Primo progetto musicale per i Popolla Walker
ensemble, in cui il "quartetto" decide di utilizzare strumenti in acustico,
per ricreare sonorità sempre nuove che spesso si sviluppano su tempi composti e
ostinati.
In "Free Miniature 2" il suono diventa
ricerca sonora, dove la mescolanza timbrica degli strumenti lascia spazio alla "libera
improvvisazione", vissuta nell'immediatezza, prima di essere troppo pensata. In
"Crisi ma non troppo", invece, gli orizzonti
sembrano allargarsi verso spunti armonici sempre nuovi ed interessanti, con la scelta
di utilizzare l'oud, liuto di origini mediorientali, che regala spazio e quiete,
creando un'atmosfera che diventa più meditativa.
"Ci si vede altrove" ritorna ad una conduzione
armonica negli archi che ricorda la musica d'avanguardia degli anni ‘80, in contrapposizione
allo stile del pezzo successivo "Free Miniature3",
dove i suoni sembrano voler liberarsi e spingersi oltre ogni possibilità timbrica
immaginata, ricordando la corrente del "free jazz" alla Eric Dolphy.
In "La Diga", "Hot
Tune" e "People Like Munir", i temi
composti e volutamente poi frammentati, si muovono verso linguaggi e culture
diverse, dalla musica del deserto, ai ritmi klezmer.
In "Fhrenos e Quite", "Free
Miniature1" e "In My Way" torna la
libera improvvisazione e sperimentazione oltre che timbrica, anche percussiva, sugli
strumenti di ognuno.
A chiudere l'album, "Maqsimile" dove
l'insolito interplay tra clarinetto e oud crea un risultato sonoro che lascia vibrare
anche il silenzio.
Mariagiovanna Barletta per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 17/03/2008
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