E' morto il pianista Cecil Taylor, aveva
89 anni
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Riccardo
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Cecil Percival Taylor, nato il 25 marzo 1929, è morto nella sua casa di Brooklyn,
il 5 marzo del 2018, all'età di 89 anni.
Di formazione classica, Taylor è noto per il suo enorme contributo al free jazz,
di cui è stato uno dei pionieri. Dotato di un pianismo percussivo, dissonante, alla ricerca di quell'oltre che riuscisse da un lato a trasporre l'energia corporea nel suono prodotto dal gesto e dall'altro la decostruzione massima possibile di qualunque elemento armonico e ritmico riconducibile a radici della tradizione afroamericana sempre presente nel suo background .
Cresciuto nei Queens, a New York, ha iniziato a suonare il piano all'età di sei
anni incoraggiato dalla madre. Ha poi frequentato il New York College of Music e
il New England Conservatory di Boston dove si è diplomato in composizione ed arrangiamento
ed è stato proprio in questo periodo in cui ha avuto le prime influenze della musica
contemporanea europea prevalentemente attraverso i compositori Bartók e Stockhausen.
Nel 1955, Taylor torna a New York dove forma un quartetto con Steve Lacy (sax soprano),
Buell Neidlinger (basso), Dennis Charles (batteria).
La sua prima registrazione, "Jazz Advance", è del 1956 ed è incisa insieme a Lacy
col quale, sempre nel quartetto, si esibisce nel 1957 al Newport Jazz Festival che
poi diventa l'album "At Newport". Nello stesso periodo collabora anche con John
Coltrane incidendo l'album "Stereo Drive", attualmente disponibile con il titolo
"Coltrane Time".
La musica di Taylor, nel decennio '50 - '60, diviene sempre più complessa allontanandosi
dagli stilemi tipicamente jazzistici tanto da non riuscire ad essere ingaggiato
dai club i quali cercavano un jazz più tradizionale. Taylor utilizzava anche uno
spiccato virtuosismo con rapidi cambiamenti di stile e ritmici, frase dopo frase,
caratteristica che ha poi sempre identificato la musica del pianista.
Negli anni '60 Albert Ayler collabora con Taylor e registrano varie sessioni che
poi sono state pubblicate solo nel 2004 in un box di Ayler.
Dal 1961, Taylor lavora regolarmente con Jimmy Lyons al sax alto che, insieme anche
al batterista Sunny Murray (e successivamente Andrew Cyrille) compongono il nucleo
principale di "The Unit", durato fino al 1986, quando Lyons scompare prematuramente.
La vicinanza di Lyons al jazz parkeriano, rendeva la musica avanguardistica del
The Unit di Taylor comunque collegata alla tradizione. Numerose le incisioni tra
cui vanno menzionate "Conquestador" e "Unit Structures" per la Blue Note e il livel
al Cafè Montmartre di Copenhagen pubblicato nell'album "Nefertiti" (1962).
Dopo la morte di Lyons, agli inizi del '90 Taylor forma il "Feel Trio" con William
Parker (bass) e Tony Oxley (drums). Il trio ha un approccio musicale più astratto
rispetto a "The Unit" avvicinandosi ancora molto all'improvvisazione europea. Taylor,
infatti, ha vissuto molti anni a Berlino dove ha suonato con musicisti free com
Oxley, Derek Bailey, Evan Parker, Han Bennink, Tristan Honsinger, Louis Moholo e
Paul Lovens.
Negli anni 2000 Taylor ha continuato a registrare e suonare dal vivo con musicisti
come Joe Locke, Max Roach, e incontrando anche il poeta Amiri Baraka.
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