Maurizio Colonna &
Frank Gambale
Una coppia per nulla strana…
Lagonegro, 28 luglio 2005, Teatro Iris
di Francesco Peluso per MMS Foto di Pietro Cantisani per MMS
In questa torrida estate 2005, il
"Festival Internazionale della Chitarra di Lagonegro" (ridente cittadina
della Basilicata) ha offerto un prologo di rara bellezza estetico-strumentale che
ha impreziosito un calendario già fitto di interessanti incontri. Il Corso di formazione,
affidato a due fra i maggiori maestri del magico strumento a sei corde, ha visto
la partecipazione di una nutrita schiera di giovani e giovanissimi emuli dei docenti:
Maurizio Colonna, quale massima espressione della chitarra classica, e
Frank Gambale,
a sua volta riferimento mondiale nella electric jazz guitar, sono stati gli
eccelsi protagonisti di un percorso didattico-improvvisativo di alta qualificazione
professionale. La manifestazione, giunta alla XXII edizione, ha proposto nella stessa
località lucana il concerto del duo attirando l'entusiastico interesse di molti
appassionati accorsi ad assistere ad un evento artistico di notevolissimo rilievo
e, proprio nel pomeriggio post-prove dei suoni del
28 luglio, ho potuto scambiare
alcune impressioni, svelare presunte curiosità, approfondire la conoscenza delle
idee progettuali di questa per nulla strana coppia.
Sprofondato in una comoda poltrona in prima fila del cinema teatro Iris,
ascoltati gli interessantissimi suggerimenti sulla definizione del suono e della
timbrica da ricercare nei più disparati contesti ambientali (Colonna e Gambale fornivano
tali delucidazioni ad alcuni allievi), ho rotto il ghiaccio con una domanda sulla
natura dell'idea progettuale del duo.
F.P.: Questo particolare
connubio artistico, in cui vi ritrovate già da qualche tempo, continua a prediligere
l'aspetto concertistico, attraverso un linguaggio formale capace di effettuare una
straordinaria sintesi fra impostazioni ed esperienze pregresse lontane, o con il
passare degli anni avete iniziato a strizzare, più frequentemente, l'occhio alla
valenza didattica?
F.G.:
Nel pensare ad un nuovo percorso artistico non avevo
considerato l'aspetto didattico che ne poteva scaturire dalla fusione di stili
ed esperienze diverse. Volevo realizzare qualcosa di differente dalle mie
produzioni discografiche e professionali precedenti e questo, grazie a Maurizio,
era una valida occasione per proporre musica che fosse fuori dal mio mondo.
Ovviamente una musica che piacesse ad entrambi riuscendo ad offrire un risultato
godibile di qualità senza snaturare la personalità di ciascuno dei musicisti
partecipanti trovando la sua vera plasticità nelle performance live. L'aspetto
didattico ha preso corpo in seguito a conferma che già in età giovanissima avevo
quaranta allievi e, con il procedere della mia carriera artistica, ho raggiunto
un numero ben più elevato. Ciò è la dimostrazione di quanto sia importante per
me insegnare ai giovani l'esistenza di una musica distante da quei canoni
popolari proposti dalla Radio e TV. Tecnica improvvisativa ed ampi orizzonti
musicali possono riscontrarsi nelle nostre lezioni, ma è ancor prima nella
ribalta del concerto che esprimiamo le nostre idee.
F.P.:
E tu Maurizio cosa ne pensi?
M.C.:
Non ho da aggiungere molto a quanto
affermato da Frank; la soddisfazione che si ha nel suonare insieme si rinnova ogni
sera da quando portiamo avanti questo progetto. Il fatto di poter fare delle cose
senza avere il senso della rivalità, ti posso assicurare che tale elemento non è
mai esistito neanche per un secondo, è qualcosa di veramente al di fuori della norma;
a volte quando si sale sul palco si sente a pelle che c'è qualcosa di strano nel
percepire che uno dei due, o uno dei tre, o uno dei quattro vive la preoccupazione
di ciò che fa l'altro, invece in questa esperienza prevale su tutto la gioia di
fare musica in stretta simbiosi per il pubblico. L'idea di aver proposto circa sette
anni fa questo duo e continuare aggiungendo nuove esperienze con l'uscita di un
DVD (Imagery Suite)
ed il nuovo CD Colonna & Gambale
Live sono la prova tangibile della volontà di raccontarsi attraverso
l'incontro delle nostre chitarre.
F.P.:
Pensate di esportare al di là della
Penisola i vostri concerti?
M.C.:
Pianificheremo delle presenze anche
in altre realtà, ma la cosa più importante è che queste esperienze concertistiche
abbiano come obiettivo l'essere raccontate nei supporti audio-video in modo da rappresentare
una presenza in tutto il mondo, perché queste produzioni (a differenza di altre)
sono uniche nel loro genere, ovvero prototipi. Ci fa piacere, quindi, che più della
nostra presenza si possa ascoltare la nostra musica senza escludere in futuro date
all'estero.
F.P.:
Un cammino che non conosce sosta?
M.C.:
Certo, è un piacevole confronto in
cui aggiungiamo sempre qualcosa di nuovo; vedi nella nostra tournèe abbiamo due
date in trio con l'apporto di un terzo componente corrispondente alla conosciutissima
e bravissima cantante Antonella Ruggiero. Al concerto, effettuato nella Piazza
del Popolo di Todi, farà seguito, sempre in agosto, una partecipazione al Toscana
Jazz Festival nell'arena di Cecina (Livorno) e questo in prosecuzione di quella
apparizione sanremese in cui il gioco chitarra voce ha avuto un ammirato giudizio
della critica specializzata. Questi riconoscimenti, non solo gratificano la nostra
voglia di fare musica in un certo modo, ma vedi ci esortano a continuare verso nuove
soluzioni ancora inesplorate (pensiamo ad uno spazio concertistico che annoveri
la chitarra classica, la chitarra elettrica ed un'orchestra sinfonica di settanta
elementi).
F.P.:
Questo tuo impegno con Gambale
ed altro si motiva nell'esigenza di travalicare il genere classico di appartenenza,
la consapevolezza di poter offrire musica di qualità o l'andare oltre?
M.C.:
La cosa che ti posso dire è che io
sto facendo una mia rivoluzione personale per portare la chitarra classica negli
stadi, in molti spazi televisivi e questo mi inorgoglisce, perchè è la prima volta
nella storia di questo strumento che gli viene riconosciuta una pari opportunità
ad altri elettrificati in contesti non ghettizzanti.
F.P.:
Dunque, Frank la consapevolezza
di andare un po' contro corrente proponendo il mescolarsi di estetiche in un unico
linguaggio espressivo?
F.G.:
Si, e questo ci piace che venga rilevato
perché è senza dubbio il nostro principale obiettivo e sentirselo dire significa
che incominciamo a cogliere nel segno.
Ancora
qualche domanda da parte di alcuni intervenuti e poi lo stop dei virtuosi e pazienti
solisti per consentire loro di prepararsi in tempo per la tanto attesa serata. Infatti,
già alle 21, la sala d'ingresso del teatro era affollata da un brulicare di effervescenti
giovanissimi fans dei maestri, un discreto nuvolo di intellettuali sempre alla ricerca
di performance dai contenuti raffinati, la schiera dei soliti conosciuti (della
quale ahimè faccio parte) attendevano di poter prendere posto. Di lì a poco, dopo
la meritata consegna degli attestati di partecipazione al corso da parte dei vertici
dell'associazione "Amici della Musica del Lagonegrese" nelle persone dell'Architetto
Antonio Brigante ed il Prof. Giuseppe Racioppi, il dissolversi delle
luci in sala annunciava l'inizio dell'evento. Ecco il concerto, il rito, la verità
della presenza attraverso la melodia, la destrezza solistica, il gusto estetico
delle immagini sonore: poche parole di introduzione di Colonna e poi la musica.
In fila, quasi in apnea, quattro performance in duo in cui il rincorrersi delle
armonie hanno cullato lo spettatore alternando sonorità acustiche ad elettriche,
fasi estremamente rilassate a momenti di rapita tensione, morbida sinuosità a robusti
impeti il tutto senza mai perdere di vista una coerenza globale. Successivamente
a questo primo poker d'assi, in cui la dolcissima
Villa Borghese la simpatica
Maracanà sono state
accolte da fragorosi applausi, il pubblico assisteva con il fiato sospeso al materializzarsi
dei soli che Gambale realizzava in
The Challenger e
Shake A Tower e, subito
dopo Colonna in Aria Mediterranea
N. 5 e Panarea.
Un turbinìo di note dettate dalla piena padronanza dello strumento e la chiara volontà
di fare "musica" dai contorni nitidi raffigurati in una tavolozza di coloriture
cromatiche di grande effetto. Dieci minuti di intervallo e poi alla ripresa
Summertime,
Camaiore ed un toccante
omaggio a Maratea (perla
della Basilicata che si affaccia sul Tirreno) per concludere, dopo altre
due incantate atmosfere, con il brano
El Prado dalla connotazione
vertiginosa. Il pubblico in piedi richiamava con un lungo applauso i due maestri
invitandoli ad un bis e la coppia di fuori classe lo ripagava con la struggenza
di Notturno. Alla fine
si contavano quindici affreschi in circa novanta minuti che hanno letteralmente
ammaliato anche i più scettici verso formazioni minimali: esposizioni composte e
ben dosate, virtuosismo messo al servizio del duo e non di un puro esaltarsi, composizioni
ben a fuoco in una dosata immedesimazione di entrambi sono solo alcune sfumature
che sono state colte dal parterre intervenuto al concerto. Dal mio canto, a sei
anni dal primo impatto con questo duo, devo rilevare che Colonna e Gambale
non mostrano alcuna crepa nel percorso fin qui tracciato: la coppia possiede
altre frecce al suo arco per regalare molte emozioni, soprattutto quando (come sperato
dal chitarrista torinese) la timbrica dello strumento acustico potrà amplificarsi
con una macchina pari ad altri delle canoniche orchestre sinfoniche. Ciò permetterà
di perfezionare quegli equilibri di assieme fra le due chitarre determinando un
migliore dettaglio delle frequenze medio-basse, che nella riproduzione con microfoni
della classica, tende a rendere piuttosto asciutto il suono dello strumento. In
ogni caso il progetto piace e non ci resta che aspettare la prossima puntata.
© MMS Mailing Music Services 2006
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Data pubblicazione: 16/02/2006
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