Clelia Cafiero Le danze cubane di Ignacio Cervantes Milano - Atelier Musicale - Auditorium di Vittorio - 8 marzo 2014
di Andrea Gaggero foto di Angela Bartolo
Altro appuntamento di assoluto rilievo per l'Atelier Musicale
non solo, o non tanto, per la presenza della bravissima Clelia Cafiero quanto
per la scelta, coraggiosa quanto meritoria, di un repertorio musicale e pianistico
poco, o nulla, battuto in Italia. La straordinarietà del concerto è pertanto duplice:
questa è la prima esecuzione assoluta delle 41 Danzas a Milano e la seconda
in Italia; il repertorio è eseguito al pianoforte da una giovane, talentuosa, pianista.
Il più importante musicista dell'Ottocento cubano che aveva studiato
al conservatorio di Parigi, se avvicinato con mente, cuore, ed orecchie, sgombre
da pregiudizi culturali e/o sterili eurocentrismi può riservare grandi, inattese
delizie. Il ruolo e l'importanza di Cervantes nella storia delle musiche afroamericane
non è ancora stato indagato a fondo, men che meno qui da noi, e dobbiamo ringraziare
Maurizio Franco che, con pochi altri, ha avuto l'intuizione di inserire questo
gigante nella programmazione. Ignacio Cervantes (1847-1905) negli anni Sessanta
dell'Ottocento, a Parigi è allievo dello straordinario Marmontel, sostenuto da Rossini
e Listz, diviene l'esponente di spicco del nazionalismo musicale cubano.
Le quarantuno Danzas sono miniature o brevissime riflessioni
in musica, nella forma della contradanza e impiegano diffusamente ritmi di origine
afroamericana, quali l'habanera. L'importanza, ruolo e peso di Cuba nella nascita
e formazione delle musiche afroamericane, con il jazz in testa, è tutto da indagare
ma l'influenza delle musiche cubane, di Cervantes in primis, su un pianista quale
Jelly Roll Morton è indubitabile.
L'esecuzione della Cafiero è stata messa a punto e affinata nel
corso dei mesi con una grande attenzione all'aspetto ritmico e dinamico delle Danzas
facendo attenzione a non considerare queste musiche alla stregua di brani minori
del pianismo ottocentesco di matrice europea (Listz, Chopin) ma cercando di cogliere
l'originalità e peculiarità delle pagine che si trova invece nel loro saper coniugare
due tradizioni musicali e culturali apparentemente assai distanti. Un plauso va
allora alla bravissima Clelia Cafiero che, nonostante la difficoltà di alcuni passaggi
e la tensione, palpabile lungo il corso dell'esecuzione, ha dimostrato una grinta,
caparbietà, passionalità e potenza sonora rare.