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We Jazz 2018

Helsinki, 2-9 dicembre
di Vincenzo Fugaldi

Abdisa Assefa - We Jazz 2018Animal Image - We Jazz 2018Bowman Trio - We Jazz 2018Dalindèo - We Jazz 2018Dalindèo - We Jazz 2018Downes - We Jazz 2018Eldh - We Jazz 2018
Enemy - We Jazz 2018Ilmiliekki - We Jazz 2018Ilmiliekki - We Jazz 2018Kallio - We Jazz 2018Kim Mihr - We Jazz 2018Kontrafouris - Lassy - Assefa - We Jazz 2018
Lassy - groupLassy - groupLassy - groupLassy - We Jazz 2018Lassy - We Jazz 2018Lassy - We Jazz 2018
Lohuivuori - We Jazz 2018Lohuivuori - We Jazz 2018Lötjönen - We Jazz 2018Maddren - We Jazz 2018Mäenpää - We Jazz 2018Mäkynen - We Jazz 2018Mäkynen - We Jazz 2018
Mäkynen - We Jazz 2018Moskus - We Jazz 2018Nikku - We Jazz 2018Nikku - We Jazz 2018Nikku - Tuuri - We Jazz 2018Nummela - We Jazz 2018Pelican - We Jazz 2018Pohjola - We Jazz 2018
Pelican - We Jazz 2018Rissanen - We Jazz 2018Rissanen Trio - We Jazz 2018Tuuri - We Jazz 2018
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Il festival autunnale della capitale finlandese, per la direzione artistica appassionata e competente di Matti Nives, è alla edizione numero sei. Collegato all'etichetta discografica indipendente omonima, We Jazz offre una scelta degli spazi concertistici – spesso sold out - aperta a sempre nuove possibilità e dà la possibilità di conoscere una scena musicale ricca di forti personalità artistiche e nuovi fermenti. Aperto anche ad altri paesi, il festival ha presentato negli otto giorni della sua durata una panoramica ampia della scena europea, con vari gruppi tra cui Phronesis, Philip Gropper's Philm, Koma Saxo, Richard Andersson Nor, con aperture anche agli Stati Uniti (Anteloper, Logan Richardson Blues People).

ll weekend conclusivo, che chi scrive ha seguito, è iniziato in uno spazio davvero insolito, un box di un deposito privato temporaneo, il Pelican Self Storage Töölö. Due set di musica acustica improvvisata – e misteriosa sino all'ora del concerto - in uno spazio ristretto attrezzato per l'occasione con una serie di semplici lampadine e dei panchetti per il pubblico. Il sassofonista svedese Otis Sandsjöe (appartenente al gruppo Y-Otis) e il batterista finlandese Joonas Leppänen (che fa parte del gruppo Alder Ego), hanno condotto un set di improvvisazione radicale che ben si amalgamava con l'atmosfera dell'insolito luogo. Altrettanto ha fatto il sassofonista baritono Mikko Innanen, che ha sviluppato la sua ardita improvvisazione sul tema della circolarità, coniugando la respirazione circolare con una rotazione del corpo e utilizzando oggetti inseriti nella campana dello strumento per deformarne il suono.



Il G Livelab è uno dei jazz club più gradevoli del vecchio continente. Un unico grande, accogliente ed esteticamente godibile spazio vetrato sulla via principale dalla perfetta acustica, con un'amplificazione di alta qualità, che ha ospitato degnamente i musicisti della serata del 7 dicembre. L'Ilmiliekki Quartet (Verneri Pohjola, tromba; Tuomo Prättälä, pianoforte; Antti Lötjönen, contrabbasso; Olavi Lohuivuori, batteria) è uno dei gruppi europei più interessanti. Fondato nel 2002, con una discografia non ampia (un primo disco nel 2003, uno nel 2006 e due con la cantante Emma Salokoski nel 2009 e nel 2018), ma con un nuovo disco in uscita nei primi mesi del 2019 per la We Jazz, il quartetto ha eseguito il repertorio del disco futuro mostrando sin dal primo brano (l'eponimo Land of the Real Men) un perfetto equilibrio, sonorità limpide, ottima interazione, dinamiche curate, e composizioni originali gradevoli e coinvolgenti che lasciavano spazio ad assolo di estrema qualità, con la efficace e multiforme tromba di Pohjola in primo piano ma che valorizzavano anche il drumming puntuale e creativo di Lohuivuori, il pertinente supporto armonico e solistico di Prättälä e il solido sostegno di Lötjönen, uno dei contrabbassisti finlandesi più attivi. I quattro hanno eseguito anche una sorprendente versione di O Superman di Laurie Anderson, con un arrangiamento sopraffino, di carattere minimalista.

Enemy è un trio composto dal contrabbassista svedese Frans Petter Eldh e dai britannici Kit Downes (pianoforte) e James Maddren (batteria). Con all'attivo un disco per la Edition Records, i tre giovani ma ben affermati musicisti (Eldh fa parte, tra l'altro del trio Belovèd di Django Bates) hanno basato il loro set sull'esecuzione di alcuni brani del loro recente album freschi e coinvolgenti, interpretati con intensità, a tratti con frenesia, raggiungendo momenti di particolare riuscita verso la fine del concerto, e ospitando nel bis anche il sax di Sandsjöe.

Suvilahti, un centro di produzione di energia che comprende due gasometri e nove edifici edificato nei primi anni del secolo scorso, è oggi utilizzato dal Comune di Helsinki per finalità culturali. L'auditorium Kattilahalli ha ospitato il set del trio del pianista Aki Rissanen, con Anti Lötjönen e Teppo Mäkynen. Due album pubblicati dalla Edition Record nel 2016 («Amorandom») e nel 2017 («Another North») per un gruppo finlandese particolarmente talentuoso, affermato sulla scena internazionale, che ha pienamente convinto grazie a un compiuto affiatamento, a una elevata perizia tecnica mai fine a sé stessa, e a un repertorio che omaggiava grandi compositori come György Ligeti e Carlo Gesualdo, con rifacimenti particolarmente efficaci, di ineccepibile gusto. Da citare anche un rilassato, cool For Jimmy Giuffre, con un assolo di batteria di Mäkynen da antologia.

Al musicista e compositore polacco Krzysztof Komeda del quale nel 2019 decorre il cinquantennio dalla morte era dedicato il concerto multimediale del gruppo Dalindèo (Valtteri Laurell Pöyönen, chitarra; Petri Poulitaival, sax tenore e flauto; Jose Mäenpää, tromba; Jaska Lukkarinen, batteria; Rasmus Pailos, percussioni ed elettronica). L'omaggio a Komeda è un progetto nato dalla volontà di Michał Gawlicz, produttore polacco recentemente scomparso. A Helsinki Dalindèo celebrates Komeda, eseguito per l'ultima volta a causa della scomparsa di Gawlicz, consisteva in una dozzina di brani del compositore polacco, noto anche per le splendide colonne sonore di alcuni film di Roman Polanski, eseguiti durante la proiezione di un documentario polacco ricco di interviste, che ripercorreva la carriera artistica del compositore e musicista. Le splendide musiche di Komeda, già oggetto di ottime rivisitazioni (a esempio da parte del compianto Tomasz Stańko) sono state riarrangiate con estrema cura, eseguite intervallate dal sonoro del documentario, e in alcuni brani impreziosite dalla personalissima voce soul della cantante Emose. Un gruppo dallo swing solare e convincente: rimane solo il rammarico di sapere che non sarà dato seguito al progetto che probabilmente non sarà registrato.

Altri spazi all'interno del Suvilahti hanno poi ospitato concerti differenti: un sestetto norvegese denominato Kim Mihr, con quattro chitarre, batteria e percussioni, che ha proposto una musica piuttosto statica, dall'incerto divenire; un piano trio pure norvegese, Moskus, già affermato, con quattro dischi all'attivo, che ha proposto un set improvvisato, muscolare, libero e aperto. Ha concluso la serata il quintetto del noto sassofonista Timo Lassy, con Georgios Kontrafouris alle tastiere, Lötjönen al contrabbasso, Mäkynen alla batteria e Abdisa Assefa alle percussioni. Un entusiasmante gruppo di soul jazz, che ha eseguito con estrema eleganza le godibilissime composizioni originali riscuotendo un meritato tripudio di applausi dall'affollato uditorio. Lo stile solistico del sax tenore del leader è profondamente radicato nell'hardbop, agile e determinato, lucidissimo e travolgente, e tutto il gruppo lo sostiene con particolare efficacia, con una menzione particolare per il lavoro coordinato del batterista e del percussionista, ma anche per il florido pianismo di Kontrafouris e il fondamentale ruolo di Lötjönen, il contrabbassista più ascoltato durante il festival.

L'ultima serata dell'edizione 2018 di We Jazz è iniziata nei locali della galleria Helsinki Contemporary che ha ospitato il Bowman Trio (Tomi Nikku, tromba e flicorno; Joonas Tuuri, contrabbasso; Sami Nummela, batteria). Mentre le pareti bianche dello spazio espositivo accoglievano la proiezione in loop di un filmato di video arte dedicato a Barack Obama, il gruppo di giovanissimi – tutti non ancora trentenni – ha fornito una prestazione maiuscola, mostrando una chiarezza di idee e propositi musicali davvero encomiabili. Il gruppo, selezionato nel 2015 come We Jazz Rising Star, valorizza ogni possibilità della scarna formazione, con un approccio limpido e una musica di gradevole impatto, ben equilibrata fra tradizione e contemporaneità, con alcuni richiami a Ornette Coleman. Una formazione e degli ottimi musicisti di cui sentiremo parlare anche in futuro.

Alla vigilia della chiusura per lavori di restauro, Andorra, la nota sala cinematografica dei fratelli registi Mika e Aki Kaurismaki ha ospitato il concerto finale del festival, la sonorizzazione dal vivo del film Animal Image, contenuta nell'omonimo disco in duo registrato per la Edition Records da Verneri Pohjola e Mika Kallio. Il documentario, proiettato in una versione di circa 40 minuti, è stato girato in uno splendido bianco e nero con una macchina da presa degli anni cinquanta del secolo scorso in paesaggi di rara bellezza in Islanda, Finlandia ed Estonia, e tratta delle relazioni tra uomini, natura e animali. Una sorta di poetica "sinfonia visuale" che rimanda a certo cinema sperimentale degli anni Venti del Novecento, diretta dal regista e fotografo finlandese Perttu Saksa, che racconta il viaggio del fotografo naturalista Heikki Willamo per incontrare gli animali nel loro ambiente: orsi, volpi, uccelli. Il duo prima della proiezione ha suonato per circa venti minuti, predisponendo l'uditorio alla visione. Affiatatissimi, Pohjola e Kallio (ascoltati insieme anche nell'edizione 2018 del Südtirol Jazz Festival) agiscono in assoluta empatia, fornendo alle suggestive immagini del film il commento sonoro più appropriato, condotto con una spiccata sapienza improvvisativa, dall'uso del gong per ottenerne suoni lunghi al suono sabbioso della tromba riprodotta più volte grazie a una loop station.

Degna conclusione per un festival che si distingue nel panorama europeo per entusiasmo, chiarezza di idee e volontà innovativa, premiato dalla costante presenza di un folto pubblico preparato e intergenerazionale. Una piccola nota a margine: in Finlandia il vinile è più vivo che mai, sempre reperibile nei tanti negozi di dischi del paese, insieme persino a supporti qui da tempo spariti come le cassette.







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Data pubblicazione: 01/01/2019

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