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INDICE LEZIONI

Il trio (2)
come supporto ad una sezione di fiati
di Enzo Orefice
info@enzorefice.it

Salve amici,
come promesso eccoci ancora qui a parlare del trio, questa volta però concentrandoci su di esso quale supporto ad una sezione di fiati.

Prima di andare avanti nella lezione è giusto fare una piccola premessa, e cioè mi preme di raccomandarvi di avere sempre sott'occhio tutte le lezioni, l'una non esclude l'altra e ci sono sempre degli aspetti, trattati in diverse lezioni, che sono spesso e volentieri collegati e collegabili tra di loro. Purtroppo è impossibile ritornare in ogni lezione su piccoli punti visti precedentemente, quindi è sempre bene dare una ripassata a tutto il materiale trattato, bè detto questo possiamo procedere.

A differenza del trio come formazione autonoma, il trio che dovrà supportare una sezione di fiati avrà a che fare con problematiche piuttosto differenti.

Notiamo innanzi tutto che ci sarà, a disposizione dei musicisti del trio, una libertà espressiva (sia dal punto di vista ritmico che da quello armonico) decisamente ridotta, specie nell'esposizione dei temi che in particolari momenti dell'arrangiamento, specials e backgrounds.

Dal punto di vista ritmico saranno estremamente importanti due fattori:

  • dare un sostegno ritmico costante e preciso
  • evidenziare, con gusto e precisione, accenti in comune con la sezione o che contrastano volutamente con la sezione (circostanza a volte ricercata dagli arrangiatori) Thad Jones


Lo strumento armonico
Chi ha veramente un ruolo piuttosto complesso in un trio che accompagna una sezione di fiati (nel nostro caso di sassofoni) è senza dubbio lo strumento armonico (pianoforte o chitarra che sia) poiché dovrà fare davvero molta attenzione, quindi conoscere davvero bene l'arrangiamento, per non incappare in dei voicings infelici nell'accompagnamento della sezione, a meno che la sezione non proceda all'unisono (cosa che potrebbe accadere in un arrangiamento evidentemente solo per un breve numero di battute).

Se la nostra sezione è nella grossa parte dell'arrangiamento armonizzata a quattro o cinque parti reali i voicings dello strumento dovranno essere:

  • sobri ed essenziali
  • particolarmente pensati e mirati (preferibilmente approfittando di momenti di silenzio o di calma da parte della sezione)

Naturalmente lo strumentista armonico potrà dare sfogo alla sua fantasia armonica in parti solistiche di uno dei solisti della sezione, ed ovviamente nei propri soli.


La ritmica (contrabbasso e batteria)

Lo stesso discorso vale naturalmente anche per questi due strumenti, il cui ruolo, specie nelle parti scritte, sarà principalmente al servizio della nostra sezione. Per quanto riguarda il contrabbassista egli dovrà per quanto possibile, tranne ovviamente nelle parti solistiche, attenersi a quanto scritto dall'arrangiatore. Il batterista dal canto suo dovrà fare lo stesso, entrambi poi dovranno esaltare nel miglior modo possibile tutti quegli accenti e quegli obbligati che sicuramente contribuiscono ad abbellire un arrangiamento che si rispetti.

Molte volte la ritmica può essere usata come elemento di contrasto in un interludio o comunque in una particolare fase dell'arrangiamento in cui si voglia creare una sensazione di novità o un momento di sorpresa, che possa rappresentare una sorta di cambio di direzione dell'esecuzione, per esempio:

  • cambio di tonalità (modulazione)
  • cambio di tempo



Ascolta MP3 (294KB)  

Come potete ascoltare dal brano e vedere la partitura quello che accade è molto semplice: il baritono ed il secondo sax tenore eseguono ritmicamente gli stessi accenti della batteria. Il resto della sezione esegue accenti contrastanti. Ne vieni fuori un simpatico effetto molto saltellante che poi porta a fermarsi su un accordo di dominante (nella fattispecie Ab 7, sostituzione di tritono di D 7). Questo per tornare nella tonalità di G, che era stata abbandonata subito dopo l'esposizione del tema iniziale per dare spazio e al primo solo di questo arrangiamento realizzato nella tonalità di Eb dal pianoforte.


Trattamento della melodia
Come starete sicuramente notando parliamo ancora di come trattare una melodia, questo per evitare che ci siano dei punti in queste lezioni non sufficientemente chiariti. In questo caso le soluzioni (ovviamente le soluzioni qui adottate sono soltanto quelle di massima, si sa bene che in musica le soluzioni sono sempre infinite) a nostra disposizione sono tre:

  • esecuzione della melodia originale (opportunamente armonizzata,  o all'unisono ed all'ottava)
  • elaborazione melodica con piccole varianti, il mio consiglio spassionato è sempre di non esagerare
  • elaborazioni a più voci, molto bella ma non di facile realizzazione (più avanti con le lezioni tratteremo anche questo tipo di armonizzazione)

La stesura della partitura per il trio
In un arrangiamento che si rispetti lasciare che il ruolo della ritmica (il nostro trio) sia limitato all'accompagnamento della sezione è certamente poca cosa. La stesura della sezione ritmica, come vedremo più approfonditamente nel capitolo successivo, deve andare necessariamente di pari passo a quella della sezione, ciò al fine di ottenere il miglior risultato possibile.

Le operazioni più banali che un trio può realizzare sono:

  • marcare accenti relativi a parti tematiche
  • eseguire un intro
  • realizzare degli interludi per effettuare cambi di tonalità o cambi ritmici
  • suonare degli obbligati (ritmici, melodici, armonici)

Stesura globale di un arrangiamento (tema)
Le possibilità sono ovviamente molteplici. In genere nella realizzazione globale di un arrangiamento possiamo operare nei seguenti modi:
  • realizzare prima il tema e tutto l'arrangiamento per la sezione, in un secondo momento elaborare la ritmica (non bello ma funzionale)
  • realizzare prima un grande arrangiamento per il trio e poi inserire la sezione (difficile ottenere un buon risultato)
  • pensare bene che tipo di arrangiamento realizzare e realizzarlo per tutti gli strumenti contemporaneamente.

A molti di voi forse talune affermazioni potranno sembrare scontate e banali, bè vi assicuro che non lo sono affatto. Molto spesso mi è capitato di suonare arrangiamenti in cui la parte del trio non era altro che la paginetta di real-book con le sigle… Magari c'erano anche delle belle armonizzazioni però la ritmica si limitava ad accompagnare con sigle, come se si fosse trattato di un quartetto in una jam-session.

Quando realizziamo un arrangiamento è importante che abbiamo chiaro in mente che disponiamo di due corpi sonori: la sezione ed il trio. Attenzione però a non tenere separati i due corpi, dobbiamo sempre sapere che si tratta di due corpi distinti, e tocca proprio a noi riuscire ad amalgamarli nel migliore dei modi (sapere quali funzioni e quale utilizzo debba avere la sezione, e quale il trio), allo stesso tempo dobbiamo fare assolutamente in modo che i due corpi interagiscano (sia dal punto di vista funzionale, sia per quanto riguarda la bellezza delle soluzioni che andremo ad adottare).

Le soluzioni che possiamo usare sono numerose, ne cito giusto qualcuna:

  • affidare l'esecuzione del tema per esempio al: (contrabbasso, sax baritono e pianoforte) ovviamente all'unisono con risposte di tipo ritmico da parte degli altri sax insieme alla batteria
  • dividere il tema tra i sax (per esempio affidando il tema al contralto ed al baritono) e lasciare gli altri sax suonino dei backgrounds insieme alla ritmica
  • se il tema è molto ritmico si può farlo eseguire alla batteria ed utilizzare la sezione fiati come tappeto armonico

Giusto per darvi un'idea di possibilità di arrangiamento vi invito ad ascoltare il prossimo esempio audio. Fate caso al tema del brano che viene eseguito nel modo seguente: le A vengono suonate dal contrabbasso all'unisono col pianoforte con le risposte della sezione rinforzate dalla batteria.

La B invece, dando spazio allo swing della ritmica, viene eseguita dalla sezione all'unisono. Avrei anche potuto armonizzare la B della sezione ma ho preferito lasciarlo all'unisono per dargli maggiore corposità e compattezza, e poi ci sono diverse altre parti nell'arrangiamento armonizzate e quindi creare un po' di varietà fa sicuramente bene. Questi sono soltanto alcuni esempi di come far interagire i due corpi sonori, e crearne un unico che sia estremamente compatto e piacevolmente strutturato.



Ascolta MP3 (567KB)  

Cari amici e colleghi, mi auguro che anche questa lezione sia stata da voi gradita. Buon lavoro a tutti, alla prossima. Ciao
Enzo



JP Band
Le note richiamano versi








Le altre lezioni:
17/04/2006

LEZIONI (Arrangiamento): Incremento graduale d'organico: 5 sax, 1 tromba, 1 trombone. (Enzo Orefice)

21/11/2004

LEZIONI (Arrangiamento): Armonizzazione a 5 parti con organico misto (appendice alla prima lezione). (Enzo Orefice)







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Data pubblicazione: 17/02/2002

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