Tullio De Piscopo, la voce, le percussioni e le scale
Alla vigilia del concerto il drummer napoletano
ci ha illustrato i suoi nuovi progetti. di Olga Chieffi
Sabato
24 gennaio
l'antica cantina settecentesca di Gianni Penna, risuonerà della voce e delle percussioni di Tullio De Piscopo, il quale presenterà in esclusiva per il
Roundmidnight Jazz Club il suo nuovo progetto musicale i
Mediterranean Jazz Six, che schiera tre fiati, Carlo Maria Micheli al sax contralto e soprano,
Davide Grottelli al tenore e baritono,
Max Guerra
alla tromba e due salernitani che da tempo sono al fianco del drummer napoletano,
Guglielmo "Gughi" Guglielmi al pianoforte e tastiere e Paul Pelella
al basso. Abbiamo raggiunto il Maestro via cavo, un numero che ha dentro il 7, per ben tre volte, un altro simpatico segno del suo "sonoro" destino.
O.C.:
Maestro, come nasce questo nuovo progetto, dopo il successo riscosso con la sua Rhythm Machine, ultimamente ospite anche del prestigioso club Le Scimmie?
T.D.P.: I Mediterranean Jazz Six schierano tre fiati, quindi ho dato più spazio al canto e all'improvvisazione melodica, se si vuol fare un confronto con la formazione precedente. I sassofonisti
Carlo Maria Micheli e Davide Grottelli unitamente alla tromba di
Max Guerra saranno i rappresentanti della nostra scala melodica, un bagaglio antico che non è solo nostro, ma dell'intero mondo mediterraneo, culla della musica e della civiltà, speziato di profumi e armonie diversissimi e pur comuni, con il sentire, le sonorità e i ritmi, gli accenti del linguaggio jazzistico d'oltreoceano più puro, espressioni di popoli composti di numerose minoranze i quali, attraverso la musica hanno raccontato la loro storia, la loro condizione, la loro fame, che con il linguaggio verbale, non avrebbero, forse, mai potuto esprimere.
O.C.:
Due musicisti salernitani suoneranno insieme a lei Guglielmo Guglielmi e Paolo Pelella.
T.D.P.: Si Gughi al pianoforte e Paul Pelella al basso, sono da diverso tempo con me, un supporto insostituibile per la sezione ritmica e creatività e invenzione che lasciano pensare, sempre più ad una pulsante Salerno città della Musica. Ma il duo di tuoi concittadini è diventato, ormai, un trio, poiché è con me, con noi, anche la giovane
Gabriella Stotuti, interessante vocalist, la quale non disdegna di impugnare anche il soprano, una sferzata di energia e vitalità per tutto il gruppo.
O.C.: I Mediterranean Jazz Six possono essere considerati traguardo e punto d'origine del suo percorso musicale?
T.D.P.: Certamente. Traguardo poiché questo gruppo è la summa di ciò che ho sempre cercato, il connubio tra le mie due anime, quella napoletana e quella nera.
Ma preferisco sia un punto d'origine poiché sto approfondendo la ricerca armonica sulla scala melodica napoletana e perché un viaggio musicale non può fermarsi per più di un istante, deve ripartire subito per tentare e trovare nuove idee, nuove nascite.
O.C.: Il 15 aprile sarà in distribuzione il suo nuovo disco,
Pummarola Blues, che segue Memorie storiche, di cosa si tratta?
T.D.P.:
Pummarola Blues
è un disco live, la registrazione del concerto tenuto lo scorso 14 febbraio al Moods di Zurigo, inciso per la Rai Trade, in cui si sente molto la partecipazione del pubblico, coinvolto dall'abbraccio della nostra musica. In quello storico locale erano con me oltre i musicisti con cui suonerò al RoundMidnight, anche
Gabriella Stotuti, Domingo Dobasel, al secolo Domenico Basile, alla chitarra e mio nipote,
Peter De Piscopo, naturalmente alle percussioni, il quale ha impugnato le bacchette nelle mie parti cantate.
O.C.:
E la sua attività di insegnante come procede?
T.D.P.: Benissimo. Devo ascoltare e studiare per oltre cinquanta allievi alla settimana. Sai bene che l'insegnamento è un continuo e proficuo scambio, in tutte le cose non si finisce mai d'imparare.
O.C.: Ma le possibilità d'inserimento per tutti questi musicisti in erba?
T.D.P.: Calma piatta sul mercato discografico e musicale, come credo, un po' in tutti i settori culturali di questi tempi.
O.C.: L'arte è un gioco con finalità molto serie, poiché ci fa sperimentare altri mondi possibili, ci aiuta a capire la vita, a viverla meglio. Anche per lei è così?
T.D.P.: Per me la vita e, quindi, la musica nasce dagli incontri che si fanno durante il trascorrere degli anni: se le persone che si conoscono sono "buone", la musica sarà solare, comunicativa, se sono "cattive", malviventi, si avrà musica mediocre.
O.C.: Allora se conviene con me che la musica è specchio della vita, Lei avrà fatto solo incontri "buoni"?
T.D.P.: Pare proprio di sì.
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Data pubblicazione: 22/01/2004
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