"Two for the road" è un disco piuttosto interessante.
La sua forma decisamente essenziale, non certo semplice da gestire per i musicisti,
permette a chi ascolta di contemplare la struttura quasi del tutto nuda, epurata,
della musica che sta affrontando. Il lavoro in duo permette infatti, e nello specifico
in questo caso, di valutare in maniera chiara gli interventi dei singoli musicisti,
riuscire a tenere ben presenti i loro interventi, coglierne le sfumature più profondamente
e godere quindi di quella enorme carica espressiva a cui gli esecutori sono quasi
costretti per non cadere nel "già sentito".
La portata creativa del sassofonista Claudio
Chiara e della pianista Patti Wicks si esplicita in un lavoro dal profondo
senso di complicità ed intesa. I due hanno già firmato un precedente disco, nel
2004, "Basic Feeling", dove però erano
presenti anche Gullino e Sanguineti, ed ora eccoli nuovamente all'opera
con un progetto che permette di espandere e far fruttare l'esperienza passata. Qui,
come a voler testare le possibilità di una cooperazione più concentrata e minimale,
tessono trame leggere e soavi, creano un ambiente sonoro vero e proprio, dove domina
la dolcezza dei suoni, le scale di note fluide ed un'acuta sensibilità. Se il mood
è quindi rilassato ciò non vuol dire che venga a mancare lo swing che rimane, invece,
ben presente, solido e pronto a richiamare l'attenzione dell'ascoltatore che magari
si è lasciato illanguidire e disperdere da momenti piuttosto emozionanti, come "Ligia",
a cui segue la più serrata "From now on".
Chiara, col contralto, padroneggia un suono morbido e flessuoso, estremamente
caldo, che i più avranno avuto modo di conoscere ascoltando la sua presenza a fianco
di Paolo Conte. La voce del suo strumento rapisce. Sembra voler colpire l'animo,
fraseggiando con note vibranti che non possono lasciare indifferenti all'ascolto,
creando un soffio caldo, umido, quasi fisico. A consolidare un buon giudizio sulla
sua presenza c'è poi la capacità di gestire un lessico non scontato e piuttosto
ricco di idee. Chiara sceglie di non imboccare la via della tecnica che stupisce
l'orecchio, per favorire quella della profondità che affascina il cuore.
Al suo fianco è la presenza puntuale di Patti Wicks, che sostiene
in modo eccellente i soli del sassofonista, e crea al contempo un senso di movimento
senza cui, probabilmente, i brani risulterebbero inconcludenti. Wicks, che
è anche cantante e ci offre un esempio delle sue capacità nel brano "Straighten
up and fly right" del grande Nat King Cole. E' uno di quei brani
che, da soli, valgono l'acquisto di un disco. Poche volte si è sentito interpretare
Nat King Cole con tanta sensibilità, ma anche creatività, senza stravolgerne
troppo le caratteristiche.
Attraverso undici tracce i due musicisti offrono una bella collezione
di tributi a grandi nomi (fra cui Paul Desmond, Henry Mancini, persino
il sempreverde Jobim) e con la loro esecuzione ne impreziosiscono il valore.
Tutto ciò è segno di grande capacità e merito, perchè in fondo è di questo che si
nutre il Jazz.
Purtroppo l'essenzialità e la scelta di creare un'atmosfera da ballad,
non fa di questo disco un ascolto immediato, e potrebbe non accontentare tutti,
soprattutto chi era legato alla forma più articolata del precedente "Basic Feeling".
Ma è anche bello poter scoprire i risvolti più intimi di piccole ma fruttuose intese.
Achille Zoni per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 08/09/2008
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