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ABJZ 036
Michele Franzini
Odd Stories


1. Odd Story
2. Deeply Involved
3. Drawn-out Springtime
4. Showing a Cruel Light
5. Toys Sren't So Clever
6. Or Am I Confused?
7. Reloading The Truth
8. In My Misty Tales
9. Escape Wasn't Possible
10. So

Michele Franzini - piano
Tito Mangialajo Rantzer - double bass
Massimo Pintori - drums
Brian Lynch - trumphet, flugelhorn




Via Pasubio, 6
21058 Solbiate Olona (VA)
tel/fax +39 0331 376380


Equilibrio. Atmosfere serene e rasserenanti mai noiose. Questa potrebbe essere la sintesi dell'ultimo lavoro di Michele Franzini, licenziato dalla Abeat che consolida sempre più la sua presenza nel panorama discografico internazionale.

Un trio collaudato con Franzini al piano, Tito Mangialajo Rantzer al contrabbasso e Massimo Pintori alla batteria che vede il prezioso intervento di uno dei migliori trombettisti in circolazione: Brian Lynch. Il virtuoso solista dell'Illinois acuisce la dimensione acustica di questo lavoro originale sia per brani, tutti a firma del leader, sia per le sonorità modern be-bop che da qualche tempo a questa parte sono ritenute ingiustamente "obsolete" dai più.

Odd Stories: dieci brani i cui titoli formano una sorta di acronimo del titolo dell'album. Storie che si evolvono nei suoni sugosi, ricchi di tecniche storicamente testate. Franzini rivisita con sensibilità e freschezza delle armonie già note ma caratterizzandone ogni momento.

Il suo pianismo è sorprendentemente pulito e musicale, corposamente vario e ben s'interseca con la solidità boppeggiante di Lynch, dalle brillanti e indubbie doti solistiche. Il tutto supportato dal sostegno, tanto robusto quanto imprescindibile, del walking di Mangialajo e del groove di Pintori.

Le note attraversano l'ascolto lasciando un segno molto forte.

Il tempo che è staccato magistralmente da Franzini, acquista corpulenza nei fraseggi di Lynch strutturati nello spazio ben costruito da Mangialajo e Pintori, così come accade nella traccia d'apertura Odd Story.

Le inflessioni mutano e diventano noir, sobrie e raffinate in Deeply Involved e Or Am I confused, con guizzi pianistici di spiccata matrice europea.

Le tinte crepuscolari sono sempre ben visibili anche lì dove il repentino cambio di passo le ravviva (Reloading the Truth).

La perfetta sincronia sistolica del quartetto è sempre alla ribalta. Ogni solo è fluido e deciso proprio perché non grida. Non è un mero esercizio di virtuosismo fine a se stesso. La nota taglia il campo per proseguire la sua corsa di strumento in strumento (In My Misty Tales).

Ogni brano è dotato di vita propria all'interno di un mosaico sonoro ben strutturato.

La scioltezza ritmica fa ascoltare l'intero lavoro d'un fiato. Ed alla fine viene voglia di ricominciare.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia







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Data pubblicazione: 20/12/2005

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