Cari amici e colleghi,
in questa nuova lezione, divisa
in tre piccole parti, parleremo del duo, dapprima affronteremo l'argomento in
senso generale e poi ci soffermeremo in particolare sul duo piano-chitarra,
che è senz'altro uno dei più ostici e meno bazzicati un po' da tutti proprio
per le innumerevoli insidie che presenta.
In ultimo cercherò anche di ampliare
il discorso alla convivenza di questi due strumenti all'interno della stessa
band (specie in una big-band), questo anche alla luce di innumerevoli
lettere che mi sono giunte circa consigli proprio riguardanti situazioni
inerenti la lezione che sto andando ad affrontare.
Prima parte
(il duo in generale)
Sul duo bisogna innanzi tutto
dire che è davvero una formazione bellissima, qualunque siano gli strumenti che
ne facciano parte; è suggestivo, intimo, delicato, affascinante. Le
varie formazioni di duo che si sono viste negli anni e che tuttora partecipano
ai più importanti festival e rassegne ed incidono dischi sono a volte davvero
dei più particolari
[1], ma il problema del duo è quasi sempre lo stesso e
cioè: manca qualcosa.
Tutti noi sappiamo benissimo che
gli elementi fondamentali della musica, di tutta la musica in generale, sono armonia,
melodia e ritmo. Ovviamente ciò che balza
all'occhio è che mentre gli elementi fondamentali della musica sono tre, gli
strumenti che compongono il duo sono in antitesi due. Forse a qualcuno
quest'affermazione potrebbe sembrare stupida ma se ci pensiamo bene non lo è
per niente poiché quello che succede è che spesso il duo può diventare banale o
pesante all'ascolto proprio per una mancanza dei giusti equilibri tra i tre
elementi fondamentali della musica.
Tanto per cominciare mi
piacerebbe dividere in due famiglie le formazioni di duo:
- duo tipici
[2], es: pianoforte e
contrabbasso, pianoforte e sax, chitarra e contrabbasso, chitarra e voce,
pianoforte e voce, fisarmonica e violino, ecc.
- duo atipici
[3], es:
clarinetto e violoncello, oppure batteria e sax, pianoforte e sax, violoncello
e chitarra, voce e sax, fisarmonica e chitarra, ecc.
Come avrete notato in queste due
piccole categorie non ho inserito il duo piano e chitarra perché sebbene questo
duo dovrebbe rientrare normalmente nella categoria "tipica", in realtà
diventa piuttosto problematico inserirlo per l'enorme somiglianza (non dal
punto di vista fisico ovviamente) dei due strumenti, per tanto come ho
detto all'inizio di questa lezione mi riservo di approfondire l'argomento più
avanti.
Facciamo subito un esempio,
prendiamo il duo pianoforte e contrabbasso: questo duo (spero che ognuno di
voi abbia degli esempi discografici in tal senso, in caso contrario
procuratevene) funziona benissimo perché abbiamo:
- pianoforte: strumento
completo, versatilissimo ritmicamente, armonicamente e melodicamente.
- contrabbasso: strumento
altrettanto versatile dal punto di vista ritmico, un po' meno dal punto di vista
armonico (nel senso di armonie molte ricche)
e melodico.
Ovviamente questo duo, con tutto
l'enorme potenziale a propria disposizione può bilanciare benissimo i tre
elementi di cui sopra, nell'esecuzione affidata ai musicisti, trovando
agevolmente il giusto equilibrio. Alcuni pensano che il problema del duo sia la
mancanza, a volte, dei colori della batteria (personalmente ho dei dischi in
trio un cui se potessi eliminerei addirittura la traccia della batteria,
preferendo l'ascolto del solo duo piano e contrabbasso) o di qualcosa di
analogo relativamente ad altri strumenti. Sinceramente io non credo sia questo
il vero nocciolo della questione bensì cercare sempre il giusto equilibrio tra
gli elementi fondamentali, altrimenti il tutto può diventare pesante.
Provate ad immaginare un duo
formato da sax e voce: fra essi ci sarebbe un totale squilibrio a favore
dell'aspetto melodico, se invece avessimo una sezione di sax ad accompagnare la
voce sarebbe completamente diverso poiché la sezione dei sax potrebbe dare
grande supporto ritmico (dividendola anche al suo interno in due
sottosezioni, sax tenore e baritono contro sax tenore ed i due contralti)
ed un'armonia estremamente ricca.
Provate ad inventavi dei duo, oppure ascoltate
semplicemente dei dischi suonati con questa formazione, concentratevi
sull'ascolto e cercate di capire se c'è equilibrio tra i due strumenti che ne
fanno parte, ne troverete alcuni davvero interessanti ed inaspettati ed altri
invece, come il duo chitarra e pianoforte, davvero complicati da gestire.
Seconda Parte (a)
(il duo
chitarra-pianoforte)
Il duo pianoforte-chitarra è
davvero particolarissimo, ci troviamo di fronte ai due strumenti assolutamente
completi, enorme potenziale armonico-ritmico-melodico, abbiamo di
fronte due strumenti assolutamente autonomi, al loro interno completamente
equilibrati e capaci di stare davvero ovunque, io li chiamerei il Re e la
Regina di tutto lo strumentario, concedetemi un po' di colore ;-)
Da reminiscenze scolastiche
sappiamo bene che i poli opposti si attraggono mentre quelli uguali si
respingono, bè forse proprio la fisica ci aiuta a capire subito che due
strumenti così uguali difficilmente possano andare d'accordo. Ovviamente prima
che qualcuno mi smentisca ci penso i a smentirmi da solo sul fatto che esistono
diversi, non tantissimi per la verità, esempi di duo formati da pianoforte e
chitarra che funzionano una meraviglia.
Analizzando un po' di dischi, non
molto recenti per la verità, credo di aver individuato qualche chiave di
lettura per venir fuori da questa difficoltà di incompatibilità, ad esempio ciò
che si evince è che il chitarrista ed il pianista di turno nel suonare in duo
suonano in modo poco chitarristico e poco pianistico, mi spiego meglio.
Se suono uno standard con un
quartetto ovviamente suonerò in modo tradizionale, accordi, comping,
progressioni, qualche obbligato ritmico ecc. ecc. insomma suonerò secondo i
cliché acquisiti attraverso la mia esperienza di pianista jazz, ed anche
cambiando quartetto suonerò più o meno sempre nello stesso modo.
Se invece mi trovo in duo con un
chitarrista devo sapere che il mio collega col suo strumento quando suona in
quartetto non fa né più né meno di quanto faccio io, cioè in pratica facciamo
più o meno le stesse cose, mi seguite?
Di conseguenza se poi andiamo a
suonare in duo cosa succede? Che ci accavalliamo, ci scontriamo ritmicamente,
insomma un vero disastro!
In pratica quando suoniamo in duo
dobbiamo veramente dimenticarci di essere pianisti, o chitarristi, ma dobbiamo
innanzi tutto entrare in un'ottica musicale molto più ampia, dobbiamo pensare
alla musica e solo alla musica, dimenticare che sappiamo fare in comping,
dimenticare che sappiamo fare un walkin bass sul nostro strumento e
mettere anche gli accordi poiché anche questo sarebbe banale.
Immaginiamo questa situazione, il
pianista accompagna con un walkin bass ed il chitarrista fa il solo,
succede che il chitarrista ovviamente di tanto in tanto piazza degli accordi
sia per dare respiro ai fraseggi sia per creare varietà, il tutto ovviamente si
va a scontrare con altri accordi che il pianista inserirà durante il suo walkin
bass, né possiamo chiedere al chitarrista di farsi il solo come se fosse un
trombettista.
Ciò che è veramente importante per fa venire fuori
qualcosa di carino è naturalmente fare un arrangiamento di ciò che si vuole
suonare, ma intendiamoci , fare un arrangiamento non vuol dire necessariamente
scrivere trenta pagine di musica piene di stacchi, accenti e cosa varie.
Possiamo semplicemente stabilire,
anche oralmente poche direttive di massima, cui attenerci ovviamente durante
l'esecuzione del nostro brano, faccio qualche esempio:
- arrangiamento n° 1: si
esegue il tema all'unisono, o anche all'ottava, nel solo della chitarra il
piano si limita ad accompagnare con un walkin bass. La mano destra il
pianista può utilizzarla per dei cluster ritmici specie nella parte
acuta dello strumento, tanto per dare un po' di colore in più. Nel solo del piano il chitarrista
può fare una ritmica anche su una sola nota, come se fosse un bordone (una
sorta di pedale su un suono acuto), mentre il pianista può anche
accompagnarsi con armonie senza walkin, ciò creerebbe anche diversità
con la prima parte del brano in cui c'è un walkin ad accompagnare il
solo del chitarrista.
- arrangiamento n° 2: si
suona in modo molto aperto, niente walkin bass e niente armonie
definite, immaginate di frammentare la melodia tra i due strumenti, suonato
sempre in modo molto melodico, stando sempre attenti ovviamente all'aspetto
ritmico, e magari trasportate frasi della melodia in altre tonalità, questo è
davvero bello ;-)
- arrangiamento n° 3: la
terza soluzione che invece vi propongo è quella di realizzare un vero e proprio
arrangiamento scritto, pensato e ragionato, ma sempre stabilendo bene i ruoli
nelle parti in cui c'è improvvisazione da parte dei due strumenti, ovviamente
non si può certo scrivere un walkin bass!
Seconda Parte (b)
(il duo
chitarra pianoforte nella big-band)
L'ultima parte di questa lezione
è dedicata al duo pianoforte-chitarra contestualmente alla big-band ed
agli ensemble in cui vi siano entrambi gli strumenti, ed è rivolta
principalmente agli arrangiatori che a volte sono poco attenti a questo aspetto
limitandosi ad affidare alla chitarra la stessa parte del pianoforte, cioè le
sigle…
Inutile dirvi quanto sia triste
tutto ciò, se a qualcuno di voi è capitato può capirmi, trovarsi a doversi
dividere i chorus col chitarrista per non accavallarsi
nell'accompagnamento, della serie "io accompagno il sax e tu la tromba",
davvero brutta come soluzione.
Ovviamente devo subito dire che
per fortuna non tutti gli arrangiatori si limitano a dare semplicemente le
sigle sia al pianista sia al chitarrista, e questa è una grandissima fortuna.
Nella big-band ci sono
davvero tantissime soluzioni per ovviare a questo problema, sia rivolte agli
arrangiatori che ai musicisti, soluzioni che a volte possiamo adoperare anche
estemporaneamente, ne elencherò qualcuna a seguire.
per gli arrangiatori:
- se il contrabbasso ha delle
parti obbligate, e se anche la batteria ne ha, il piano potrebbe raddoppiare il
contrabbasso e la chitarra a sua volta la batteria, mettendo sia dei cluster sia degli accordi secondo l'armonia che c'è
in quelle battute specifiche.
- una soluzione molto particolare
che potremmo dare alla chitarra, potrebbe essere quella di seguire i tromboni
come se fosse una chitarra rock, cioè usando i bicordi di quinte. Questa
soluzione darebbe un maggiore attacco, anche se è meglio non abusare mai di
questo poiché i tromboni già di loro sono piuttosto aggressivi (* 4)
- altra soluzione che potremmo
utilizzare è quella di mettere l'orchestra contro chitarra e pianoforte, mi
spiego meglio. Avete presente Count Basie? Basie spessissimo usa alternare
parti orchestrali con parti affidate al solo pianoforte, in cui se n'esce molto
spesso con poche notine molto bluesy e swinganti, tutto
ciò ovviamente crea un grandissimo contrasto dinamico che funziona benissimo.
Bè ciò che intendo è una cosa del
genere però affidata all'unisono a chitarra e piano, per esempio:
- la chitarra accompagna con i
quattro ed il piano suona quelle poche note, sempre ovviamente accompagnati da
contrabbasso e batteria.
per chitarristi e pianisti:
- se dovesse capitare ad entrambi
la partitura con le sigle, quello che potete fare è innanzi tutto spulciare tra
le parti delle varie sezioni, ad esempio seguire i sax (il pianoforte con i
sax si impasta molto bene), oppure seguire le trombe (veramente efficace
per la chitarra).
Ovviamente questo lavoro di
seguire le sezioni è molto delicato poiché si rischia di usare delle note che
poco bene si incastrano con quelle della sezione, quindi è buona norma
controllare bene le partiture degli altri strumenti e nella scelta delle note
da calcare è meglio preferire quelle delle parti esterne, sia all'acuto sia al
grave, preferire una della parti interne significherebbe incappare facilmente
in terribili dissonanze.
Avrete certamente che notato in
questa lezione non ci sono esempi scritti, ciò è voluto soprattutto poiché sono
assolutamente certo che ognuno di voi che si accingerà a suonare in questa
formazione non ha bisogno certo di sapere come suonare il pianoforte o come
suonare la chitarra. Il problema grosso è svincolarsi, per quest'occasione, dai
panni di pianista o di chitarrista ed indossare quelli di musicista cercando di
assumere una dimensione ed un approccio poco legato ai tasti bianchi e neri ed
alle sei corde della chitarra. Buon lavoro a tutti e alla prossima, ciao ;-)
Enzo
P.S.: c'è un disco in duo che
considero assolutamente meraviglioso e unico, e scusatemi se in questa
circostanza sono retorico, si chiama
Bill Evans + Bill Evans: Conversation
With Myself, lo consiglio vivamente a tutti!
[1] eviterò di menzionare musicisti per non fare pubblicità a nessuno.
[2] per duo tipici intendo dire i duo che a mio avviso funzionano meglio,
non quelli che realizzano più dischi o più concerti.
[3] per duo atipici intendo dire i duo che a mio avviso
funzionano meno bene, non quelli che realizzano meno dischi e concerti.
[4] ciò è assolutamente possibile ed efficace
poiché i tromboni, quando sono bassi, molto spesso vengono armonizzati in
questo modo, sia perché essendo molto bassi suonano male se messi a distanza di
terze o comunque di intervalli inferiori alla quinta (quando salgono il
discorso cambia), sia perché le quinte reali danno molto peso tutto il blocco armonico.
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COMMENTI | Inserito il 31/3/2009 alle 21.31.18 da "f-d" Commento: che ne pensi di un duo chitarra e sax? hai qualche consiglio da darmi? e magari qualche nome? o disco da consigliarmi? vorrei intraprendere questo tipo di progetto ma ho paura che possa non funzionare bene, aspetto una tua opinione grazie | |
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Data pubblicazione: 05/02/2003
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