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Mimmo Langella pubblica "EAR TRAINING PER CHITARRA e non solo!", il primo manuale di Ear Training dedicato specificamente ai chitarristi.

Master della durata di 12 mesi in Music Industry Management. Direzione: Alceste Ayroldi. .

Prima edizione del Little Jazz Festival: il nuovo progetto degli studenti dell'indirizzo musicale della Scuola Secondaria di Primo Grado dell'Istituto Comprensivo di Fiesso Umbertiano..

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Stage di Chitarra Flamenco di Manuel Montero nell'ambito del festival Arte in Vivo a San Lucido (Cosenza).

Esce anche in e-book il libro di Alceste Ayroldi sulla legislazione dello spettacolo e il diritto d'autore delle opere musicali.

Monopoli, sabato 12 marzo - Presentazione libro Alceste Ayroldi.

Nasce Pantuk, sinergia tra Pannonica e Tuk Music.

Alceste Ayroldi pubblica un libro sulla legislazione dello spettacolo e il diritto d'autore in musica .

Si è spento all'età di 95 anni la grande icona della chitarra jazz Franco Cerri..

Annunciato il San Severo Winter Jazz Festival 2021, 7 concerti internazionali dal 29 ottobre al 1 aprile 2022..

Ciao Paolo, musica e Jazzitalia in lutto per la scomparsa del sassofonista Pietro Paolo Mannelli. Aveva 84 anni..

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Esce Pentatonic Pyromania di Mimmo Langella, un manuale per arricchire tecniche e fraseggio per chitarra in ambito Pop, Rock, Jazz e Fusion.

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Guido Michelone

Black music
Le sonorità afroamericane 1896-2012
Educatt 2012

Sono usciti a pochi mesi uno dall'altro due libri con lo stesso titolo, uno di Amiri Baraka e questo che porta la firma di Guido Michelone, realizzato per un master di specializzazione universitaria.



Neil Postman, famoso sociologo e massmediologo americano sosteneva che non erano mai stati pubblicati così tanti libri sulla civiltà indiana fino a quando il popolo pellerossa non era stato costretto a vivere in riserva, allorché non poteva più rappresentare sé stesso e la sua cultura, ma doveva sottostare alle regole imposte dal governo degli Stati Uniti dopo un vero e proprio etnocidio. Il pensatore newyorkese è autore, fra l'altro, de "La scomparsa dell'infanzia" in cui esprime una tesi tanto provocatoria quanto suggestiva che prefigura il progressivo annullamento di questa età, soffocata e distrutta nella nostra epoca dal potere inquinante della televisione e al tempo stesso al centro di dibattiti e di studi. Scrivere di Black Music vuol dire, allora, estremizzando, per estensione, argomentare di un qualcosa che sta scomparendo o è sul punto di morire? Sicuramente no, anche se la globalizzazione impone alti prezzi a quello che si vuol preservare intatto e puro e le contaminazioni, derivate anche dallo sviluppo sempre più diffuso della comunicazione, tendono all' omologazione dei messaggi e dei contenuti artistici provenienti da ogni parte del mondo, oggi più che mai.

Michelone non ignora le peculiarità della situazione odierna ma si ripropone lo stesso di comporre "una breve introduzione..." con molto coraggio, vista la complessità e la vastità dell'argomento. L'autore, per semplificare, ma non per banalizzare, struttura il testo in tre parti distinte. Nella prima traccia una storia della musica afroamericana divisa in blocchi di dieci anni, analizzando con brevi cenni le vicende politiche e buttandosi, poi, a capofitto nell'elencare gli stili, i protagonisti, i mutamenti fra un periodo e l'altro con un dispendio notevole di nomi e informazioni. Per ogni periodo non mancano i salti in verticale, con riferimenti all' attualità, ma soprattutto in orizzontale attraverso l'aggancio con quanto sta succedendo in contemporanea nel resto del pianeta con un occhio di riguardo per la scena nazionale.

La seconda parte è dedicata alle "correnti black fondamentali". Pure qui, volendo sintetizzare al massimo, si vola da un musicista all'altro con poche righe ma significative sul suo excursus artistico. Non mancano, in proposito, le scelte personali o di campo, con la valorizzazione di alcuni filoni apparentemente meno pregnanti accanto ad altri di più consolidata caratura artistica. Vengono, infatti, attribuite lo stesso numero di pagine al modern jazz come alla produzione della "Motown records". Forse, invece, è proprio la volontà di spiegare tutto con lo stesso metro di giudizio a unificare nell'importanza personaggi di culto e altri di nicchia, eroi popolari e musicisti per palati fini.

Dove si possono aprire discussioni infinite è, però, nell'individuazione dei dodici grandi protagonisti della Black Music. Accanto ad Armstrong, Ellington o Davis, inamovibili, figurano, infatti, Sinatra, Quincy Jones e Michael Jackson. Chiaramente sono scelte di tendenza, difficili da sostenere, ma con una loro logica. Sinatra (un bianco!) viene visto come " il" cantante jazz, la voce più originale della musica afroamericana. Quincy Jones è "dentro", invece, per le sue capacità di produttore, di scopritore di talenti oltre che per aver arrangiato i migliori album di Michael Jackson. Quest'ultimo interprete, compositore e ballerino, re della disco music, viene considerato un vero genio oltre che da Michelone pure da Enrico Rava di questi tempi. Si leggano in proposito le dichiarazioni del trombettista a corredo del suo ultimo cd ECM "On the dance floor", omaggio al celebre Jacko.

Insomma il libro come introduzione alla black music assolve ampiamente il suo compito. Michelone, forse, poteva evitare quella pletora di nomi e di titoli di dischi, quasi volesse parare il colpo di chi lo poteva accusare di aver trascurato questo o quel musicista, questa o quell'incisione. Un approccio più agile, magari meno informativo, ma più selezionante o selezionato avrebbe giovato al testo. Purtuttavia bisogna dar atto al giornalista e scrittore di essersi documentato seriamente e di aver inserito, ad ogni modo, una chiave di lettura piuttosto equidistante, non eloquentemente schierata, per avvicinare potenziali lettori anche distanti, in partenza, dalla conoscenza e dell'approfondimento della musica afroamericana. In più ha allargato lo sguardo estendendo il suo raggio d'azione all'Africa e all'America del sud, per non privare il potenziale fruitore di alcun collegamento storico e geografico.

Una chicca, per finire, con una citazione dal paragrafo riservato al funk: "Se si dovesse scegliere il momento che riassume il meglio di ciò che esprime il funk, si sarebbe tutti concordi per l'introduzione del chitarrista Wah-wah Watson in "Theme from Shaft " di Isaac Hayes..." Siamo certi che proprio tutti concordino ?...

Gianni Montano per Jazzitalia







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Data pubblicazione: 14/01/2013

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