SPLASC(H) RECORDS 2005
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Project Delos
A Saturday Night on the Moon
1. Easy Landing
2. Andromeda
3. I Rememner Christopher Pike
4. Love’s Away From Heart
5. Safe Cyborg Incorporated
6. The Day We Touched The Sky
7. A Saturday Night On The Moon
8. Jamming At The H.R.C.
9. Operation Chaos
10. Ufo, Where Are You?
11. The Trouble With Tribbles
Andrea Esperti - trombone Lorenzo Paesani - acoustic piano, Yamaha dx7s, Yamaha cs5, emulator Niccolò Faraci - double bass, software sequences Alessandro Blasi - drums, percussion Maurizio Manzi - special guest on drums (8, 11)
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I "Project Delos" nascono da un'idea di
Niccolò Faraci,
27enne contrabbassista dedito, fra l'altro, alla programmazione dei sintetizzatori,
come in questo album, omaggio originale ed intelligente alla fantascienza tra gli
anni '50 e
'70. In "A
Saturday Night on the Moon"
Faraci
si avvale della collaborazione di tre strumentisti di interessante spessore artistico:
Alessandro Blasi, batterista, Lorenzo Paesani, pianista e tastierista,
ed Andrea Esperti, trombonista. Guest star,
Massimo
Manzi alla batteria nelle tracks 8 e 11.
Le atmosfere presentate nel cd sono tutt'altro che univoche: sequenze
piacevolmente notturne, ariose ironie, melodie ben costruite stilisticamente con
coloriture decisamente moderne, brani che talvolta uniscono la sintassi più propriamente
jazzistica a linguaggi di segno diverso. Le architetture musicali appaiono ben costruite
e ben eseguite, grazie anche all'intenso interplay che unisce questa band, in cui
ognuno trova i propri spazi, la possibilità d'esprimersi secondo la propria personalità
artistica in un "creative walking" in cui s'intrecciano dissonanze, contrappunti,
impressionismi lirici talora eccentrici ma sempre piacevoli, di buon gusto.
Nel complesso, l'album mostra una pregevole coerenza, sia s'incontri il
"soft touch" del trombone di Esperti – musicista, a parere di chi
scrive, non solo preparato ma soprattutto dotato di un'inventiva al di fuori del
comune – o il drumming, vigoroso nei controtempi e negli accenti, di Blasi,
o ancora l'elegante stilismo di Paesani, ironico ed originale specie come
tastierista e, allo stesso tempo, lirico ed espressivo come nell'incipit del cd
("Easy landing") in
cui esprime "in toto" la sua qualità da "pianista da trio".
Niccolò Faraci,
personalità da "band leader", è strumentista istintivo ma attento: non ruba la scena,
esegue i propri soli con fraseggi morbidi, accompagna con garbo ed incisività quando
è il caso, e tanto basterebbe ad intuirne la preparazione e le lezioni apprese tanto
dai contrabbassisti "storici" quanto da quelli contemporanei. Già, "contemporaneo"
sembra proprio essere l'aggettivo che più d'ogni altro possa connotare l'attività
della band e di
Faraci in particolare: nelle sue corde si intuisce quanto sia
possibile far convivere il classico con l'antiaccademico, con un sound pieno e sostenuto
tipico di sonorità che dal jazz possono anche eludere, ma che è anche vero che,
nei momenti di stasi creativa, lo hanno rinfrancato, rivitalizzato (come nei casi
di Jaco Pastorius,
Marcus Miller,
Darryl Jones), tanto più se si ricorda che
Niccolò
ha curato – e con gran piacere, forse è possibile immaginare – i software sequencers…
Una breve nota a margine per Andrea Esperti: fine e colto trombonista,
spazia libero nei suoi soli, felicemente vicino a Roswell Rudd, a proprio agio nei
ritmi caraibici ("Ufo, where are
you?"), nelle felici "distonie" ("The
trouble with tribbles") quanto nelle ballads ("I
remember Christopher Pike").
Come "special guest"
Massimo
Manzi offre determinata prova di sé nei due brani in cui è presente:
un bel drumming il suo, vivace e brillante.
Il progetto musicale della band appare convincente, consapevole e connotato
da atmosfere piacevoli e dense di suggestioni inventive: ne attendiamo la conferma.
Per intanto, vale sicuramente la pena ascoltare questo "sabato sera sulla luna".
Fabrizio Ciccarelli per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 25/03/2006
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