Jazzitalia - Tiziano Zanotti e Alessio Alberghini: Influences
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ECHOES 2006
Tiziano Zanotti e Alessio Alberghini
Influences


1. V
2. Oleo
3. Lonely Woman
4. Little Girl I'll Miss You
5. Chucho
6. Ornithology
7. Inner Urge
8. You Don't Know What Love Is
9. United Blues
10. Yardbird Suite

Alessio Alberghini - sax soprano
Tiziano Zanotti - contrabbasso





Dieci composizioni di grandi maestri del jazz raccontate dai dialoghi strumentali di un sax soprano e un contrabbasso: due voci lontane nel registro e nella timbrica che si impastano coerentemente dando vita ad un'affascinante risultato sonoro. La "storia" che ne esce può dirsi allo stesso tempo originale e prevedibile. Partiamo da principio. Se si osserva la composizione dell'organico ancora prima di ascoltare il disco – una formazione ristretta a due elementi che raramente si sono potuti ascoltare duettare – viene naturale avvicinarsi all'ascolto di questo lavoro con una frizzante curiosità. Quando poi scorrono sotto agli occhi i brani proposti, un piccolo colpetto di delusione potrebbe frenare lo stato di chi pensava magari a qualcosa di diverso dal solito… Arrivando quindi all'ascolto, prevenuti da uno strano senso di scetticismo suggerito da titoli onnipresenti come Oleo (S.Rollins) e i parkeriani Ornithology e Yardbird Suite, il senso di indeterminatezza rimane: da una parte il sound caldo e attraente, i fluidi intrecci tra i due strumenti, le voci tutt'altro che inespressive; dall'altra la delusione di non trovare una completa soddisfazione alla proprie speranze, cioè una musica più fortemente caratterizzata (ma questa è forse solo una malata fissazione di chi scrive, di uno che non riesce ad accontentarsi, di uno che vorrebbe vedere gli ottimi musicisti spingersi sempre un po' oltre…). Ma in parte questo accade anche in "Influences", dove emerge la tendenza dei due strumenti a fare proprio il discorso musicale cercando di non inciampare nei soliti cliché stilistici.

Un disco che risulta quindi piacevole e allo stesso tempo interessante, attraversato da atmosfere vivaci ma anche dai momenti più intensi ed evocativi di Inner Urge (J.Henderson), dove si può ascoltare un'ottima fusione delle voci sia nei momenti di quiete che in quelli più vigorosi durante gli sviluppi improvvisativi.

L'evidente volontà di rileggere il passato scomponendolo e ricomponendolo con originale creatività decreta quindi la natura di un lavoro che al di là delle più superficiali apparenze rivela sostanza e profondità.
Marco De Masi per Jazzitalia







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Data pubblicazione: 23/12/2007

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