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That's Dee Dee! Bari,TeatroTeam - 11 dicembre 2002 di Marco
Losavio
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Dee Dee Bridgewater -
voce
Ira Coleman -
contrabbasso
Thierry Eliez - piano,
organo hammond
B3
Minino Garay -
percussioni
Jea Marie Ecay -
chitarre
L'ultimo lavoro di
Dee Dee Bridgewater,
This Is New, per conto della Verve Universal, è interamente dedicato alla musica di
Kurt Weill.
Compositore
tedesco, allievo di Humperdinck e di Busoni, ha vissuto tra il 1900 e il 1950.
In Germania collaborò con Bertold Brecht il quale scrisse vari libretti
musicati da Weill (l'Opera da tre soldi, Happy End...). Poi andò prima a Parigi e poi,
nel 1935, negli Stati Uniti. Lì incontrò Ira Gershwin che gli fornì testi
memorabili come Lady In The Dark (da un libretto di Moss Hart) che sbancò
Broadway con 777 repliche. Molte altre ne seguirono, fra tutte, forse, Lost in the Stars
e
Street Scenes. Ma questa è
storia, lo spettacolo sta per iniziare.
Ore 21,15. Le luci, puntualmente si spengono e le prime note affiorano in
sala. Inizia
questo viaggio all'interno della musica di Kurt Weill con la splendida Dee Dee Bridgewater
al posto di capitano. Non rimane che sedersi, allacciare le cinture
e fidarsi.
Sin dalle prime note si
avverte che la serata offrirà l'opportunità di ascoltare varie sonorità e
infatti si inizia subito con elementi latini e funky oltre che
swing nei primi due brani
I'm a stranger here myself ("One Touch of Venus", 1944) e la mitica
September Song
("Knickerbocker
Holiday
", 1938). Su September Song
Thierry Eliez fa sentire il caldo Hammond B3, purtroppo con un volume non equilibratissimo, ma
sicuramente efficace. Poi è la volta di
My Ship
("Lady in the Dark ", 1941),
altro standard molto suonato dai jazzisti. Dee Dee ci ricorda come questo
brano sia diventato un famoso standard anche perchè era cantato spesso da Ella
in duo con Joe Pass. La sua proposta è stata ancora più
intimistica proponendolo in duo con il contrabbasso di Ira Coleman il quale ha saputo, con
note profonde e con il giusto sustain, mantenere salda sia l'armonia sia il
lento, velato ritmo in modo da farne una ballad delicatissima. In questo caso Dee
Dee, seduta su una sedia-sgabello, si è inerpicata sulle note della melodia
controllando ogni passaggio non facendo mai perdere all'esecuzione la tensione
che un duo tale riesce a creare.
Il silenzio assoluto del pubblico si interrompe
al termine con un fragoroso e meritato applauso.
Passiamo al tango con
Youkali, testo in francese, suono di bandoneon e ritmo argentino. Senza dubbio un omaggio al Sudamerica, ai suoi
ritmi e alla sua cultura ma anche alla Francia, seconda patria di Dee Dee. Tutto ciò fa
da preludio ad una splendida
Speak Low
("One Touch of Venus ", 1943)
eseguita con lieve beguine. Dopo
l'esposizione del tema, il giovane chitarrista Jean Marie Ecay, effettua un solo
molto bello che precede però un'improvvisazione di Dee Dee assolutamente
straordinaria. Utilizza la voce emulando un trombone e modulando le note proprio
come avrebbe fatto un trombone. Rompe e vibra il suono, allunga le note come se
avesse a disposizione la coulisse. Bravissima.
Si prosegue con il brano che fornisce il titolo al suo ultimo CD:
This Is New
("Lady In The Dark ", 1941). Dee Dee
ci invita a ballare con lei il samba e da il quattro iniziale. Balla Dee Dee,
canta Dee Dee, è un tutt'uno con questa musica, domina la melodia, i testi
sono scanditi molto chiaramente, le frasi sono anche recitate enfatizzando con
la dinamica della voce il significato delle parole. L'hammond riappare in un
solo molto coinvolgente, poi nel finale si va in crescendo con soli di batteria
e percussioni, scat di Dee Dee in cui si mescolano Sudamerica e Africa fino al
finale all'unisono, perfetto.
O ra Dee Dee annuncia un brano che desidera dedicare ad un grande
jazzista considerandolo una sorta di suo padre spirituale, anche per la sua vicinanza
ad Ella. Si tratta dell'indimenticabile Ray Brown e il brano è
Here I'll Stay
("Love Life", 1948).
Chitarra classica e voce creano un'atmosfera molto coinvolgente. Dopo
l'esposizione del tema si aggiunge la base ritmica consentendo così al
chitarrista di sfoderare un solo molto intenso.
The Saga of Jenny
("Lady in the Dark", 1941),
uno dei brani che, personalmente, mi è piaciuto di più è quella che si può definire, una "very nice
song". Dee Dee introduce il brano rammentando come la protagonista del
musical viveva la depressione e cercava di uscirne raccontando i suoi sogni ad
uno psicoanalista. In questo brano quindi ci sono tutti gli aspetti di una
personalità che comunque rifiuta, anche se in modo ironico, l'essere considerata pazza. Si avverte il musical che è nella musica di
Weill con
cambi di tempo, e quindi di modalità espressive, continui: swing, poi bossa,
poi ancora swing, si raddoppia, si dimezza fino ad approdare ad un blues e ad
uno shuffle conclusivo. Grande voce, grande voce nera. Un'interpretazione
eccellente in cui bisogna essere anche attori, oltre che cantanti. Dee Dee ha
saputo interiorizzare questa musica trasmettendo tutta l'intensità emotiva presente nelle
storie musicate da Weill. Aiutata molto anche dai suoi musicisti che hanno persino scherzato sul
palco con lei, facendo il coro in modo "lirico" e trattenendosi a stento le
risate...Si avverte tanta gioia nell'eseguire questa musica, al punto che al
termine di questo brano, un semplice "Ah, Ah, Ah" scandito da Dee Dee, le fa
venire in mente il mitico verso "Ah, Ah, Ah, Ah, Stayin' alive". E' così
che Dee Dee
incita la band a seguirla in un'improvvisazione dance sottolineata non solo
dalla voce ma anche dal ballo. Poi invita Eliez a prendersi un po' di applausi
meritati, considerando anche che Eliez è co-arrangiatore di questo CD insieme a
Cecil Bridgewater. Il tutto viene fatto giocando sull'ambiguità dei versi
"Stay in the light" e "Stayin' Alive". Grande leader Dee Dee, una vera regina del palco.
Sempre con vena molto umoristica, aspetto sorprendente e piacevole,
Dee Dee presenta
il brano Lost in the stars
("Lost In The Stars ", 1944)
simulando una giovane debuttante che, con delicata vocina, e un po' impacciata nei movimenti, gira e rigira tra le parole. Il
brano inizia col piano di Thierry Eliez e il tutto viene suonato con un ottimo
controllo della dinamica, tornando al rispetto profondo verso una delicata
storia sull'apartheid.
Un altro pezzo molto sentito da Dee Dee:
Bilbao Song
("Happy
End", 1929). Un
bellissimo intro di percussioni e batteria scandiscono il tempo dominante che si
rivela essere un flamenco subito sottolineato da Dee Dee sia con vocalizzi che
con passi di danza. Poi inizia la melodia accompagnata dalla chitarra classica.
Un'ottima esecuzione.
Siamo verso la fine e dopo la Spagna è la volta dell'America con
Alabama
song ("Mahagonny", 1928). Uno shuffle degli anni '60
suonato anche dai Doors. L'atmosfera è
molto festosa e il ritmo aiuta a scandire le note di questa song dandole
energia. Il primo solo è dell'hammond con un bell'effetto percussivo tale da
farlo sembrare quasi una marimba. Il tutto prosegue in crescendo e su questo shuffle
l'organo è, come si suol dire, "invitato a nozze". In effetti Thierry Eliez
esegue un gran bel solo. E' questo il preludio allo scat di Dee Dee scandito
ritmicamente da Hutchinson e Garay che la seguono creando quasi un
unisono ritmico molto coinvolgente senza però perdere l'intenzione originaria del
brano. Dee Dee poi utilizza lo scat per introdurre il solo degli altri musicisti
spostandosi sul palco e avvicinandosi a loro: prima la chitarra e poi il
contrabbasso. Tra Ira Coleman e Dee Dee inizia un bel duo. Dee Dee improvvisa
sul walkin' di Coleman contrappuntandolo e seguendolo: prende note molto gravi,
poi risale, accelera, rallenta, diventa più delirante richiamando lo spirito
blues del brano. Poi lascia più spazio al contrabbasso ponendosi in secondo
piano finchè insieme avviano
uno swing fast in cui il walkin' fa da base a Dee Dee che invece improvvisa in
modo molto
Fitzgeraldiano: è questa la Dee Dee che il pubblico mostra di amare di più! Ma comunque non è finita perchè è
la volta anche di Hutchinson che finalmente ci offre un suo solo in cui richiama
il tema scandendolo sui tamburi. Gran finale e meritatissimo applauso da parte
del pubblico che, ovviamente, chiama per il bis.
Il gruppo rientra ed esegue, dinanzi ad un pubblico
ormai tutto in piedi, un
tributo inaspettato ad un altro grande: Charlie Christian! Metronomo a 300 e ci
vuole tutta l'abilità scat di Dee Dee per eseguire all'unisono con il
chitarrista il tema di Airmail
Special senza perdere una mezza nota: bravissimi!
Ovviamente improvvisano e credo che l'Ella che c'è e che sempre ci sarà nel
cuore di Dee Dee sia alla fine uscita prepotentemente fuori. E' parte di lei anche se ne parla
quasi con umiltà, anche se forse oramai ne vorrebbe un po' fuggire, ma Ella è il
jazz, e Dee Dee è jazz.
Il pezzo va avanti così come un'ultima esplosione di energia da parte di tutti (nel frenetico scat di improvvisazione
Dee Dee accenna anche St. Thomas) finchè l'ultima nota conclude questa
straordinaria performance.
A pplausi
scroscianti per l'energia trasmessa, l'altissimo livello esecutivo, il grande trasporto e la passione
posta in questa musica, nel proprio lavoro. Non ancora esaurite tutte le forze, Dee
Dee sorprende sia il pubblico che i suoi compagni di viaggio, e da sola canta "Amazing grace". Un gospel
prontamente sottolineato all'hammond
da Eliez. Lo canta con vigore, con rabbia, col corpo e con la voce perchè è un
inno alla pace, all'amore, un invito alla non violenza che tutti noi cogliamo e
facciamo nostro ringraziando ancora una volta questo gesto che si rivela
anche un importante messaggio.
Il concerto è finito
realmente, la
gente ancora canticchia nel teatro mentre sfila via, alcuni continuano a
ballare, tutti concordano sul fatto che sia stato un evento eccezionale. Io, da
parte mia, rimango lì a guardare il palco vuoto e a ripensare alla grandiosità
di questa donna che ho avuto l'onore di conoscere e intervistare prima del
concerto. La sua voce ancora risuona tra le pareti di questo teatro che non la
dimenticherà facilmente, la sua voce entra di diritto nell'albo delle voci che
non si possono non riconoscere: basta infatti ascoltarla un istante
solo per poter dire inconfondibilmente: That's Dee Dee!
fai
click qui
per leggere l'intervista
a Dee Dee Bridgewater
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Data pubblicazione: 18/12/2002
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