Leo Records
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Sun Ra and the his Space Arkestra
What planet is this?
Cd1
1. Untitled Improvisation
2. Astro Black
3. Discipline 27
4. Untitled Improvisation
5. Space Is The Place
6. Enlightenment
7. Love In Outer Space
Cd2
1. The Shadow World
2. Watusa, Egyptian March
3. Discipline 27 II
Sun Ra - piano, mini-moog, organ,
declamation
John Gilmore - tenor sax, percussion, voice
Marshall Allen - alto sax, oboe, flute, percussion, cowbell,
voice
Danny Davis - alto sax, flute, percussion, voice
Larry Northington - alto sax, percussion, voice
Eloe Omoe (leroy Taylor) - bass clarinet, bassoon (also with
French horn mouthpiece), percussion, voice
Danny Ray Thompson - baritone sax, flute, percussion, voice
Pat Laurdine Patrick - baritone sax, eb, voice
James Jacson - bassoon, flute, percussion, voice
Akh Tal Ebah (douglas E Williams) - trumpet, flugelhorn, megaphone,
percussion, voice
Kwame Hadi (lamont F Williams) - trumpet, percussion, voice
Dick Griffin - trombone, percussion, voice
Charles Stephens - trombone, percussion, voice
Hakim Jami - tuba, percussion
Alzo Wright - cello, percussion
Ronnie Boykins - bass
Lex Humphries - drums
Aye Aton (robert Underwood) - drums
Atakatune (stanley Morgan) - congas, tympani
Odun (russell Branch) - congas
Harry Richards - percussion
June Tyson - vocal, declamation, percussion, dance
Judith Holton - vocal, dance
Ruth Wright - vocal, dance
Cheryl Banks - vocal, dance
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What planet is this? Che pianeta è questo?.....immaginate
di incontrare un tizio che vi pone questo quesito e poi di seguito vi rivela la
sua non usuale provenienza: il pianeta saturno.
Lo stupore avrà totalmente assunto il controllo della vostra persona,
ma poi una volta rientrati in possesso di voi stessi è probabile che una salutare
risata sia il giusto compendio ad una situazione piuttosto paradossale. Eppure nella
storia del jazz c'è un musicista, Sun Ra, che si è presentato così, spacciando
origini extraterrestri, rendendo di conseguenza difficoltoso a studiosi e non, determinare
e scoprire le sue vere origini e il suo vero nome. In realtà dopo parecchio tempo
si è arrivati a poter affermare che quasi sicuramente il suo vero nome fosse
Herman Poole Blount da Birmingham (Alabama) e che avesse visto la luce il 22
maggio del 1914. Sun Ra aveva una straordinaria
passione per tutto ciò che riguarda lo spazio e l'astronomia e comunque l'infinito,
ma anche per la cultura degli antichi egizi, il suo nome d'arte era infatti ispirato
al Dio egiziano del sole ed anche i suoi abiti di scena traevano spunto da queste
sue grandi passioni. La sua musica non aveva confini e come sempre accade in questi
casi, tutto ciò creò attorno alla sua figura occasione di critiche e discussioni
che divisero inevitabilmente critici ed esperti. Nel 1993
Sun Ra è tornato lassù nello spazio da dove, come amava dire, era arrivato,
ma gli archivi sono ancora ricchi di registrazioni di suoi concerti, uno dei quali
è stato pubblicato in due cd lo scorso anno dalla prestigiosa e singolare etichetta
inglese Leo Records di Leo Feigin, per la serie "Golden Years of
New Jazz". L'album che ha come titolo l'interrogativo con il quale si apre questa
recensione, "What planet is this?" documenta il concerto che Sun Ra e la
sua Space Arkestra, come lui amava chiamare il suo ensemble, in questo caso
di ben 25 elementi, tennero a New York il 6 luglio del
1973, una registrazione che è parte del "Waitawhile Sun Ra Archive".
L'album, è bene precisarlo subito, è un altro tassello discografico che i cultori
di questo musicista non possono non aggiungere a quanto già possiedono, mentre chi
si è avvicinato da poco al jazz e non ha ancora avuto occasione di conoscere la
filosofia musicale di Sun Ra, può attraverso questo documento sonoro avere
un primo contatto con questo, per certi versi, "strano" personaggio.
L'album è a tutti gli effetti la saga della sua musica, contiene infatti
i suoi cavalli di battaglia, "Astro Black",
"Discipline 27" I e II, "Space
Is the Place", "Enlightenment" e
"Love in Outer Space". Accanto a questi troviamo
quelle che lui o chi per lui ha chiamato "Untitled improvisation"
in cui Sun Ra e la sua Space Arkestra danno libero sfogo alle loro
tentazioni musicali, al loro trasbordare in altri ambiti, oltre il jazz, con sonorità
ed espressioni tipiche anche del rock, utilizzando nel contempo strumenti come l'organo
e il mini moog. In queste improvvisazioni l'ensemble si spinge fino agli estremi
arrivando a sfidare l'ascoltatore che sarà certamente tentato all'abbandono e al
salto della traccia ma la perseveranza come sempre premia ed ecco che arrivano una
dopo l'altra senza interruzioni anche i suoi hit. Ed allora ci si rende conto della
sua grandezza del suo azzardo, perché la musica di Sun Ra contiene in una
atipica sintesi tutte le componenti del jazz: un'incontenibile flusso di ritmo alimentato
dal ruolo fondamentale delle percussioni, le lancinanti sortite dei fiati, sui quali
soffiano tra gli altri John Gilmore e Marshall Allen, i "call and
response" e le declamazioni dei vocalist. Il jazz ai suoi albori, alle sue origini
e insieme il free, e poi ancora l'assoluto ruolo di primo piano di uno strumento
come l'organo, sul quale lo stesso Sun Ra si esprime secondo i canoni di
un free dell'epoca in cui il concerto ebbe luogo. "Discipline
27 - parte II" conclude le selezioni del secondo cd con 17 minuti e 39
secondi di musica molto intensi scanditi da fiati swinganti e da un ventaglio di
vocalità che rimandano indietro nel tempo mentre si consumano in un medley, uno
dopo l'altro, il brano che da il titolo all'album, "What
Planet is This?", "The Universe sent me to converse
with you" e "My Brother the sun".
Sun Ra ha avuto un ruolo importante nella storia del jazz, che la sua
musica possa ancora essere apprezzata e amata in questo pianeta e che la sua anima
possa essere ancora scaldata dal quel Dio sole che lui tanto adorava.
Giuseppe Mavilla per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 07/08/2007
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