Jazzitalia - Lezioni Percussioni 2: Gli strumenti della musica afro-cubana
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Gli strumenti della musica afro-cubana
di Antonio Gentile
percmaster@inwind.it

Gli strumenti usati nella musica afrocubana e nelle sue derivazioni sono il risultato di secoli di fusione tra culture diverse, di innovazioni, sviluppo e grandi mutamenti. Alcuni di questi strumenti sono addirittura sopravvissuti alla cultura che li ha creati.

STRUMENTI DI ORIGINE EUROPEA
Strumenti a corda
M
olti strumenti della famiglia della chitarra arrivarono a Cuba tramite gli spagnoli fin dal XV secolo. Vennero usati soprattutto dai troubadores e comprendevano la vihuela, la bandurria e il laud. In seguito arrivarono anche la chitarra e sue versioni più piccole come il requinto ed il tiple. Altri strumenti a corda importati dall'Europa furono il violino, la viola ed il violoncello.

Strumenti a fiato
Sempre tramite gli spagnoli arrivarono molti strumenti a fiato tra cui la corneta (cornetta o tromba militare) mentre i francesi importarono il piccolo, il flauto, l'oboe, il clarinetto, la tromba ed il corno francese. Tra gli strumenti a fiato anche se un po' impropri possiamo citare la botija o botijuela, un'anfora in ceramica usata per trasportare l'olio d'oliva dalla Spagna, usata come basso nel son fino al XIX secolo.

Strumenti a tastiera
I
l primo a giungere a Cuba fu l'organo a canne portato dagli spagnoli nel 1544. Seguì il pianoforte portato dai francesi alla fine del '700 ed infine l'accordion giunto nel 1800.

Strumenti a percussione
G
li spagnoli introdussero alcune percussioni molto diffuse nella loro musica quali le castañuelas (nacchere), pandereta e pandero (tamburello basco). I francesi invece introdussero nel XVI secolo i timpani.

STRUMENTI DI ORIGINE AFRICANA
Strumenti Yoruba
Portati dagli schiavi Yoruba o Lucumì, provenienti dall'attuale Nigeria, comprendono una significativa serie di strumenti a percussione.

  • I batà sono tamburi sacri a forma di clessidra asimmetrica fornita di due pelli alle estremità. Iyà è il più grande, Itòtele il medio e Okònkolo il più piccolo. Sono accompagnati da un sistro di metallo chiamato atcheré.
  • Gli agbé o guiros altrimenti conosciuti come chekeré sono zucche di diverse dimensioni ricoperte da un intreccio di semi o conchiglie. Si suonano in gruppi di tre. Il più piccolo si chiama cachimbo o golpe, il medio segundo ed il più grande caja. Spesso sono accompagnati da guataca o agogo, idiofoni metallici a percussione.
  • I tamburi bembé sono tamburi a una pelle scavati in tronchi di palma. Anche questi si suonano in gruppi di tre: erun, obbatà e Iyà.
  • I tamburi Iyesà sono gruppi di quattro tamburi cilindrici suonati con bacchette. Dal più grave al più acuto si chiamano caja, segundo, tercero e bajo (suonato con le mani). Sono accompagnati da agogo e chekeré.
Strumenti dahomeiani
Portati dagli schiavi Ararà provenienti dal Dahomey o dagli schiavi fuggiti dalla rivoluzione Haitiana includono:
  • Tumba francesa. Insieme di quattro grandi tamburi a una pelle e caratterizzati da una corda di budello che attraversa il diametro della pelle stessa. Si chiamano premier o redublé, second, bulà o bebé e tambora. Sono accompagnati dal catà (fusto di un tamburo senza pelle percosso con bacchette) e da un sistro di metallo chiamato chacha o maruga.
  • I tamburi Ararà propriamente detti sono tamburi sacri a una pelle suonati sia con le mani che con bacchette. Si chiamano caja o junga, junguedde e juncito. A volte si aggiunge anche il jun. Sono accompagnati da una campana chiamata ogan, da un sistro di metallo chiamato cheré e dai palos, bacchette che colpiscono il fusto del junga.

Strumenti efik (sudanesi)

  • I tamburi Abakwà sono propri della setta segreta dei diablitos e sono l'erikundì, il binkomè e l'obiapà. Sono piccoli tamburi a calice che si tengono sotto il braccio. Insieme all'ogan e agli erikundì (sistri a scuotimento in vimini) accompagnano il bonkò enchemiyà tamburo solista cilindrico molto allungato. A questi si accompagnano altri due tamburi che pur partecipando alle cerimonie spesso non vengono neanche suonati.
Strumenti congolesi
Arrivati insieme agli schiavi congolesi o bantù, comprendono tra gli altri:
  • I tamburi makuta, tamburi ricavati da un tronco scavato, diretti progenitori delle congas.
  • I tamburi di Yuca, lunghi e cilindrici, suonati con la mano nuda e una bacchetta, sono divisi in cachimbo, mula e caja.
  • La marimbula è un lamellofono a pizzico usato come basso nella versione più arcaica del son. Si tratta di una scatola di legno trapezoidale su cui sono applicate lamelle di acciaio intonabili.
Strumenti asiatici
La corneta china o trompeta china è uno strumento a fiato a doppia ancia importato dai lavoratori cinesi nel periodo coloniale. La cajita china, è un idiofono in legno di piccole dimensioni sempre di origine orientale.

Strumenti indigeni
Tra le poche tracce dei primi abitanti di Cuba, gli indios Siboney, Taino e Guanajatabibe rimangono le maracas, sistri a scuotimento fatti con noci di cocco o frutti essiccati ripieni di semi ai quali viene applicato un manico di legno. Esistono anche le maracas de cuero fatte in pelle essiccata e le marugas o atcheré in metallo. I fotutos sono grosse conchiglie marine utilizzate come corni.

Strumenti cubani
Dalla combinazione di elementi europei, africani e forse indios, sono nati strumenti ibridi, divenuti poi tipicamente cubani. Ecco i principali.
  • Il Tres è una piccola chitarra fornita di tre corde doppie, usata principalmente per accompagnare il son.
  • Timbales. La parola stessa deriva dal nome francese dei timpani sinfonici. Da questi ultimi deriva infatti il timbal criollo cubano. Originariamente in forma di caldaia di rame con pelli animali si chiamavano anche pailas e venivano suonati con sottili bacchette. Alla fine dell'800 la forma iniziò a semplificarsi da calotta a cilindro ed il materiale si impoverì divenendo prima legno e poi ferro.
  • Il guiro è un frutto essiccato sul cui dorso vengono scavati dei piccoli solchi paralleli su cui viene fatta scorrere una bacchettina. Si tratta infatti di un idiofono a raschiamento estremamente diffuso nella musica cubana.
  • I cajones sono scatole di legno da imballaggio di diverse dimensioni. Venivano usate dai creoli delle città che erano talmente poveri da non possedere neppure i tamburi. Pare che siano state utilizzate all'origine della rumba. Solitamente sono di tre dimensioni: mayor, segundo e tercero.
  • I bongos sono due piccoli tamburi uniti insieme da un pezzetto di legno. Il tamburo più piccolo si chiama macho il più grande hembra, ma spesso vengono considerati un solo strumento. Non si sa bene da quale strumento africano derivino ma nascono nella provincia orientale di Cuba come accompagnamento del primo son.
  • Le congas o tumbadoras sono tamburi a forma di barile con una pelle sulla bocca superiore. Derivano dai tambores de makuta, originariamente scavati nel tronco di un albero, poi realizzati a doghe di legno come le botti. Inizialmente la pelle veniva inchiodata sul bordo e scaldata prima dell'uso, da cui il nome congas de candela. Verso gli anni '30 comparvero le prime accordature meccaniche. Sono usualmente in tre misure: quinto, conga e tumba o tumbadora. Usate inizialmente nella rumba sono poi entrate a far parte della sezione ritmica tradizionale del son.
  • Il bombo criollo è un adattamento della grancassa militare europea. viene utilizzato principalmente nelle sfilate del carnevale.
  • I sartenes sono comuni padelle da cucina, inchiodate su di un asse di legno e suonati con bacchettine di metallo.
  • Il cencerro o campana deriva dal campanaccio da mucca a cui è stato rimosso il batacchio. Viene tenuto in una mano mentre l'altra lo suona con un corto battente in legno. La tecnica, mutuata da quella dell'ekon abakwà, consente di ottenere due suoni distinti; uno aperto ed uno stoppato. Dopo gli anni trenta ne sono state introdotte altre versioni di misure differenti applicabili ai timbales insieme alla cajita china. Tra le più diffuse la campana mambo e la chacha.
  • La guataca, è un valido sostituto della campana in molti stili africani. Si tratta semplicemente della parte metallica della zappa suonata con una bacchettina di metallo.
  • Le claves sono forse il più semplice ma anche il più celebrato strumento cubano. Sono due corti legnetti percossi uno sull'altro e rappresentano il riferimento ritmico di tutti gli altri strumenti. Concettualmente ispirati alla tradizione africana, sembra derivino dalle caviglie marinare, corti attrezzi da marinaio costruiti appunto con legno tropicale, duro e sonoro. Attualmente ne esistono due versioni: la clave criolla e la clave africana nella quale uno dei due legni è considerevolmente più grande dell'altro e cavo.

Antonio Gentile & Franco Baggiani
World Two







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Data ultima modifica: 05/03/2011

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