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Ada Montellanico
è considerata una delle migliori interpreti di jazz in Italia, come dimostrano i
suoi lavori discografici, quello con Jimmy Cobb, quello con il trio di Enrico
Pierannunzi con ospiti quali Rava e Lee Konitz . "Nessuno oltre a lei in Italia
riesce ad imbrigliare la lingua, a renderla uniforme alla struttura ritmica di
una interpretazione jazzistica..." A. Mazzoletti.
Questo quarto album di Ada Montellanico è forse il disco che più degli altri
dimostra la sua vera natura di interprete, autrice e compositrice. Un disco
stupendo sotto tutti i punti di vista. Tutte composizioni originali scritte
appositamente, oltre che da alcuni musicisti stessi parte del progetto, dal
grande Pierannunzi, dall'intelligente Nunzi, da Conti e dal noto personaggio
Daniele Luttazzi. Cinque sono cantati in italiano, quattro in inglese, uno in
latino, uno interamente scat. Un lavoro che oltre a sottolineare la maturità e la
classe cristallina di A. Montellanico si avvale di una formazione stabile di
musicisti che rappresentano il meglio delle giovani leve italiane: Ceccarelli,
Bosso, Ionata, Ciancaglini, Tucci ed il quartetto d'archi
Pessoa. Linee di
copertina a cura di A. Mazzoletti e P. Biamonte. Qualità audiofila eccezionale. |
La prima volta che ho sentito
Ada Montellanico fu a Roma nel
corso di un festival che ebbe una certa eco anche a livello nazionale, il
Four Roses Jazz Festival. Era il
1985
e di quella ragazza, la prima cosa
che mi colpì al suo apparire sul palcoscenico, fu la sua intensa bellezza, poi,
non appena iniziò a cantare fui sorpreso dalle sue capacità interpretative.
Sono
passati molti anni da allora e Ada Montellanico è diventata una cantante di
grande capacità, come dimostrano i suoi lavori discografici, quello con Jimmy
Cobb, quello dedicato a Luigi Tenco, l'altro, più recente con il Trio
di Enrico Pieranunzi, ospiti d'onore Enrico Rava e
Lee Konitz,
in cui continuava, unica autentica cantante di jazz nel nostro paese, a
sperimentare l'interpretazione jazzistica della lingua italiana. E il risultato
era stupefacente.
Nessuno oltre a lei era mai riuscito ad imbrigliare la nostra lingua, a
renderla uniforme alla struttura ritmica di una interpretazione jazzistica.
Riesce ad adattare il poco swingante italiano alle sue esigenze di interprete:
lo spezza, ne allunga le sillabe, talvolta le tronca.
Segno di grande versatilità, intelligenza e sensibilità.
Non riesco ad individuare alcun cantante di jazz, del presente ma anche
del passato, che non utilizzi la lingua inglese, ad aver trovato le sue
soluzioni. Ci hanno provato in molti, francesi soprattutto, ma tutti hanno
miseramente fallito.
Un'altra caratteristica di Ada, anche quando interpreta gli standards
americani, e lo ha fatto in modo più che soddisfacente, è la sua costante
attenzione al rapporto testo-musica-interpretazione. Rari i cantanti europei
così attentì e sensibili a questo fondamentale connubio.
Ma
in realtà sono pochi, anzi pochissimi, i veri cantanti di jazz e non solo in
Europa. Arte difficile questa. Nel nostro paese ne vedo solo due che possono
fregiarsi di questa etichetta, tanto sfruttata di jazz singers. La stupenda
Tiziana Ghiglioni e l'altrettanto mirabile Ada Montellanico. Gli
altri (o le altre) o non cantano jazz o sono solo dei vocalists o dei crooners
più o meno dotati. E di costoro è zeppo il mondo.
Questo quarto album di Ada Montellanico è forse il disco che più degli
altri dimostra la sua vera natura di interprete, autrice e compositrice. Di tre
brani ha scritto i testi, di due anche le linee melodiche. Quattro sono cantati
in inglese, uno in latino, uno interamente scat, gli altri in italiano. E tutti
sono penetrati dalla sua personalità, che condiziona i partners che
interagiscono con lei perfettamente sia quando modula le lyrics, sia quando
canta scat.
Le due belle ballads di questo Cd,
Your skin
parole e musica di Ada e
Sometimes
parole e musica di Daniele
Luttazzi, che si rivela eccellente e sensibile compositore, potrebbero
diventare (soprattutto il primo, non me ne voglia Luttazzi), degli hits ed
entrare nel repertorio di qualche celebre interprete. Ada li canta ambedue con
gran classe. Nel primo è ben assecondata da una new entry del jazz italiano,
l'eccellente sassofonista tenore Max lonata, che in
Gocce di luce,
l'unico brano non originale della raccolta, suona il soprano. Immagino che
ascoltando questo motivo, molti riconosceranno una composizione di Bill Evans,
Remembering the rain che il grande pianista incise nel gennaio del 1978
per l'album New Conversations pubblicato dalla Warner. Ada ne ha scritto
le lyrics in italiano che si inseriscono in modo suggestivo sulla melodia
originale.
Una delle sorprese di questo Cd sono le quattro composizioni di
Massimo Nunzi, trombettista, leader di una buona big band, uno dei musicisti
più intelligenti oggi sulla scena, che si rivela compositore estremamente
originale: Punto e
virgola, lo struggente
Suoni modulanti nell'azzurro
in cui Ada è accompagnata anche da un quartetto d'archi,
The question and the
answer e
Ad vanas res
sono i punti focali della
raccolta. Il primo è un tema di rara e stravagante bellezza, in cui Fabrizio
Bosso si ritaglia quaranta infuocate battute, seguito da un limpido
Giovanni Ceccarelli, pianista che tutti i cantanti amerebbero avere nelle
loro sezioni ritmiche per le sue indiscusse doti di accompagnatore. Questa
esecuzione, contiene anche prima della ripresa finale, uno special di trentadue
battute eseguito con grande efficacia da Fabrizio Bosso, Max lonata e da Ada che
doppia cantando scat. Un piccolo capolavoro.
Oltre a Giovanni Ceccarelli, autore di
Our secret,
un tema preso su tempo medio-veloce che Ada canta interamente scat rivelandosi,
anche in questo caso eccellente, completano la sezione ritmica, l'indiscusso e
indiscutibile contrabbassista Pietro Ciancaglini, autore di
Circles,
e il batterista Lorenzo Tucci, che fanno parte di quel gruppo di
musicisti italiani ormai apprezzati in tutta Europa e per molti di loro anche
negli Stati Uniti.
Adriano Mazzoletti
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Data pubblicazione: 23/12/2002
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