Splasc(h) Records, Contemporary Series, CDH 2506.2, 2005 |
Adamo - Corbini
- Maier
Playing with Eric
1. Out To Lunch (Dolphy/Arr.
Adamo) 2. Mister Eric (Corbini) 3. Valse Du Grenier
(Adamo) 4. Out There
(Dolphy/Arr. Adamo) 5.
Mandrake (Dolphy/Arr. Corbini) 6. 17ma Ovest (Corbini) 7. Seventeen
West (Dolphy/Arr. Corbini) 8. Something Sweet, Something Tender
(Dolphy/Arr. Corbini) 9. Straight Up And Down (Dolphy/Arr.
Adamo) 10. GW (Dolphy/Arr.
Corbini) 11. Red Planet (Dolphy/Arr. Adamo)
Rino Adamo - violin Sergio Corbini - piano, accordion, electronics Giovanni Maier - double Bass Stefano Franceschini - alto clarinet
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Esattamente quarant'anni fa si spegneva (troppo presto, a dire il vero) il genio di Eric Dolphy, musicista a lungo frainteso (in America e in Europa), il cui lavoro, ascoltato oggi, risulta di una attualità a dir poco sconcertante. Da almeno un paio d'anni il violinista Rino Adamo, dapprima in compagnia di
Sergio Corbini, poi anche con il bassista Giovanni Maier, si prodiga per celebrare e recuperare le opere di Dolphy attraverso la rilettura di alcuni dei suoi brani più significativi.
In questo album, il trio (a cui si aggiunge in un brano il clarinetto di
Stefano Franceschini) rielabora e reinterpreta tutte le composizioni più note di Dolphy; ma il capolavoro è rappresentato dalla rilettura di "Something Sweet, Something Tender": qui il violino di
Adamo riproduce fedelmente le linee melodiche del clarinetto basso di Dolphy, mentre il tappeto armonico prodotto dall'arco del contrabbasso di
Maier (lo stesso veniva fatto da Richard Davis nel brano originale) fa sì che si crei una stimolante e insolita interazione fra i due strumenti ad arco.
Il lavoro è arricchito da tre composizioni originali, una di
Adamo, due di Corbini.
E' significativo che l'album, anziché chiamarsi "A Tribute to…" o "A Celebration of…", sia stato invece intitolato "Playing with Eric", perché in questo caso è proprio così: lo spirito di Dolphy è lì, percepibile, come se il trio stesse suonando con lui; lo spirito di un musicista che ha saputo varcare i confini del jazz e andare oltre; d'altronde come non manca di sottolineare proprio lo stesso
Adamo: "Dolphy sta al jazz come Strawinsky sta alla musica colta."
Francesco Ughi per Jazzitalia