Tiziano Zanotti è da lungo tempo un apprezzato
didatta. Culmine di questa sua importante attività è il manuale "Bassista contemporaneo"
in ben quattro volumi, ma il musicista bolognese ha al suo attivo altri apprezzati
testi. Vanta inoltre collaborazioni prestigiose in ambito pop e classico e ha portato
avanti interessanti esperienze di sperimentazione jazzistica.
Dopo alcuni dischi incisi in duo, fra cui quel "Tarabuk", per basso
e fisarmonica (con Marco Lo Russo) che ha avuto entusiastiche accoglienze
dalla critica, Zanotti tenta ora l'avventura in solitario, con "Gestire
lo spazio". Un disco molto particolare ed insolito (per fortuna!) basato
com'è su composizioni per solo basso elettrico, con qualche apparizione del piano
e sottolineate con un moderato e piacevole uso dell'elettronica.
Un disco decisamente utile, forse necessario, per chi usa o sta imparando
ad usare lo strumento e interessante da un punto di vista musicale. E' evocativo,
sottilmente malinconico. A lungo andare, però si avverte certa ripetitività che
nuoce al progetto. La musica sembra avvitarsi un po' su sé stessa L' atmosfera iniziale,
pur suggestiva in virtù della bella sonorità delle sei corde, finisce alla lunga
per raffreddarsi. L' effetto finale ricorda quelle partite a tennis tutte giocate
a fondo campo, con grande abilità, ma nelle quali sembra che poco accada.
Peccato, perché nelle rapide incursioni al piano Zanotti mette
in luce un bel lirismo che fa pensare al miglior Beirach.
In ogni caso un progetto coraggioso.
Marco Buttafuoco per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 21/01/2009
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