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Ed. CUNEIFORM RECORDS 2005
Henry Kaiser & Wadada Leo Smith - Yo Miles!
Upriver


1. Go Ahead John (Davis) - 21:38
2. On the Corner Jam (Davis) - 15:29
3. What I Say (Davis) - 13:29
4. Bitches Brew (Davis) - 26:36
5. Tatu/Agharta Funk (Davis) - 10:33
6. Tune in 5/One Phone Call (Davis) - 8:15
7. Corrado (Davis) - 4:23
8. Macero (Coster, Kaiser, Keneally, Manring, Muir, Perazzo, Steve Smith) - 3:04
9. Yesterfunk (Davis) - 5:25
10. Thunder & Lighting (Leo Smith) - 21:22
11. Jabali, Pt. 3 (Davis) - 10:21
12. Black Satin (Slight Return) (Davis) - 16:24

Henry Kaiser - chitarra
Wadada Leo Smith - tromba
Mike Keneally - chitarra
Chris Muir - chitarra
Greg Osby - sassofono alto
John Tchicai - sassofono soprano e tenore
Tom Coster - tastiere
Michael Manring - contrabbasso
Steve Smith - batteria
Karl Perazzo - percussioni

Ospiti:
Zakir Hussain - percussioni e tabla
David Creamer - chitarra
Bruce Ackley, Steve Adams, Larry Ochs, Jon Raskin
(Rova Sax Quartet) - sassofoni


Un fuoco che arde un bosco, tinteggia di rosso tanto acceso quanto aspro, quest'opera terza del basculante ensemble Yo Miles! Un progetto voluto e consacrato dal geniale chitarrista Henry Kaiser, sorretto dal flusso creativo del trombettista – polistrumentista Ishmael Wadada Leo Smith.

Dieci musicisti che intrecciano i loro strumenti riempiendo – o svuotando – il periodo elettrico del grande Miles, non ancora sufficientemente conosciuto. Le lineer notes dello stesso Kaiser avvertono di quanta attenzione sia stata dedicata al suono. Il doppio album è stato realizzato in edizione SACD, compatibile con tutti i lettori CD, ma che trova la sua giusta realizzazione in quei riproduttori abilitati alla lettura di questa nuova tecnologia.

Un lavoro doppio, dodici brani di cui dieci di Davis e due (Macero e Thunder & Lighting) a firma, rispettivamente, di Kaiser con altri sei componenti del gruppo (un omaggio al produttore, Teo Macero per l'appunto); il secondo, invece, è scritto da Leo Smith che ben interpreta la chiave di lettura davisiana.

Un combo ricco di soluzioni alternative: quattro chitarre elettriche: oltre Kaiser, Chris Muir, Mike Keneally e Dave Creamer, ospite nella poderosa Black Satin. La densità percussiva è assicurata dal drive consistente di Steve Smith e dal groove ampio e asimmetrico di Michael Mauring al contrabbasso. L'intesità psichedelica, che porta più al funk che a leziosità sintattiche, è data dalle tastiere di Tom Coster. La robustezza improvvisativi dei fiati, oltre che da Wadada Leo Smith, è data dall'alto sax del ribollente Greg Osby e dal tenore e soprano del corposo John Tchicai che, a settantanni suonati è capace ancora di pungere e scintillare come pochi.

Un percorso che ha inizio con la lunga e blueseggiante Go Ahead John, lì dove la formazione sembra affilare le armi, per poi passare alle sonorità ancestrali e tribali di On The Corner Jam. Zakir Hussain, ospite in questo brano, si esalta ed esalta conferendo maggiore inquietudine alle armonie del brano. What I Say è profondamente venata da tensioni ritmiche che ci riconducono al funky più incisivo. La tromba di Wadada Leo Smith diventa un'affilata lama, capace di piegare in due anche lo stesso Miles, nell'esecuzione della leggendaria Bitches Brew che, sicuramente costituisce l'apice di questo lavoro.

Il secondo disco mantiene gli stessi validi livelli strumentali del primo, seppur evidenzia un certo calo di tensione. La genialità di Leo Smith incontra gli sferzanti fiati del Rova Sax Quartet per disegnare una versione di Black Satin ancora più sincopata e zigzagante. Kaiser è roboante nelle sue incursioni a fil di rock ed è deciso negli arrangiamenti, dimostrandosi profondo conoscitore del Davis della metà anni settanta. Miles viveva in uno stato mentale laboratoriale e questo stato è sapientemente ripreso ed anzi, fagocitato, da Kaiser. Un laboratorio di suoni, di timbri e di conoscenze che non possono e non devono disperdersi.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia







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Data pubblicazione: 31/03/2006

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