiacchieroni (che intasano la rete internet con stupidaggini) che si arrogano
il diritto di organizzare la musica Jazz ...
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Data pubblicazione: 17/01/2003
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