2007 - TRJ Records - DDD-TRJ-2007-0003
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Gianni Alberti Quartet
When You're Smiling
1. On A Misty Night
2. Satin Doll
3. Have You Met Miss Jones
4. I Can't Get Started
5. When You're Smiling
6. Laura
7. Stardust
8. Like Someone In Love
9. Alone Together
10. Take Five
11. East Of The Sun And West Of The Moon
Gianni Alberti - Sax e Clarinetto
Lino Franceschetti - Pianoforte
Mauro Sereno - Contrabbasso
Sergio Mazzei - Batteria
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Gianni Alberti è un sassofonista ferratissimo tecnicamente,
titolare di cattedra al conservatorio di Brescia, con una predilezione particolare
per il repertorio classico del jazz. Anche in questo disco si ascoltano celeberrimi
standards, come "Stardust", "I
Can't Get Started" e "Laura", fra
le altre. L'esecuzione segue gli stilemi del "modern mainstream" con gli strumenti
ad ancia del leader sempre in primo piano nei vari brani, protagonisti assoluti
del cd. Il suono del sax alto, pulito e "rotondo", ha per modello i grandi della
tradizione, ma un riferimento più preciso si può ascrivere a Paul Desmond e a Charlie
Mc Pherson, sassofonisti che hanno "modernizzato", se così si può dire, lo stile
di Lester Young. Al clarinetto Alberti è più personale e interessante:
sfrutta al meglio le note centrali e "sale" verso gli acuti con padronanza assoluta
del "legno". Accanto a lui suona una sezione ritmica piuttosto incolore, con
Lino Franceschetti al piano, Mauro Sereno al basso e Sergio Mazzei
alla batteria.
Resta il solito problema: ha senso questo tipo di operazione? Si possono,
infatti, ritrovare gli stessi brani immortali in edizioni storiche e inarrivabili
dei giganti del jazz. Si possono, perciò, emulare quelle incisioni? Il jazz è una
musica cristallizzata o è un movimento che deve proseguire, andare avanti, tenendo
conto, beninteso, di quanto hanno prodotto "i padri" di questa musica? Questo dibattito
non "tocca" più di tanto il sassofonista e clarinettista lombardo. Alberti
è musicista vero e onesto, ha gusti precisi e passioni dichiarate. Non gli importa
innovare, quanto far conoscere, magari ad un pubblico non informato, la musica afro-americana
nel suo periodo aureo (almeno per lui). Il ruolo di portare avanti un certo tipo
di discorso, di progettare "il nuovo", non lo riguarda e lo lascia a tutti quelli
che scelgono la contaminazione, le ricerche timbriche o l'improvvisazione senza
barriere o confini di sorta. Ad Alberti piace suonare il jazz della tradizione.
E lo fa con coerenza.
Gianni B. Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 04/09/2009
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