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Nicola Ferro
Earth Games 2012
2010 Summit Records, Tempe, Arizona
1st Suite:
1. Supernovae Cadenza Andrea Tofanelli
2. Galaxy
3. Black Holes
4. Andromeda
5. The Maya
2nd Suite:
1. Planet Solo Andrea Tofanelli / Joseph Alessi
2. Moon
3. Zenith Solo Andrea Tofanelli / Joseph Alessi
4. Sun Dial Free Solo Nicola Ferro
3rd Suite:
1. Cosmos
2. Pulsar
3. Universe
4. Solar System
4Th Suite
1. Northern Lights
2. Light Year
3. Calendars
4. Sky
5. 21 December 2012
6. Milky Way Galaxy From The Theme Tarando' Solo Intro Pietro Ciuccio
7. Saros From The Theme Tarando' Riff Solo Joseph Alessi
Nicola Ferro
- secondo trombone, Trombone, tastiere, elettronica
Andrea Tofanelli
- tromba solista
Joseph Alessi - primo trombone solista Soloist
Justin B. Clark - trombone basso
Alexandre Cerda' Belda - Tuba
Domenico Andria - basso elettrico
Pasquale De Paola - batteria
Pietro Ciuccio - percussioni
Un quartetto di ottoni per imitare i suoni di un quartetto vocale (soprano, alto,
tenore e basso) e dare alla musica il respiro della voce umana. Una ritmica fatta
di basso elettrico, batteria e percussioni. Inserti di basso tuba e tastiere quando
occorre. Questa è la ricetta che
Nicola Ferro
ha scritto per questo insolito disco. Il titolo fa riferimento al notissimo vaticinio
del profeta Maya del VII secolo Dc, secondo il quale nel giorno del solstizio d'
inverno del 2012 si daranno tutte le condizioni per la crisi irreversibile della
civiltà comunemente intesa e si porranno le basi per un umanesimo nuovo e più vicino
alla Natura.
Obiettivi ambiziosi, quelli del trombonista napoletano, che ha chiamato far parte
del quartetto base due musicisti decisamente classici come Joseph Alessi e Justin
Clark, che suonano in prestigiose orchestre sinfoniche (come d' altronde il leader)
e un ottimo jazzman come
Andrea Tofanelli.
I risultati di questo ricco progetto sono interessanti e contraddittori. Il lungo
viaggio esplora territori diversi: il mainstream jazzistico, la musica da film come
quella pop, la fusion. Sempre con gusto melodico e senso della misura, in maniera
nitida e leggibile, facendo talora risuonare echi di varie culture (deliziosi gli
accenti orientali della traccia 21 December 2012). Si avverte molto la formazione
musicale "colta" dei tre trombonisti, peraltro ben bilanciata dalla meravigliosa
sonorità alla Cat Anderson della tromba di Tofanelli.
Qua e là, soprattutto quando interviene più massicciamente l' elettronica (che
imita talora la voce umana) il discorso si fa invece un po' retorico e scontato.
Un buon disco, in ogni caso.
Marco Buttafuoco per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 27/11/2010
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