Dieci composizioni di grandi maestri del jazz raccontate dai dialoghi
strumentali di un sax soprano e un contrabbasso: due voci lontane nel registro e
nella timbrica che si impastano coerentemente dando vita ad un'affascinante risultato
sonoro. La "storia" che ne esce può dirsi allo stesso tempo originale e prevedibile.
Partiamo da principio. Se si osserva la composizione dell'organico ancora prima
di ascoltare il disco – una formazione ristretta a due elementi che raramente si
sono potuti ascoltare duettare – viene naturale avvicinarsi all'ascolto di questo
lavoro con una frizzante curiosità. Quando poi scorrono sotto agli occhi i brani
proposti, un piccolo colpetto di delusione potrebbe frenare lo stato di chi pensava
magari a qualcosa di diverso dal solito… Arrivando quindi all'ascolto, prevenuti
da uno strano senso di scetticismo suggerito da titoli onnipresenti come
Oleo (S.Rollins) e i parkeriani
Ornithology e Yardbird
Suite, il senso di indeterminatezza rimane: da una parte il sound caldo
e attraente, i fluidi intrecci tra i due strumenti, le voci tutt'altro che inespressive;
dall'altra la delusione di non trovare una completa soddisfazione alla proprie speranze,
cioè una musica più fortemente caratterizzata (ma questa è forse solo una malata
fissazione di chi scrive, di uno che non riesce ad accontentarsi, di uno che vorrebbe
vedere gli ottimi musicisti spingersi sempre un po' oltre…). Ma in parte questo
accade anche in "Influences", dove emerge la tendenza dei due strumenti a
fare proprio il discorso musicale cercando di non inciampare nei soliti cliché stilistici.
Un disco che risulta quindi piacevole e allo stesso tempo interessante,
attraversato da atmosfere vivaci ma anche dai momenti più intensi ed evocativi di
Inner Urge (J.Henderson), dove si può ascoltare
un'ottima fusione delle voci sia nei momenti di quiete che in quelli più vigorosi
durante gli sviluppi improvvisativi.
L'evidente volontà di rileggere il passato scomponendolo e ricomponendolo
con originale creatività decreta quindi la natura di un lavoro che al di là delle
più superficiali apparenze rivela sostanza e profondità.
Marco De Masi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 23/12/2007
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