INDICE
LEZIONI
|
Evoluzione sociologica della Musica Jazz:
La nuova Swing Era
di Lavinia Caterina Bianca Testi
|
|
Nella scena musicale attuale, il Jazz, continua ad essere un fenomeno musicale-sociale
intramontabile, a dispetto di quanti alcuni potrebbero pensare. La musica jazz,
dinamica, innovativa e avanguardista, non ha mai smesso di evolversi. Nell'era del
rock per esempio, il New Orleans revival era rimasto uno stile fiorente,
coi suoi adepti e discepoli sparsi in tutto il mondo, grazie anche alla forza trainante
di Louis Armstrong,
che aveva raggiunto un enorme successo planetario sconosciuto a qualsiasi altro
jazzista; negli anni Settanta vi fu una riscoperta del ragtime, quasi completamente
dimenticato negli anni Quaranta e Cinquanta, anche se interessò soprattutto i pianisti
classici che spesso e volentieri possedevano una conoscenza insufficiente del genere,
non rendendogli giustizia. Questi furono gli anni di una feconda trasformazione
stilistica (anche per i musicisti del bepop), nonostante siano spesso dipinti
come un'epoca dilaniata dal commercialismo del jazz-rock, gli estremismi del
free europeo e il dilagare del coltranismo [1].
Alcuni si concentreranno su esperienze sonore che travalicano il jazz, dalla musica
house alla tradizione country, raccontando di un'America rurale, ora
mitica ora storica, di persone e soprattutto paesaggi che risuonano in melodie e
sonorità del folklore bianco. La diffusione del CD poi ha rafforzato la tendenza
neoclassica del jazz e non ha modificato più di tanto la natura del jazz registrato;
bisognerà attendere la metà degli anni Ottanta perché prenda corpo, a New York soprattutto,
una musica disponibile al gioco combinatorio di fonti musicali eterogenee (acid
jazz, punk jazz...)
Sarà perché nella tipica condizione umana della modernità, il recupero di una musica
che affonda le sue radici in un passato lontano, ma non per questo obsoleto, vitalizzato
da danze dalla profonda funzione sociale, permette all'uomo di disfarsi della sua
insoddisfazione e incertezza. In un presente dove la perdita di senso del tempo
vede persone e gruppi sociali muoversi in un dinamismo frenetico che travolge ogni
dimensione della vita, il poter sfogare le proprie ansie al ritmo di una musica
sincopata non indotta dai media o dalle programmazioni radio e tv è liberatorio.
Il sociologo polacco Zygmunt Bauman, scomparso di recente, grande icona del
pensiero contemporaneo, teorico sociale della Modernità liquida, definisce la società
"liquido-moderna" come una condizione in cui «le situazioni in cui agiscono gli
uomini si modificano prima che i loro modi di agire riescano a consolidarsi in abitudini
e procedure. La vita liquida, come la società liquida, non è in grado di conservare
la propria forma o di tenersi in rotta a lungo». Insomma la società attuale è amorfa,
fuggevole, destinata a mutare di continuo, priva di garanzie per l'avvenire o speranze
per il futuro ed è forse proprio a causa di questo mondo difficile e iperframmentato
che si sente l'impellente necessità di "limitare il campo", darsi dei paletti, trovare
dei punti di riferimento stabili e fissi che alcuni hanno identificato in un'epoca
più distante, in un altro periodo, un passato per alcuni versi romantico, contraddittorio
anche, spumeggiante, fresco e ribelle nel quale si è più tranquilli.
Da qualche decennio una "Swing Era 2.0", sta riconquistando terreno in tutto il
mondo pur non entrando completamente nel mainstream tradizionale, dell'informazione
men che meno. È sempre stato vivo, in maniera sotterranea, ma in questo periodo
di crisi (che potrebbe quasi ricordare il crollo della borsa del ‘29) torna in auge
nel ballare, cantare e trovarsi vicini. Non è una moda quanto più un'urgenza, se
è vero che, almeno stando a quanto dice Wynton Marsalis, uno dei più noti
trombettisti di jazz al mondo, " lo Swing genera dubbi sulle proprie convinzioni".
Per alcuni lo swing è stato riscoperto dai giovani, dai ballerini di Lindy,
di Boogie, di Charleston, che con vestiti retrò e spirito
vintage si divertono a ballare e socializzare al ritmo delle grandi Big Band
swing. Le scuole di ballo si sono moltiplicate a vista d'occhio e si balla ovunque,
nelle aule, nelle piazze e perfino in luoghi non scontati come le stazioni, dove
spesso e volentieri vengono organizzati flashmob
[2]. Tra musica e ballo si veniva e si continua
tutt'ora a creare una sinergia, che era non a caso ricercata anche dai grandi jazzisti
del passato e che permette al musicista di eseguire una performance migliore,
stimolato dalle scalmanate danze dei ballerini.
Vera e propria danza sociale, dove tutti ballano con tutti, ovunque e trascendendo
le età, il ballo swing ci è stato tramandato da quello che può, ad onor del vero,
essere definito "l'ambasciatore del Lindy hop": Frankie Manning[3], che ha
saputo riprodurre nel ballo la pronuncia jazzistica di questa musica che è riuscita
a sgretolare molte barriere sociali.
Già sappiamo come questo ballo, nato in un'America fiaccata dalla depressione, fosse
stato accolto negativamente dai bianchi che vedevano nelle grandi orchestre miste
un pericoloso esempio di integrazione, diventando per questo, un grande punto di
riferimento per i giovani e riuscendo a rompere l'equilibrio dell'aparthaid.
Le grandi orchestre furono infatti l'inizio della rivoluzione antirazziale, sui
palcoscenici dove si celebrava l'integrazione tra bianchi e neri e sulle sue gioiose
note americane, ma anche italiane, è possibile ripercorrere una storia fatta di
dolore e persecuzione, di rinascita economica e culturale.
Lo swing oggi, oscilla in equilibrio precario tra puristi e sperimentatori: tra
chi ripropone un mondo e un'epoca che non ci sono più e chi invece ne reinterpreta
l'indole coi suoni e i sapori di oggi. Questo genere musicale è ancora oggi infatti
teatro di sperimentazione e contaminazione grazie alle nuove tecnologie che lo arricchiscono
di nuovi suoni. Tra queste spicca sicuramente l' Electro-swing, un nuova
versione del jazz che mescola l'ottone Dixieland a percussioni elettroniche. Gli
anni Venti e Trenta hanno un sound divertente e versatile, fresco ed esotico:
questo nuovo genere non è una semplice riproduzione letterale di quei tempi andati
ma un loro riadattamento.
In Europa c'è oggi grandissima richiesta di Swing; non è solo musica e intrattenimento,
ma stile di vita, cultura, modo di essere, forma di spettacolo completa, dove musicisti
e ballerini diventano una cosa sola. Rinascono così nelle grandi città le sale da
ballo, a volte in location segrete (proprio come accadeva durante il proibizionismo)
dove solo i veri appassionati hanno accesso. In contrapposizione alle discoteche
rumorose, dove la musica è diffusa, si ritorna all'ascolto "dal vivo" delle orchestre
che permettono una fruizione più autentica della musica: il live è ancora
in grado di affascinare il pubblico di oggi, che abituato ad ascoltare musica alla
radio, al pc, o reperendola facilmente da Internet, rimane piacevolmente
affascinato dalle profonde emozioni che suscita l'ascolto diretto.
Bauman coniò a tal proposito il termine di "musica-liquida", riferendosi al modo
in cui quest'ultima, con la diffusione dei nuovi media, risulta sempre più
un insieme di informazioni immateriali. Lo sviluppo di sistemi informatici sempre
più complessi, anche se consumer friendly [4],permette
sì, di personalizzare il proprio ascolto, ma di fatto riduce la musica a "cifre"
e sequenze numeriche.
Questo è un tema particolarmente delicato se connesso, come in questo caso, alla
musica jazz. Nel jazz infatti, una delle componenti principali e caratterizzanti
che lo distinguono dal resto della produzione musicale è l'"improvvisazione", quell'elemento
di estemporaneità durante il quale il musicista compone istantaneamente, senza spartito.
Per fare ciò questi deve essere dotato di grande tecnica strumentale, conoscenza
teorica e pratica, ma soprattutto creatività. Affinché l'improvvisazione riesca
è necessario che vi sia un "dialogo" tra i musicisti, un livello di comunicazione
e interazione tale da permettere una "conversazione musicale", che sicuramente perde
gran parte del suo fascino se non vissuta dal vivo.
Ricollegandoci a quanto detto prima, in Italia soprattutto, il legame tra la musica
popolare e lo Swing è antico e profondo; basti pensare ai nomi entrati nella storia
della nostra musica leggera, da Natalino Otto a Fred Buscaglione.
Oggi i cantautori jazz propongono brani destinati a diventare i nuovi classici e
lo swing non è d'altronde altro che jazz, il "primo" e più popolare, quello che
travolgeva le masse e faceva ballare ovunque, dai bordelli ai teatri più famosi,
quello ribelle, proibito dal nazismo e contrastato dalla cultura conservatrice.
In quegli anni molti musicisti, o semplicemente chi deteneva dischi o ballava lo
swing, vennero arrestati, torturati, spediti in campi di concentramento o mandati
al fronte poiché amanti di questa musica rivoluzionaria. In Germania lo stesso
Himmler [5] fece classificare i detenuti,
nei campi di concentramento, secondo tre categorie criminali che comprendevano:
gli oppositori politici, i delinquenti comuni e i "ribelli dello swing".
In Italia il fascismo bandì il jazz perfino dalle trasmissioni radio, quello stesso
jazz che con le nuove sembianze dello swing verrà poi portato in patria dagli americani.
Nasce così lo swing italiano del dopoguerra, destinato a far sorridere il pubblico
e a far dimenticare i drammi appena vissuti.
Festival tra i più importanti del genere hanno luogo proprio nel nostro paese e
l'Italia continua ad essere un importante crocevia per la musica di tutto il mondo:
Pescara jazz, Umbria jazz, Montreux jazz festival (la "riviera svizzera" nei pressi
del lago di Ginevra), Verona jazz, giusto per nominarne alcuni.
E' interessante osservare come sull'onda di questo revival, siano rinate
anche le subculture dell'epoca, prima fra tutte quelle degli Hipster¸giovani,
alternativi ed anticonformisti, che rifiutano le norme imposte dal sistema, il materialismo,
la religione tradizionale e che si interessano a quella orientale, sperimentando
spesso droghe e caratterizzati da un forte sentimento ambientalista.
Che si tratti poi di semplice moda o vero way of life, è facile notare come
il sentimento che si affaccia su questa scena musicale è molto simile a quello del
passato: volontà di evadere da una società di facciata, sottraendosi a ciò che l'epoca
consumistica ci impone di consumare; trovare una valvola di sfogo, svincolarsi,
ribellarsi, distinguersi, ritrovarsi, lanciare un grido di protesta velato di impalpabile
nostalgia, lasciandolo riecheggiare nella soffice gola di un sassofono o dimenare
sugli sguaiati assoli di un piano.
[1] Stile musicale che
si rifà esplicitamente al sassofonismo del celebre jazzista John Coltrane.
[2] Assembramento improvviso di un gruppo di persone (organizzato solitamente tramite
Internet), in uno spazio pubblico e che si dissolve nel giro di poco tempo, con
la finalità comune di mettere in pratica un'azione "insolita".
[3] Celeberrimo ballerino statunitense che rese popolare il Lindy hop e lo fece
diventare parte del mainstream.
[4] Favorevole ai consumatori: semplice da usare.
[5] Famigerato militare e criminale di guerra tedesco.
Inserisci un commento
© 2018 Jazzitalia.net - Lavinia Caterina Bianca Testi -
Tutti i diritti riservati
© 2000 - 2024 Tutto il materiale pubblicato su Jazzitalia è di esclusiva proprietà dell'autore ed è coperto da Copyright internazionale, pertanto non è consentito alcun utilizzo che non sia preventivamente concordato con chi ne detiene i diritti.
|
Questa pagina è stata visitata 849 volte
Data ultima modifica: 21/01/2018
|
|