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Evoluzione sociologica della Musica Jazz:
Nascita di un nuovo genere musicale

di Lavinia Caterina Bianca Testi

La conoscenza sorge dalla migrazione: gli esseri umani, adattandosi a qualsiasi ecosistema, utilizzano gli spostamenti per accrescere il sapere, trasmettere culture, trasferire lingue, produrre nuovi modi di pensare e diversi stili di vita. Ed è proprio l'incessante sviluppo della società che determina il fenomeno della " convergenza"; fenomeno all'interno del quale è possibile collocare la tratta transatlantica degli schiavi verso le Americhe e che ha permesso a mondi diversi ma con genitori in comune di (ri)entrare in contatto, dando vita a uno dei più ampi processi di scambio culturale della storia.



Il jazz infatti, nasce da questo momento storico dato dalla convergenza di culture africane ed europee nelle colonie nordamericane e successivamente in tutti gli Stati Uniti. Il cambiamento culturale che avrebbe avuto luogo, lo si può rintracciare fin da subito, nel processo di "dare-ricevere" che si verificava nel quotidiano.
Nelle prime testimonianze della musica degli schiavi, questo processo è più che evidente: se il banjo, ad esempio, era uno strumento tipico della comunità africana, (come anche molte danze circolari e festose), dall'altra non sono rari gli schiavi che suonano e intrattengono col violino, tipico strumento occidentale. Processi di commistione si verificano anche nel periodo del Grande Risveglio (metà/ fine del diciottesimo secolo), dove nelle colonie inglesi, percorse da un grande fervore religioso, gli schiavi neri vennero avvicinati alla religione. Questi, cantando gioiosamente e integrando la musica all'interno della loro concezione del "sacro", permettono ora a noi di aver a disposizione un vastissimo e vario repertorio di brani sacri che prendono il nome di Spiritual.

Nonostante la natura diversa, gli Spirituals, non sono poi così differenti dai canti da lavoro, dove un solista " chiama", variando di volta in volta la melodia, ed il coro attacca una risposta eterofonica. Il ritmo che si va a creare durante la funzione religiosa, regolare e scandito dal battito di mani e piedi, sprona e sollecita la congregazione a danzare. Questa tradizione cerimoniale afroamericana lasciò un segno tangibile sulla prassi esecutiva dei bianchi, in un gioco continuo appunto, di dare e ricevere.

In questo contesto è significativa la pratica del ring shout, che il musicologo Samuel A.Floyd ha interpretato come il paradigma di tutta la musica nera degli Stati Uniti. Il ring shout, danza vigorosa ed energica (in un rituale assolutamente clandestino), che celebra il dio furbo e bifronte Legba, ha dato la possibilità agli schiavi di sviluppare una duplice attitudine alla resistenza culturale, una sorta di negoziazione tra cultura africana e americana, tra memoria e assimilazione. Proprio ciò permise loro, quando i bianchi nei Minstreal Show si tingevano le facce di nero dando una rappresentazione caricaturale e offensivamente ironica dei neri, di ricambiarli con la stessa moneta e cioè scimmiottando le movenze e i modi di fare dei bianchi, rendendo il tutto mero intrattenimento.

Nel vasto panorama americano, ogni area geografica contribuisce alla nascita del Jazz, possedendone così in egual modo le origini. Ma è soprattutto la città di New Orleans, in Luisiana, la portatrice di un'unicità e di un'influenza che sul piano musicale si misura nei rapporti tra ambiente urbano e cultura.

Fin dal 1800 New Orleans traboccava di suoni: l'Opera italiana e francese spopolava nei teatri, il pianismo da salotto aveva schiere di cultori e di editori musicali, bande e fanfare animavano le vie, i parchi e le feste sul lago. Si cantava in francese, inglese, tedesco e irlandese. Gli schiavi avevano portato con loro canti, danze e riti vudù dall'Africa, come del resto messicani e pellerossa. In città vigeva un rigoroso sistema di caste razziali: bianchi, creoli di colore (mulatti), neri liberi e schiavi; ma la segregazione non era affatto rigida: c'era anzi una grande contaminazione. Gli schiavi cantavano arie d'opera e i loro padroni indossavano amuleti africani. La storia racconta che: "Il tamburino nero Jordan Noble dava la carica all'esercito; il venditore ambulante detto Mr. Cornmeal si ritrovò a cantare nei teatri lirici, il banjoista di colore John "Picayune" Butler raggiunse fama nazionale procurando canzoni ai minstrel bianchi". Capitava non di rado che gli schiavi intrattenessero gli ospiti durante le feste da ballo che si tenevano nelle dimore dei padroni. Si esibivano band di soli neri o creoli, scolarizzati e ben retribuiti, e perfino la Negro Philharmonic Society [1]. Il compositore L.M. Gottschalk fu il geniale esponente della New Orleans schiavista: la sua musica incorpora in un linguaggio romantico tutte queste suggestioni. Via via la musica da ballo divenne sempre più "nera", subendo influssi sia interni (minstrel show [2]; cake-walk [3]; ragtime [4]), sia caraibici (habanera [5]).

Dopo il 1890, il grande flusso migratorio di etnie e culture differenti presenti sul territorio americano, rende possibile una definitiva fusione tra musica urbana di tradizione scritta (bande, pianisti) e musica contadina di tradizione invece orale (blues [6]). Era nato il jazz.
In origine si trattava di una sorta di ragtime per banda con abbellimenti melodici improvvisati. Essendo derivato dalla musica bandistica, il primo jazz era quindi una musica collettiva: gli assoli erano rari e dove presenti si caricavano di significato. In questa "collettività", derivata tipicamente dalla cultura africana,capace di rappresentare il sentimento comune, i musicisti si distinguono soprattutto per il "suono", intrinsecamente e visceralmente individuale. Nel jazz il suono è l' "anima" della composizione e a differenza della musica colta (musica classica), non è standardizzato dall' accademizzazione ma è legato invece alla tradizione orale, all'idea del timbro, colore [7] e improvvisazione.

Se in termini generali i musicisti di New Orleans non amavano uscire dai confini degli stati del Sud, la crescente violenza razzista ed una crisi economica sempre più dura convinsero i più intraprendenti tra loro (caso esemplare la Creol Band, primo vero gruppo di professionisti Jazz), a cercare fortuna in città quali Chicago, Harlem, New York. La discriminazione contro gli africani d'America era però diffusissima e le leggi stesse permettevano che si verificassero ogni sorta di soprusi.
Si pensi alle Jim Crow's laws, emanate dai singoli stati del sud nel 1879. Il nome di queste leggi deriverebbe probabilmente da una canzoncina scritta da un cabarettista bianco che interpretava col volto truccato di nero un uomo nero giullarescamente saltellante: Jim Crow per l'appunto. Tali leggi prevedevano una divisione fisica tra bianchi e neri (nelle scuole, sui mezzi pubblici, nei bagni dei ristoranti) e l'impossibilità per questi ultimi di esercitare il diritto di voto o il limitarlo fortemente tramite tasse sul voto o il superamento di prove di cultura generale che li vedevano assolutamente inadeguati. Leggi di questo tipo divennero sempre più frequenti nel momento in cui nel governo si moltiplicarono politici, convinti segregazionisti: la divisione razziale andò ad interessare anche l'ambito degli uffici federali. Contemporaneamente si diffusero regolamenti privati per escludere i neri dalla società relegandoli in certi quartieri e impedendo loro di lavorare in determinati negozi.

A ciò si deve sommare il fatto che la possibilità per i neri di ricevere un'istruzione era bassissima, la maggior parte era colpita da analfabetismo e le condizioni di vita erano spaventose: l'imprevedibile clima degli stati del sud rischiava ogni anno di compromettere il raccolto, già spesso rovinato da infestazioni di insetti, come alcuni hollers fields [8] (canzoni dei campi) ci spiegano.

La musica degli anni venti è lo specchio sonoro delle indicibili condizioni di vita dei neri. In America, tra il 1910 e il 1919, i linciaggi contano più di cento vittime all'anno e questi numeri si riferiscono solo agli attentati terroristici. Dal 1920 i numeri scendono a sessantacinque e dal 1927 a diciotto.
Nella maggior parte delle città del sud, prima della Jazz Age, era pericoloso per i neri anche solo essere visti camminare velocemente o parlare a voce alta.
Successivamente la diminuzione dei linciaggi, maltrattamenti e scontri violenti permise di creare migliori condizioni di lavoro per i neri e soprattutto per i musicisti del sud.

Nel frattempo al Nord, una sempre più massiccia industrializzazione, richiese sempre più mano d'opera: la migrazione dei neri seguì la grande migrazione verso i centri urbani industrializzati. Chicago era uno snodo fondamentale della rete commerciale statunitense: del mezzo milione di neri che si spostò al Nord, tra il 1910 e il 1920, ne arrivarono ben 65.000 attratti dal lavoro nelle acciaierie, nell'industria dei trasporti e dai posti di lavoro creati soprattutto dall'industria bellica fiorente nella prima guerra mondiale. Fu così che la subcultura nera approdò nelle grandi città permettendo ad esempio, a molti musicisti jazz, di continuare a Chicago l'esperienza musicale iniziata a Storyville [9] (quartiere a luci rosse di New Orleans), dove il jazz si era particolarmente diffuso e che venne distrutto nel 1917 perché intriso di criminalità ed illegalità.

Le forti tensioni razziali che vedevano i bianchi invadere i quartieri neri, erano presenti in egual modo sia al nord che al sud. Nel giugno del 1921, la star di Brodway Cleo Mitchell e la sua Jazz repertory Company assistettero al Dreamland Theatre in Tulsa, Okhlaoma, ad uno dei più violenti scontri tra bianchi e neri.
Le tensioni a Tulsa stavano crescendo rapidamente in seguito al successo dei neri nel business. Sempre più uomini d'affari neri risiedevano in zone più centrali ed abitate da bianchi. In questo tessuto sociale, il Dreamland Theatre era un importante punto di riferimento sia per la comunità nera, che per i bianchi che l'avevano eletto luogo privilegiato dove assistere alle commedie musicali di alto livello.

Tra il 1917 e il 1921, Tulsa divenne teatro di uno degli scontri razziali più cruenti ed efferati. Gli scontri avevano sempre inizio da pretesti futili quali spintonamenti su un tram, o l'apparizione di un nero dalla parte sbagliata di una spiaggia pubblica.

La polveriera era pronta ad esplodere e questo accadde quando un nero venne arrestato poiché accusato di aver molestato una donna bianca. La notizia presto divenne di dominio pubblico e un folto gruppo di bianchi si diresse verso il carcere intenzionato a linciare il presunto colpevole. La comunità nera questa volta aveva giocato d'anticipo e, armata, si era diretta anch'essa al carcere.. Vi furono colluttazioni molto violente ed i neri eressero delle barricate nei loro quartieri per difendersi dai bianchi che, lanciando dinamite e benzina, diedero fuoco a moltissime case e ad una Chiesa. Ed è qui che lo stesso Dreamland Theatre, dove si stavano esibendo Mitchell e la sua band, andò in fiamme. Il musicista e il suo gruppo riuscirono miracolosamente a scappare.

Detto ciò è proprio a Chicago che la parola "jass", che già onomatopeicamente richiama a un qualcosa di bizzarro, eccentrico ed eccitante (si dice che in africano richiami esplicitamente all'atto sessuale), cominciò ad essere associata a quella musica che a New Orleans era ancora chiamata ragtime, divenendo ben presto la nuova capitale del jazz.

Siamo nell'epoca del proibizionismo e il jazz è la musica che "accende" i frequentatori della vita notturna delle grandi città: i primi anni Venti furono infatti gli anni dei nightsclubs, della vendita clandestina di alcolici, del crimine organizzato che, nel " black south side" della città permise ai musicisti di ritrovarsi in una "nuova Storyville". In questo contesto la distanza tra bianchi e neri si andò col tempo accentuando. Anche nei cosiddetti cabaret " black and tan"(misti) la politica razziale si fece via via meno sfumata e gli artisti divennero di regola neri mentre il pubblico sempre più bianco. In un ambiente così razzialmente segregato e competitivo furono soprattutto i giovani che, grazie alla curiosità tipica dell'età, abbatterono (almeno musicalmente), le barriere: gli stili diversi si incontrarono in una musica dinamica e vitale. I neri divennero consapevoli del ruolo che avevano nella società accorgendosi di come i ragazzi bianchi li venerassero considerandoli fonte di ispirazione musicale. In questo clima di profondo scambio nasce così la prima generazione di jazzisti bianchi, giovani ribelli che vogliono prendere parte alla scena musicale fino ad allora riservata solo ai neri.

Se Chicago era la città del "jazz di New Orleans", New York era la città delle nuove orchestre da ballo. Qui la migrazione del jazz, ebbe un'influenza minore poiché la capitale mondiale della musica, la città del Carnegie Hall [10], del Metropolitan Opera, dei teatri di Brodway e del Tin Pan Alley (industria musicale newyorkese che dominò il mercato tra la fine del diciannovesimo e l'inizio del ventesimo secolo), era già abituata ad ascoltare nuovi esotici "sound" provenienti dal sud.
La prima volta che a New York si sentì parlare di "jazz" fu nel 1917 quando l'Original Dixieland Jass Band fece la sua apparizione al Reisenweber's cafè [11] incidendo la sua prima registrazione; alcuni li chiamano infatti i " creatori del jazz" poiché furono i primi a registrare classici del jazz a fini commerciali. La ODJB era composta da cinque bianchi di New Orleans con uno sviluppato senso del marketing. Ciò che offrivano era una sorta di caricatura del jazz dalla polifonia frenetica data dalla centralità della batteria e dalla tribalità dei ritmi. Nonostante ciò la musica era ballabile e questo era l'importante. Anche la musica di Paul Whiteman (Denver, Colorado, 28 marzo 1890 - 29 dicembre 1967) [12] lo era, anche se il suo sound , all'opposto era pulito, elegante e depurato dalle eccentricità di intonazione tipicamente nere in modo da elevarlo ad una più nobile ampiezza di respiro classico. Questa fusione di musica da ballo, jazz e sinfonismo fece la fortuna di Whiteman che divenne rapidamente il capo orchestra più celebre al mondo e venne incoronato dalla stampa " King of Jazz", titolo forse eccessivo ma sensato nella New York bianca degli anni venti.
 
Nel contempo anche ad Harlem, tranquilla cittadina nei sobborghi di New York, inizia a definirsi una scena musicale distintiva. Qui si riversano migranti ebrei, italiani, tedeschi e irlandesi: i neri sparsi per la città nei quartieri di Bowery, Tenderloin, San Juan Hill e Hell's Kitchen, vengono quindi a trovarsi in costante conflitto con le altre minoranze etniche presenti. Quando nel 1905 le case nel quartiere di Harlem si svuotarono d'improvviso per la caduta dei prezzi degli affitti in città, chi poté si avvicinò al centro. I neri più intraprendenti approfittarono del momento, trasferendosi ad Harlem con le loro famiglie.

Con l'arrivo degli immigrati dal sud, l'area a nord della 130ma e ad est dell'ottava Avenue si trasformò velocemente in un quartiere nero. Harlem non divenne solo il centro della vita " afroamericana" ma, dal 1920 venne considerata la " Negro Capital of the World", più grande per abitanti, di alcune città nell'Africa sub-sahariana. La presenza nera cominciava a farsi sentire sempre più intensamente nella società e nei media. La parata della vittoria nel febbraio del 1919, quando il 369mo regimento di fanteria tornò dalla guerra, fu carica di simbolismo: moltissimi soldati neri ("Harlem fighters"), furono integrati in una divisione francese e combattendo con impressionante coraggio, ottennero il riconoscimento francese, la French Croix de Guerre.

La loro marcia trionfale dalla quinta Avenue fino ad Harlem fu portatrice di un messaggio chiaro: la lotta per l'emancipazione sarebbe continuata " a casa", dove il " nuovo nero" non avrebbe più tollerato discriminazioni e prevaricazione nella sua città. New York si distinse per i numerosi scontri fra bianchi e neri e nella Red Summer [13], questi ultimi pagarono con le loro vite la sfida che avevano lanciato.

È in questa atmosfera nuova e dinamica per il popolo nero che Harlem iniziò ad affermarsi diventando una città di successo. Nonostante la grande maggioranza dei suoi residenti appartenesse alla classe lavoratrice(soprattutto operaia), bastava camminare lungo la settima Avenue per incontrare moltissime celebrità nere, che la musica aveva reso note: Noble Sissle, Ethel Waters, lo stesso Fletcher Anderson e molti altri. Era nata una Harlem Simphony Orchestra, un Harlem String Quartet, e gli artisti afroamericani si davano appuntamento il sabato sera al Carnegie Hall: un trionfo di musica ad altissimo livello.

Il sabato sera si andava nei club di Harlem come l' Happy Rhone's, il Pod and Jerry e il Leroy's. Poiché gli affitti delle case ad Harlem erano davvero alti, nacquero in questi anni gli "house-rent parties": molte famiglie mettevano a disposizione le loro case dove era possibile ascoltare ottima musica pagando una piccola somma all'ingresso. Questo permetteva di comprare cibi e bevande fatte in casa, ballare al ritmo di musica, spesso e volentieri stride piano [14]. Coi proventi si sarebbe pagato l'affitto della settimana successiva. Molti pianisti cominciarono addirittura ad aver bisogno degli agenti soltanto per coordinare i loro vari house-rent parties! A queste serate si incontrava ogni tipo di persona: uomini di business, ufficiali di polizia, lavoratori, macchinisti, camionisti, tutti rigorosamente in abito da sera e tutti irresistibilmente attratti dall'effervescenza che il Jazz scatenava. Per gli artisti neri e gli intellettuali, Harlem era il centro del mondo e alcuni maliziosi bianchi la chiamavano per questo " Nigger Heaven". Nel 1925 il clima che si respirava nel quartiere sembrava rendere tutti i suoi abitanti felici: tra le menti aperte e i bianchi liberali newyorkesi era considerato chic andare la sera ad Harlem per poter guardare e ascoltare coi propri occhi e orecchie ciò di cui avevano tanto letto e sentito parlare.
 
La pubblicazione della collezione di poesie del poeta nero Langston Huges [15] nel 1925, segnò l'inizio del movimento letterario afroamericano che divenne famoso come "Harlem Renaissance". Le loro storie, poesie, drammi, ruotavano intorno al Sud, la migrazione al nord, Harlem e il Jazz. I neri smisero di brillare esclusivamente in quanto cantanti, musicisti e ballerini: ora erano anche riconosciuti come talentuosi scrittori e pittori che erano stati in grado di trasformare Harlem in una Parigi nera.
 
Questa Harlem glamour e accattivante, nascondeva però un lato degradato: brulicava di clubs di musica e ballo per i bianchi ricchi, ma non v'era un singolo ospedale per i suoi duecentomila abitanti. Tubercolosi, tifo, polmonite e sifilide erano più comuni che nella New York " bianca" e non capitava di rado che madri e bambini morissero durante il parto. Col crollo della borsa di Wall Street del '29, il cinquanta per cento dei cittadini di Harlem si ritrovò senza lavoro. Il Lyncoln Theatre [16] divenne una Chiesa e i giornali dei neri persero ogni prestigio. Grandi star del Jazz, come Luis Armstrong, Duke Ellington e Coleman Hawkins passarono lunghi periodi in Europa mentre altri semplicemente abbandonarono la loro professione di musicisti.

I ruggenti anni Venti iniziarono col proibizionismo e terminarono col crollo della borsa. Negli anni compresi tra questi due avvenimenti New York sperimentò una completa rivoluzione nei suoi stili di vita, nel linguaggio e nella musica, l'arrivo del Jazz cambiò la città, sé stesso e il mondo intero.

Come lo studioso esperto di musicologia, Andrew Berish ha detto: " …le forze modernizzanti che hanno prodotto un mondo capitalistico sempre più globalizzato – colonialismo, industrializzazione, urbanizzazione e innovazioni tecnologiche- hanno fornito il motore per lo sviluppo e la diffusione del jazz". Attraverso la musica a stampa[17], qualche sporadico disco e concerti di gruppi americani, il ragtime stava conquistano anche il pubblico europeo e con l'ingresso degli Stati Uniti nella prima guerra mondiale venne facilitato l'ingresso di musicisti e spartiti in Europa, dove lo stato più recettivo divenne la Francia. Qui l'attenzione per questa ondata di musica nuova si manifestò con la fondazione, nel 1932, del primo Hot Club i cui membri partecipavano a sedute pubbliche dove ascoltare, analizzare e discutere i dischi di qualche facoltoso collezionista e appassionato, in un'epoca in cui i dischi di jazz erano relativamente rari e costosi.

Grazie quindi alla forza della globalizzazione, ad una nuova concezione di vivere la connessione primitiva tra corpo, musica e cultura nera, e ad artisti quali il clarinettista Sidney Bechet, che possiamo definire un vero e proprio impollinatore del Jazz in Europa, questa nuova, dinamica e frizzante musica esplose e si diffuse nei quattro angoli del pianeta. (Uno dei segni più sorprendenti della natura globalizzata del jazz è data da un articolo scritto nel 1929 da Alfredo Casella per l'"Italia Letteraria", tradotto in cantonese da una versione inglese).

Il decennio che va dal 1935 al 1945 è l'era dello Swing, anni in cui la musica popolare americana è dominata dalle Big Band.

Sebbene si tratti del periodo d'oro delle orchestre jazz, il massimo successo commerciale è tuttavia ad esclusivo appannaggio delle orchestre di musica leggera, sdolcinate e melodiche, come quella di Guy Lombardo, i cui incassi e seguito popolare toccarono vette irraggiungibili anche per i grandi maestri d'orchestra Benny Goodman o Glenn Miller. Per quanto infatti una larga fetta dell'America ballasse al ritmo del jazz, non bisogna dimenticare che esso fu sì, un fenomeno di massa, ma mai davvero dominante.
A diffondere ampiamente lo Swing contribuirono in maniera determinante: la radio, che trasmetteva a tutte le ore del giorno questa musica vivace e piena di grinta che tutti avevano voglia di ascoltare e ballare soprattutto dopo la grande depressione del '33, e il cinema, che iniziava ad ingaggiare, come protagonisti di film di successo mondiale, band e ballerini (come non pensare a Fred Aster e Ginger Roger che si librano leggeri sull'onda delle spumeggianti melodie swing).

Il decennio d'oro dello Swing può essere diviso in tre fasi: una prima maturazione tra il 1935 e il 1937 legata alla ripresa dell'economia americana, uno straordinario momento di picco tra il 1938 e il 1941 ed infine un lento declino negli anni della seconda guerra mondiale, soprattutto dopo il 1945. Lo swing nasce dalle rovine e dalla decadenza del periodo che segue la fine della seconda guerra mondiale e ne diventa allegro baluardo di gioia, allegria, positività ad un ritmo quanto mai saltellante. Questa ondata di musica e ballo che allieta le orecchie ed il corpo, facendolo muovere con rinnovato vigore, è quindi strettamente legata al rinato ottimismo della seconda era roosveltiana caratterizzata da una graduale ed esponenziale ripresa economica. Lo Swing è difatti la principale espressione musicale del New Deal [18], cit:"… una forma culturale della gente, accessibile, inclusiva, chiaramente democratica e quindi chiaramente americana ". Il New Deal inoltre era nell'aria e le persone lo respiravano e ci credevano.

Dal 1935 al 1945, il Jazz fa parte della vita dell'americano medio; mai come allora un genere musicale sembrò adattarsi così bene alla mentalità e ai gusti di un popolo giovane e fiducioso, cui Roosvelt aveva restituito un'America economicamente risanata. Relax e benessere contraddistinguono l'era dello Swing.
L'operazione per rendere più vendibile il Jazz comportò il sacrificio di alcuni dei suoi caratteri più tipicamente neri. Il forte "sentore di ghetto" che aveva quando risuonava nei locali del South Side di Chicago, la spregiudicatezza, l'istintività ed il candore originale andarono perduti: dopo il 1935 e per circa un decennio il Jazz fu quasi sempre musica d'intrattenimento, un prodotto di larghissimo consumo, perfettamente rifinito e molto funzionale alle richieste di mercato.
A dare il via alla Swing Craze, la Follia dello Swing, fu Benny Goodman, il brillante clarinettista che per qualche anno si era fatto le ossa nei complessi di Ben Pollack e Red Nichols e che infine si era deciso a costituire, nel 1934, una sua orchestra, di tredici elementi. Un importante programma radiofonico di musica da ballo, mandato in onda ogni sabato per tre ore, rese familiare da una costa all'altra degli Stati Uniti, il "Jazz di Goodman", sempre più raffinato grazie all'apporto di strumentisti di classe, primo fra tutti il batterista Gene Krupa, e grazie agli arrangiamenti di Fletcher Henderson. Il successo eclatante di Goodman rese il Jazz popolarissimo da un lato all'altro dell'Atlantico.

Sull'onda della diffusione, molti locali organizzarono jam session [19] e, in poco tempo, la 52ma strada di New York venne ribattezzata "strada dello Swing", punto di riferimento degli appassionati dove, negli innumerevoli locali, le migliori orchestre si esibivano facendo ballare la gente al ritmo dei loro successi.

Finita l'era dello swing, il jazz si modificherà ancora e senza sosta: assumerà da un lato le forme aspre e spigolose del bebop, promosso dai neri in risposta alla commercializzazione dello swing, dall'altro del rhytm and blues, ricercando la ballabilità perduta. Si calmerà e acquisterà ritmi più lenti e atmosfere pacate col cool jazz, risposta colta dei bianchi al bebop, che a sua volta riceverà la controreplica nera del free jazz. Negli anni 70 si parlerà poi di jazz fusion in riferimento alla fusione di rock, jazz ed elementi presi da altre culture.

 

[1] Una delle prime orchestre che dal 1830 si esibisce a New Orleans.
[2] Forma d'intrattenimento americana sviluppatasi nel XIX sec che consiste in una miscela di sketch comici interpretati da attori bianchi col volto dipinto di nero. Questi "spettacoli" rappresentavano i neri in maniera stereotipata e quasi sempre offensiva.
[3] (o walk-around), letteralmente "danza della focaccia": è il primo ballo di ispirazione nera a giungere in Europa. I movimenti grotteschi imitano e scimmiottano i bianchi ed è il primo germoglio delle danze sincopate.
[4] Genere musicale nato come musica da ballo nei quartieri di alcune città statunitensi (Saint Louis e New Orleans). Su questa musica si balla il ragging : danza scatenata e concitata.
[5] Lenta danza cubana somigliante al Tango, diffusasi anch'essa, come molte altre a partire dal XIX sec
[6] Genere musicale le cui origini sono da ricercare tra i canti delle comunità di schiavi afroamericani. Caratterizzato da melodie tristi e malinconiche, il blues è da considerarsi la manifestazione del sentimento di un dolore provocato dalla miseria e dal vuoto che vivevano quotidianamente gli schiavi neri.
[7] Suono in sé, legato specialmente alla tradizione orale, all'idea timbrica e coloristica;
[8] All'origine del Blues, vi sono gli hollers fields, testualmente semplici e in generale con caratteristiche melodiche e tematiche in accordo con quelle del blues. Fu probabilmente il ballo a trasformare queste balate in blues.
[9] Quartiere a luci rosse di New Orleans dal 1897 al 1917,noto in città come " The District". Posizionato lungo Banin street e vicino al quartiere francese, accanto ad una prolifica attività artistico-musicale, si svolgevano innumerevoli attività illegali e fu per questo che nel 1917 chiuse i battenti.
[10] Una delle più importanti sale da concerto di musica classica e leggera a livello mondiale. Situata a New York nella 7th Avenue, fu costruita nel 1890 dall'imprenditore e filantropo Andrew Carnegie.
[11] New York, Manhattan. Il Reisenweber's cafè era uno dei più grandi locali degli anni Venti,dove era possibile assistere ai concerti dei più grandi jazzisti.

[12] Celeberrimo direttore d'orchestra jazz statunitense, riconducibile alla Swing Era.
[13] Con questo termine ci si riferisce all'estate (ed inizio autunno) del 1919, che ha visto milioni di vittime e morti in tutta l'America,come conseguenza dei forti conflitti razziali che si verificarono in più di tre dozzine di città e in una contea.
[14] Riferito al tipico balzo della mano sinistra che suona tipicamente 4/4 con una singola nota di chiave di basso, con intervalli di nona, settima e decima sul primo e secondo battito e un accordo sul secondo e quarto. E' uno stile di piano jazz che è stato sviluppato nelle grandi città della East Coast degli Stati Uniti, soprattutto New York, durante gli anni Venti e Trenta.
[15] Poeta, scrittore, drammaturgo e giornalista statunitense. Nelle sue composizioni rifletteva la ricerca della forma dei blues o dei gospel, caricando di queste musicalità i suoi testi poetici, e trasportando nella poesia i temi principali dei blues.
Collaborò con molti protagonisti del jazz fino agli anni '60 dove vedremo si incontrerà con l'altro grosso filone della jazz-poetry rappresentato dai poeti della beat generation.
[16] Altrimenti conosciuta come Lincoln-Belmont Theatre, aprì nel gennaio del 1912 come primo dei due enormi teatri costruiti vicino all'incrocio di Lincoln- Belmont e Ashland Avenue, durante la Jazz Age di Chicago. Prima di essere demolito negli anni Quaranta era rinomato per i suoi spettacoli, tra i quali l'esibizione di grandi orchestre jazz.
[17] La musica a stampa ha origine con l'invenzione della stampa a caratteri mobili e nel 1501, a Venezia, venne stampato il primo libro di spartiti musicali utilizzando un sistema di pressione multipla a caratteri multipla.
[18] Piano di riforme economiche e sociali attuato negli Stati Uniti dal neoeletto presidente F.D.Roosvelt fra il 1933 e il 1932 per porre rimedio ai disastrosi effetti della grande crisi che tra il 1929 e il 1932 aveva investito dapprima il sistema capitalistico statunitense per poi estendersi rapidamente anche in Europa.
[19] Incontro tra musicisti che si ritrovano per una performance musicale senza avere nulla di preordinato (solitamente si improvvisa su temi cosciuti e griglie di accordi standard).







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Florin Niculescu Quintet & Orchestra Sinfonica di Pescara (1 of 3) - Pescara Jazz 2010
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inserito il 07/12/2010  da HandEyeFamilyMusic - visualizzazioni: 4757
Florin Niculescu Quintet & Orchestra Sinfonica di Pescara (2 of 3) - Pescara Jazz 2010
Florin Niculescu Quintet con Samson Schmitt alla chitarra e l'Orchestra Sinfonica di Pescara diretta dal maestro Pasquale Veleno nel programma...
inserito il 07/12/2010  da HandEyeFamilyMusic - visualizzazioni: 4443
Florin Niculescu Quintet & Orchestra Sinfonica di Pescara (3 of 3) - Pescara Jazz 2010
Florin Niculescu Quintet con Samson Schmitt alla chitarra e l'Orchestra Sinfonica di Pescara diretta dal maestro Pasquale Veleno nel programma...
inserito il 06/12/2010  da HandEyeFamilyMusic - visualizzazioni: 5185
Enrico Rava Quintet Standards "Doxy" - al Moro Jazz Pub - Cava de' Tirreni - Salerno
Enrico Rava Quintet Standards in Doxy (Sonny Rollins) excerpt, in Concert al Moro Jazz Pub - Cava de' Tirreni - SalernoEnrico Rava trumpet,Din...
inserito il 05/12/2010  da HandEyeFamilyMusic - visualizzazioni: 5591
Enrico Rava Quintet Standards "Scrapple From The Apple" - Moro Jazz Pub - Cava de' Tirreni - Salerno
Enrico Rava Quintet Standards in Scrapple From The Apple (C. Parker) excerpt, in Concert al Moro Jazz Pub - Cava de' Tirreni - SalernoEnrico R...
inserito il 04/12/2010  da HandEyeFamilyMusic - visualizzazioni: 5657
What A Little Moonlight Can Do - Rebecca Kilgore, Patruno
What A Little Moonlight Can Do - Rebecca Kilgore, Patruno***IF YOU LIKE THIS THEN PLEASE SUBSCRIBE***2008 Rimini Jazz & Swing Lino Patruno & T...
inserito il 27/11/2010  da HandEyeFamilyMusic - visualizzazioni: 4713
"The Nearness of You" Lino Patruno Randy Reinhart
"The Nearness of You" Lino Patruno Randy Reinhart2008 Rimini Jazz & SwingLino Patruno & The American All StarsRandy Reinhart (cornet...
inserito il 26/11/2010  da HandEyeFamilyMusic - visualizzazioni: 5279
Pennies from Heaven - GEORGE MASSO & LINO PATRUNO
George Masso (trombone), Carlo Bagnoli (baritone saxophone), Sante Palumbo (piano), Lino Patruno (guitar), Luciano Milanese (bass), Giancarlo Legnano ...
inserito il 02/11/2010  da ClassicJazzShow - visualizzazioni: 4953
Blues My Naughty Sweetie Gives to Me - PEANUTS HUCKO & LINO PATRUNO
Blues My Naughty Sweetie Gives to Me PEANUTS HUCKO & LINO PATRUNO "Peanuts" Hucko (clarinet), Lino Patruno (guitar) with Milan College J...
inserito il 01/11/2010  da ClassicJazzShow - visualizzazioni: 4431
The Man I Love - GEORGE MASSO & LINO PATRUNO
George Masso (trombone), Sante Palumbo (piano), Lino Patruno (guitar), Luciano Milanese (bass), Giancarlo Pillot (drums), Legnano (Italy), Nov.10, 198...
inserito il 01/11/2010  da ClassicJazzShow - visualizzazioni: 4802
S'Wonderful - BILLY BUTTERFIELD & LINO PATRUNO
Billy Butterfield (trumpet), Lino Patruno (bass) with Milan College Jazz Society: Gianni Acocella (trombone), Bruno Longhi (clarinet), Paolo Tomelleri...
inserito il 01/11/2010  da ClassicJazzShow - visualizzazioni: 4796
I Found a New Baby - Lino Patruno Jazz Show with Dan Barrett
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inserito il 13/08/2010  da LinoPatrunoJazz - visualizzazioni: 4321
After You've Gone - Lino Patruno Jazz Show featuring Dan Barrett
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inserito il 12/08/2010  da LinoPatrunoJazz - visualizzazioni: 4317
The Rosenberg Trio - Nuages-Hungaria
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inserito il 03/08/2010  da MarioMaccaferriRules - visualizzazioni: 4113
THELONIOUS MONK -dans ' Ruby My Dear' en 69.flv
NOCTAMBLUES Jazz Bop BeBop Hardbop Cool west-coast Classic-Jazz Mainstream Swing Blues Free-jazz Avant-Garde Contemporain Fusion progressive Jazz-Rock...
inserito il 04/05/2010  da Majeur7 - visualizzazioni: 5546
DARY -GRASSO Quintet "Sunday"
Nicolas DARY:tenor saxLuigi GRASSO:alto saxPasquale GRASSO: guitarMathias ALLAMANE:bassPhilippe SOIRAT:drumsLive Caveau de la Huchette 21/02/2010...
inserito il 16/03/2010  da Majeur7 - visualizzazioni: 4969
Tommy Emmanuel - Nuages
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inserito il 12/03/2010  da CPRArtists - visualizzazioni: 4593
Frank Vignola - Tears
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inserito il 12/03/2010  da CPRArtists - visualizzazioni: 4566
Woodsongs - Tenderly
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inserito il 12/03/2010  da CPRArtists - visualizzazioni: 3695
Woodsongs - Paper Moon
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inserito il 12/03/2010  da CPRArtists - visualizzazioni: 3559
Woodsongs - Swing 39 Swing 42
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inserito il 12/03/2010  da CPRArtists - visualizzazioni: 3724
Woodsongs - How High the Moon
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inserito il 12/03/2010  da CPRArtists - visualizzazioni: 3205
Woodsongs - Caravan
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inserito il 12/03/2010  da CPRArtists - visualizzazioni: 3678
Woodsongs - Tico-Tico no Fubá
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inserito il 12/03/2010  da CPRArtists - visualizzazioni: 3821
Hampton Hawes Quartet 1958 - Crazeology
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inserito il 07/03/2010  da JckDupp - visualizzazioni: 3779
Hindustan - Lino Patruno Jazz Show Live at Olympic Theatre
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inserito il 31/01/2010  da LinoOlimpico1 - visualizzazioni: 3872
Hampton Hawes Trio 1955 - All The Things You Are
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inserito il 13/01/2010  da JckDupp - visualizzazioni: 3436
2010 Grammy Nominated Roy Hargrove Big Band - Roy Allan (Jazz A Vienne Excerpt)
Purchase "EMERGENCE" at Amazon: http://www.amazon.com/gp/product/B002..., at iTunes: http://itunes.apple.com/us/album/emer..., , Filmed live...
inserito il 20/12/2009  da GroovinHighRecordsUS - visualizzazioni: 4855
Tribute to Freddie Green
Freddie Green (baptized Frederick William Green, March 31 1911 March 1 1987) was an American swing jazz guitarist. He was especially noted for his so...
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Stochelo Rosenberg Gypsy Jazz Guitar Lesson DVD Excerpt
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Rosenberg Trio - " For Sephora " Jazz Manouche Chord Voicing lesson DVD excerpt
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Gypsy Waltzes Featuring Stochelo Rosenberg DVD preview
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inserito il 22/10/2009  da cminor7b5 - visualizzazioni: 3743
Rosenberg Trio plays Double Jeu in Hungary
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inserito il 29/09/2009  da Djangodr0m - visualizzazioni: 4522
Diana Krall(HQ) Paul Keller Russell Malone Boulevard of broken dreams
Boulevard of broken dreams......
inserito il 13/09/2009  da weskoki - visualizzazioni: 3349
Count Basie - The Elder (Freddie Green Chord Solo)
Off the album Back with Basie., , One of the few times Freddie Green takes a solo. He doesn't use single note lines but instead adds little chordal fi...
inserito il 15/08/2009  da srv0308 - visualizzazioni: 3000
LINO PATRUNO JAZZ SHOW - Casa del JAZZ Roma - 5-ago-09
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inserito il 05/08/2009  da jijiboogiewoogie - visualizzazioni: 3819
Oscar Peterson Jam - Ali & Frazer
Norman Granz's documentary "Improvisation" (part 12), , Dizzy Gillespie, Clark Terry (tp), Eddie Lockjaw Davis (ts), Oscar Peterson (p), Nie...
inserito il 01/07/2009  da OscarPetersonFan - visualizzazioni: 4679
EHUD ASHERIE and DUKE HEITGER, June 9, 2009, "TICKLE-TOE"
The Count Basie classic, reputedly in honor of a dancer, by Lester Young -- is brought into the light once again by Ehud (piano) and Duke (trumpet), s...
inserito il 14/06/2009  da swingyoucats - visualizzazioni: 3657
JAMMIN' THE BLUES (1944) !!!
RARE OLDIES VIDEO WITH THE FAMOUS SHORT FILM " JAMMIN' THE BLUES " !!! Jammin' the Blues is a 1944 short film in which several prominent jaz...
inserito il 11/05/2009  da JUSTASITTINANDAROCK - visualizzazioni: 3858
"Oh, Lady Be good" - Dee Dee Bridgewater & The Italian Big Band
***IF YOU LIKE THIS VIDEO, PLEASE SUBSCRIBE***Vocals: Dee Dee BridgewaterConductor: Marco RenziTrumpets:Dino TonelliSergio VitaleLuca FalconeAndrea Sa...
inserito il 04/02/2009  da Michaelsjazz - visualizzazioni: 5000
Horace Silver, Blue Mitchell & Junior Cook
Playin the blues....
inserito il 23/01/2009  da Michaelsjazz - visualizzazioni: 5382
Romane-Stochelo Rosenberg - Gypsy Guitar Masters - Double Jeu
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inserito il 14/01/2009  da ifharmony - visualizzazioni: 3364
Tommy Dorsey - Marie
From the movie "The Fabulous Dorseys" (1947) with Janet Blair and singer Stuart Foster....
inserito il 10/01/2009  da miclu1960 - visualizzazioni: 3665
Oscar Peterson Trio - You Look Good to Me @ Amsterdam
The Oscar Peterson Trio performing the piece You Look Good to Me at Het Concertgebouw in Amsterdam, the Netherlands. I don't think the Oscar Peterson ...
inserito il 03/01/2009  da boasdubbelman - visualizzazioni: 5000
Dan Block / Ehud Asherie at Smalls Jazz Club Oct. 16, 2008
Reedman Dan Block and swing pianist Ehud Asherie stroll through "Thanks A Million," a pretty 1935 tune popularized by Louis Armstrong and cu...
inserito il 19/10/2008  da swingyoucats - visualizzazioni: 4344
COUNT BASIE Swingin' the Blues, 1941 HOT big band swing jazz
COUNT BASIE Swingin' the Blues, 1941, with drummer Jo Jones. (The beginning part is an excerpt from an unknown tune; thanks to Neal for investigating...
inserito il 15/10/2008  da that1940sguy - visualizzazioni: 3199
That's A Plenty - Benny Goodman 1980
"Aurex Jazz Festival", Sep.3,1980 at Budokan(Tokyo,Japan)cl:Benny Goodmanp:Teddy Wilsontp:Tony Terrantb:Dick Nashg:Eddie Duranb:Al Obidenski...
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Keith Jarrett Trio - On Green Dolphin Street
keith jarrett : piano , jack dejohnette : drums , gary peacock : bass , , SUN.JAZZ.PRAYER (Radio Streaming), http://79.94.32.168:8000, , Hitomi Memori...
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Stochelo Rosenberg finds a 1947 Selmer Guitar
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inserito il 31/05/2008  da MarioMaccaferriRules - visualizzazioni: 3179
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Rosenberg Trio - Rose Room
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Stochelo Rosenberg - Limehouse blues
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inserito il 17/03/2008  da harklu - visualizzazioni: 3158
Playing Around the Corners
"Playing Around the Corners" will offer glimpses into the dynamic life of Hal McKusick as a legendary musician, teacher, woods craftsman, pi...
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The Rosenberg Trio - "Les Yeux noirs"
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Django Reinhardt Clip 1945
Django plays his guitar....
inserito il 05/02/2008  da Jacopoj - visualizzazioni: 3135
Stochelo Rosenberg - Improvisation
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inserito il 03/02/2008  da Jacopoj - visualizzazioni: 3784
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Duke Ellington - It don't mean a thing (1943)
Duke Ellington and his orchestra playing this awesome tune in 1943., , "It Don't Mean a Thing (If It Ain't Got That Swing)" is a 1931 compos...
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WOODY SHAW: "To Kill A Brick" - Monterey Jazz Fest. (1979)
http://www.WoodyShaw.com...
inserito il 25/03/2007  da WoodyShawdotcom - visualizzazioni: 5115
Nick Brignola - "I'll Remember April"
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[Swing 42] - THE ROSENBERG TRIO
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the Basie Rhythm Section - Twenty Minutes After Three
Count Basie , Freddie Green Norman Keenan , Sonny Payne dvd"SOUND OF SWING"...
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Oscar Peterson Trio - Live in Italy 1961 - Part 1
With Ray Brown - bass & Ed Thigpen - drums....
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the Count Basie Orchestra - Corner Pocket
trumpet solo. Thad Jones,Al Aarons, saxophone solo. Frank Wess, composed and arranged by Freddie Green, drummer Sonny Payne, dvd"LIVE in '62"...
inserito il 06/11/2006  da sukapura - visualizzazioni: 3035
The Death of Charlie Parker
Charlie Parker's death in 1955 was one of jazz's great tragedy's....
inserito il 06/11/2006  da flydguzmon - visualizzazioni: 3923
Bill Evans Trio - My Romance (tune3)
Iowa 1979. With Marc Johnson - bass & Joe Labarbera - drums....
inserito il 29/10/2006  da fopstra - visualizzazioni: 4103
Duke Ellington - Flamingo
Duke Ellington Orchestra with Herb Jeffries on vocals...
inserito il 27/10/2006  da janklompstra - visualizzazioni: 3701
Ray Charles & Count Basie - Ray Sings Basie Swings EPK
Ray Charles & Count Basie - Ray Sings Basie Swings EPK for the album due in stores 10/3/06....
inserito il 30/08/2006  da concordrecords - visualizzazioni: 3637
Count me in
Claude Thornhill and his orchestra "Count me in"...
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Gene Krupa- Sing, Sing, Sing
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inserito il 03/05/2006  da krispy432 - visualizzazioni: 3664
Stochelo Rosenberg & Biel Ballester Trio - Swing 48
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inserito il 07/03/2006  da Graci - visualizzazioni: 3470



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Data ultima modifica: 21/01/2018

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