Caligola 2110
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Nicola & Giuseppe Sorato
Fourhands
1. Moon with the mum
2. Smoke
3. Deep
4. Pucto dance
5. Via Monte Rosso
6. A child’s smile is priceless
7. Pretty rain
8. Calcutta’s angel
9. The road to the trees
Giuseppe Sorato - piano,electric
piano, synths, hammond, minimoog
Nicola Sorato - electric bass, guitars
Guests:
Francesco Michielin - vocals) on n°
1
Massimo Donà - trumpet) on n° 2
Enrico Pagnin - clarinet) on n° 6
Giorgio Mantovan - guitar) on n° 8.
Loop programs, drums, percussion, arrangements by Giuseppe and
Nicola Sorato.
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Miroslav Vitous nel 2009 ha pubblicato
il cd "Remembering Weather Report", in cui ha cercato di ricreare "la musica
che girava intorno" quando si è formato il mitico gruppo capitanato da Zawinul e
Shorter. In quel disco ci sono riferimenti al free jazz di
Ornette
Coleman e al Davis più intransigente, post "Bitches Brew", in un
contesto teso e aspro, non certo brillante e di facile fruizione.
I fratelli Sorato nello stesso anno licenziano
questo "Fourhands", riprendendo la lezione dei Weather Report e dei
loro epigoni, in un'accezione, però, completamente opposta. Qui è proprio la leggerezza
del tocco, la lievità e la piacevolezza quasi ostentata delle atmosfere, a caratterizzare
la musica. Siamo, infatti, a confronto con un jazz-rock piuttosto melodico con suoni
che rimandano a
Pat Metheny, in diversi solchi, come al "Syndicate", il gruppo world
music "diretto discendente", da parte di padre, si potrebbe dire, del quintetto
che ha lanciato Jaco Pastorius.
E sicuramente Pastorius è uno dei modelli ispiratori del bassista, nonché chitarrista
Nicola. Hancock, Zawinul,
Uri Caine
in versione elettrica, all'organo hammond, sono invece i tastieristi a cui deve
di più Giuseppe. Come detto "Fourhands" è un prodotto "artigianale" piuttosto
curato, di agevole lettura, ben confezionato dai due fratelli veneti, che suonano
parecchi strumenti e da soli sono in grado sostenere la struttura dei vari brani,
base ritmica e interventi solistici, con la loro sofisticata dotazione elettronica.
Oltre a questo, si inseriscono in alcuni motivi, ospiti e strumentisti amici, per
aggiungere colori "naturali" ad una tavolozza musicale costituita da tinte sintetiche.
Si distinguono in special modo la tromba di Massimo Donà in "Smoke".
Nel dialogo fra la tromba sordinata e lo "sleeping bass" alla
Marcus Miller
ci si avvicina subito alla magia di "Tutu". Enrico Pagnin al clarinetto compare,
invece, in "A child's smile is priceless". Vista la situazione ritmica, l'accompagnamento
e lo strumento solista non si può non ripensare alle incisioni di Eddie Daniels.
In "Calcutta angel's" si insinua, ancora, la chitarra distorta e aggressiva
di Giorgio Mantovan. La chiusura è, quasi, in acustico con il descrittivo
e sognante "The road to the trees" con keyboards e chitarra a cantare in
un pezzo dove le sovraincisioni sono ridotte al minimo.
In conclusione non ci sono scossoni o sussulti. La musica procede su un
binario rettilineo, non riservando sorprese o turbamenti, ma fornendo una colonna
sonora adeguata ad ambienti e panorami tranquilli, privi di nuvole minacciose, di
cirri che annuncino i temporali.
Gianni B.Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 02/01/2010
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