9 O'Clock featuring
Airto Moreira
12 Febbraio 2006: sala san Giorgio - Noale (Ve)
di Giovanni Greto
Nell'ambito della rassegna Terramossa, che sta ad indicare un fazzoletto
di terra limitato dai confini dei 7 comuni del miranese - Spinea, Mirano, S.Maria
di Sala, Salzano, Scorzè e Martellago -, secondo quanto afferma l'ideatore artistico,
ossia l'associazione culturale circolo
1554, abbiamo assistito a Noale all'esibizione di un nome basilare per la
percussione brasiliana, per le origini, ma anche per lo sviluppo: Airto Moreira.
Il gruppo di ambito veneziano '9 o'clock', che da 6 anni diffonde
ovunque sia possibile la musica dei Weather Report, secondo le parole del bassista
Stefano Olivato, portavoce del gruppo, è riuscito a catturare uno tra i primi
percussionisti del celebre gruppo per un breve tour nel triveneto e per l'incisione
di un master fatto di brani originali, sperando forse di riscuotere parte del successo
del mitico gruppo americano. Personalmente, non siamo mai stati degli affezionati
ammiratori dei Weather. Li abbiamo anche visti dal vivo un paio di volte, senza
provare un entusiasmo eccessivo. Ci chiediamo dunque: che senso c'è nel
2006 a riproporre con più o meno fedeltà canzoni
come Teen Town,
Black market,
A remake you made,
Birdland, che odorerebbero
di passato anche nell'esecuzione dei musicisti che le crearono? Lo stesso Zawinul,
pur continuando a sfornare gruppi, non propone più quella sorta di jazz-funk-rock,
spostandosi, per ragioni forse non solo commerciali, su di un versante etnico.
Tornando a Noale - davvero confortevole un teatro così pieno la domenica
pomeriggio e dunque complimenti per la scelta dell'orario, con cena per chi lo desiderava
alla tavolata dei musicisti - dopo quattro brani senza l'illustre ospite tra i quali
da cancellare senz'altro Rumba
mama, un banco di prova troppo impegnativo per il percussionista Leonardo
di Angilla, l'entrata di Airto ha dato maggior colore ad un repertorio
di funkyjazz a metà tra originals e Weather. Apprezzatissimo un solo di percussioni
del maestro brasiliano. In 10 minuti con un
pandeiro a pelle
naturale ed apitos ha creato un samba, si è cimentato nel canto profondo,
difonico, tipico, tra gli altri, dei monaci tibetani e ha dimostrato con intelligenza
come un percussionista con parsimonia e dinamicità possa legare a sé con attenzione
un pubblico eterogeneo. Peccato che Airto fosse reduce da problemi di indolenzimento
e affaticamento influenzale, altrimenti, come ci ha confessato Olivato, avrebbe
usato la voce con maggiore frequenza anche in altri brani. Comunque, due minuti
di Moreira, che ha quasi 64 anni, azzerano tutte le esibizioni ai confini
del virtuosismo di parecchi batteristi e percussionisti odierni spesso caratterizzati
da un suono sempre uguale, frasi senza respiro e mancanza di musicalità. Mentre
i grandi, come Potato Valdez o Elvin Jones per fare degli altri esempi,
sono riconoscibili al primo tocco sui tamburi o sui piatti e al primo ascolto di
un cd o di un vinile.
Tra breve Airto partirà per un tour europeo, che non dovrebbe toccare
l'Italia, con
Chick Corea - con il quale registrò il primo e più bello dei
suoi Return to forever - e il contrabbassista portoricano Eddie Gomez.
Detto dell'ospite, Olivato al basso ha riproposto, senza carisma, la sonorità
di Pastorius, Francesco Signorini quelle di Zawinul, Di Angilla ha
percosso senza infamia né lode, ma con troppa forza; regolare il lavoro di
Paolo Prizzon
alla batteria, mentre più meditato è sembrato il lavoro di Gigi Sella al
sassofono soprano, che non ha nemmeno provato a fare il verso ad un musicista geniale
come
Wayne Shorter. Applausi copiosi e scelta di bis weatheriani.
Invia un commento
© 2000 - 2024 Tutto il materiale pubblicato su Jazzitalia è di esclusiva proprietà dell'autore ed è coperto da Copyright internazionale, pertanto non è consentito alcun utilizzo che non sia preventivamente concordato con chi ne detiene i diritti.
|
Questa pagina è stata visitata 4.932 volte
Data pubblicazione: 23/05/2006
|
|