Due o tre
cose in margine a World Ensemble
di MASSIMO COLOMBO
Il "World
Ensemble" nasce da un'esigenza precisa, maturata nel corso degli anni, da
un'incisione all'altra, di comporre della musica in cui le percussioni avessero
una parte importante, al punto di determinare la direzione stilistica di un
pezzo.
Massimo Colombo non è un
viaggiatore come noi. I suoi viaggi si trasformano in melodie straordinarie.
Attraverso queste melodie anche noi viaggiamo con lui...
Forse non vediamo gli stessi posti, ma almeno la mente e il cuore lasciano
le pesantezze di tutti i giorni per saluire su una "GIOSTRA" ricca di colori
dove tornare eper un attimo sereni.
E la "LUNA" di questo disco non è quella che conosciamo noi, forse è la sua
faccia nascosta, o almeno amo credere questo...perchè mi sembra molto più
bella.
Giampaolo Abbondio |
Tutti i
dischi che ho registrato contengono musica originale, che ha sempre spaziato tra
generi diversi, tuttavia ogni disco si è sempre espresso entro limiti precisi,
per questioni di "pudore stilistico", legato al concetto che passare da
un genere all'altro costituisca un tabù.
Un giorno mi sono chiesto: se un musicista viaggia per il mondo, vede cose,
ascolta musica diversa, ed ogni volta rimane coinvolto dalla bellezza dei suoni,
delle atmosfere, dei linguaggi, come può continuare a dividere e "spezzettare"
la sua cultura in dischi separati?
Non ho mai considerato la "World Music" solo come genere etnico
limitato a regioni e tribù, no! Il linguaggio che unifica tutti i generi è la
musica, il compositore ha il dovere di riassumere e codificare tutto ciò che
ascolta attraverso il suo modo di scrivere, perché uno stile proprio è in grado
di avvicinare ed assimilare i generi più lontani. La cultura ed il progresso
artistico nascono dall'unione e dall'approfondimento di culture diverse.
La purezza stilistica è amore per il passato, accettabile in senso
romantico, ma assai limitante come realtà musicale dell'uomo moderno.
Tra
queste considerazioni, che mi hanno accompagnato per dischi e concerti, si è
fatta strada l'idea del "World Ensemble", di un gruppo di musicisti che
collaborassero ad una serie di dischi - per il momento tre - in cui si
attraversano confini musicali da una parte all'altra del globo e che suonino
semplicemente per trasmettere ricordi, viaggi, piaceri musicali che da anni.
Quelli che mi accompagnano e che, davvero non so perché, anch'io ho sempre
diviso tra loro.
La prima magnifica esperienza di questo tipo è stata con Linea C, il
trio formato con Walter Calloni e
Stefano Cerri (e numerosi ospiti).
In
"Linea di confine"
e "Mappa di un
possibile viaggiatore"
i confini si infrangono, la musica si arricchisce di significati opposti, di
valori profondi; il viaggio ha inizio con le "scatenate battaglie" di un
trio virtuoso su tappeti esotici che accompagnano il tutto.
L'esperienza con
Linea C è stato un fecondo terreno di ricerca, durato quasi sette anni, che
mi ha portato al "World ensemble", più orchestrale e più "classico" (le
virgolette sono d'obbligo), ma sempre influenzato da altro: jazz, samba, etno,
tango, salsa e così via...Paragono il World Ensemble ad un viaggio su una
nave del futuro, non troppo veloce, nel quale le immagini e la musica si fondono
nella fantasia di chi ascolta.
Fino
ad ora i viaggi sono stati tre, li ho intitolati "Mondo",
"Sole"
e "Luna"
e sono stati prodotti da Symphonia Sim che nella figura di Giampaolo
Abbondio, mi ha aiutato credendo e sostenendo questo progetto.
Potremmo dire che "Luna",
il nuovo lavoro di Massimo Colombo, è un disco importante per noi
batteristi e percussionisti data la presenza del sempre bravo Marco Fadda.
Potremmo dire che la trilogia di Massimo Colombo World Ensemble
(Mondo,
Sole
e
Luna)
è importante perché lo sforzo compositivo è tutto incentrato attorno ai
colori ed alle nuanches delle percussioni.
Potremmo aggiungere che la batteria elettronica, programmata da
Massimo Spinosa, possiede una maturità ed una credibilità tale da essere
un ottimo esempio di professionalità e di umiltà posta al servizio degli
altri musicisti.
Potremmo dire che "Luna"
è un disco da conoscere per via di quella sua grazia sincera, per quel volo
poetico che, spaziando tra ritmi latin, jazz o afro, ci porterà a visitare
angoli nascosti della nostra sensibilità ed immaginazione.
Potremmo
aggiungere che l'opera compositiva di Colombo naviga, sempre più spesso, con
una classe ed una qualità completamente sconosciute a certi prodotti del
musical business nostrano.
Potremmo dire ancora che alcuni episodi, di questa splendida saga, ci
si sono piantati diritti nell'animo.
Potremmo parlare dello splendido lavoro svolto al basso, ed al
contrabbasso, dal bravissimo Riccardo Fioravanti. O parlare del cameo
di Faso
(ma si, proprio quel Faso)
impegnato al basso in "Private
Rooms". Oppure
ancora, citare il bel lavoro svolto da Bebo Ferra alla chitarra e dai
bravi violinisti presenti in questo disco.
Potremmo
dire tante cose di questo disco, di questo lavoro, ma abbiamo il coraggio di
scriverne solo una: "Luna"
è il più bel disco che ci sia capitato di ascoltare da alcuni mesi a questa
parte. Se la musica è arte, "Luna"
è arte e Massimo Colombo è un grande compositore.
Pippo Panenero
- Percussioni -
aprile 2002 |
In ogni disco gli itinerari tracciati sono differenti e l'impronta sonora
è data dalla presenza basilare di percussioni (senza batteria), archi,
pianoforte e tastiere, contrabbasso e da un alternarsi di strumenti solisti che
affrancano determinate "avventure" musicali.
Le percussioni offrono lo stimolo principale ed in questi dischi hanno
collaborato tre illustri musicisti del settore: Daniele di Gregorio (Mondo),
Jorge Gonzalez (Mondo e Sole) e Marco Fadda, che ha
suonato in tutti e tre e che dell'ultimo è il principale ed unico responsabile
ritmico. Anche Fadda naviga con le sue percussioni attraverso i mari ritmici di
tutto il globo e per questo è diventato un elemento fondamentale del "World
Ensemble".
Gli archi sono un'altro elemento costante dei tre lavori; si inseriscono
attraverso i temi o sono protagonisti della scena con brani scritti
appositamente per loro, musica da camera ad "esplorazione" libera, a volte un
po' romantica: ma come si fa a non esserlo con degli strumenti così antichi?
Massimo Spinosa è l'esperto del virtuale, (ogni viaggio si compone anche
di una parte sonora che si inventa con le macchine e con la fantasia). I suoni,
gli effetti sanno creare stimoli diversi, fantastici, perché quando il nostro
orecchio affronta l'ignoto reagisce in modo sorprendente.
I motori ritmici virtuali sono spesso parete integrante dei
percussionisti in carne ed ossa e li stimolano per lunghi percorsi.
I campionamenti danno l'immagine più precisa: se ascolti una pecora non
pensi ad una nave spaziale, e mi hanno aiutato a dirigere il pensiero ad un
punto di partenza ben preciso, indico il via e poi lascio carta bianca
all'ascoltatore.
Il pianoforte è il mio strumento e a volte mi piace suonarlo da solo, in
modo romantico ed ironico.
Le tastiere sono un "divertissment", snobbarle sarebbe sciocco:
danno colore alla musica e un Do maggiore con un bel suono produce ancora
il suo bell'effetto!
Riflessioni sul "World Ensemble" a parte, mi domando ora: non sarebbe il
momento di fare qualcosa anche dal vivo?
Massimo Colombo
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Data pubblicazione: 21/04/2002
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