Ricordo un insegnamento che mi fu dato quando l'essere veloce era un'ambizione: se
si sa suonare bene lentamente, allora si sarà in grado di suonare anche velocemente. E' vero, e ciò sottolinea come suonare lentamente
sia anche più difficile ed è per questo che una ballad possa essere considerata uno dei banchi di prova più insidiosi.
Lorenzo Petrocca, raffinato chitarrista di origini Crotonesi, molto legato
al sound classico della chitarra, in questo CD affronta alcune delle ballad
esistenti più note. Esordisce con Blue in Green, che non
ha bisogno di presentazione,
in cui impernia l'esecuzione nel controllo dinamico delle note con lievi sprazzi virtuosi utilizzati come legami di parti. Nel waltz
Sometimes Ago, spesso suonata da Joe Pass, il pianista
Olaf Polziehn esegue un bel solo seguito da un
Petrocca molto dentro la struttura e attento alla costruzione progressiva del solo stesso. Nella splendida
The Good Life (molto
amata da croners del calibro di Tony Bennet e Frank Sinatra e da vocalists come
Sarah Vaughan, Betty Carter, Carmen McRae fino a Cassandra Wilson)
si avverte in modo particolare la predilezione che
Petrocca ha verso questi brani e verso le ballad più in generale. Espone il tema con molta intensità controllando
sempre egregiamente la dinamica. La lezione dei grandi maestri è senza dubbio ben assimilata e
non penso solo a Wes Montgomery ma anche, e forse maggiormente, a George Benson,
che sa suonare le ballad in modo unico anche grazie al fatto di saperle
cantare, altro elemento non secondario per una valida esecuzione.
Finalmente si sente un intro di chitarra in
You are my everything. Brano che nasce come ballad sin dai tempi di Billy
Eckstine è stato anche suonato con tempo più up da molti musicisti come Howard
Alden, Jerry Bergonzi, Ray Brown. Qui è eseguito in trio, senza piano, e fa gustare un
Petrocca molto più libero di armonizzare che mostra anche in questo caso una pregevole tecnica. Molto bello anche il contrabbasso del fratello
Davide. Impossibile sbagliare con una solidità simile come supporto. Il suono corposo ed elegante del contrabbasso è mantenuto anche durante il solo, davvero ben ben fatto:
chissà cosa direbbe
Ray Brown!
You've
changed oltre che cantato (Billie Holiday, Ella
Fitzgerald, Sarah Vaughan, Nancy Wilson ma anche Joni Mitchel) è stato molto
suonato anche dai sassofonisti (Johnny Griffin, Coleman Hawkins, Dexter Gordon,
Lee Konitz...). Qui è riproposto
lo schema del quartetto con tema+solo di
Petrocca, solo di
Polziehn e chiusura classica del brano.
What's New,
altro celeberrimo e strasuonato
brano.
è introdotto dal trio per poi favorire l'inserimento di Polziehn.
Petrocca si districa con classe evitando di
essere ripetitivo. L'ultima ballad d'autore è un'altra tra le più eseguite. Si tratta di
My Romance
e tra varie versioni mi piace ricordare quella della
compianta Emily Remler su un CD del pianista Devid Benoit
(Waiting for Spring, GRP). Petrocca la esegue
in quattro e con un tempo medium: un'esecuzione molto ben articolata.
Il CD infine si chiude con l'unica composizione di
Petrocca dal titolo
Maurizio, dedicata al figlio e già presente nel CD "Milan in minor". C'è da dire che niente
più di una ballad riesca ad esprimere al meglio un affetto importante.
Un CD equilibrato che comunque non stanca nonostante contenga solo ballad. Forse avrebbe potuto essere inciso in trio o con un fiato ad alternare i soli. Sarebbe stato infatti interessante ascoltare
Petrocca anche come accompagnatore oltre che come valido solista. Compatto il suono dell'ormai esperto
Armin Fisher alla batteria su cui si fa apprezzare anche il giovane Antonio Petrocca, altro componente di questa famiglia di talenti musicali (ora il Petrocca Trio è fattibile!). In chiusura, una menzione particolare va fatta a
Davide Petrocca, un contrabbassista di indubbio valore.
Marco Losavio per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 29/08/2004
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