Imprevedibile: sorprendente, inatteso. Questa è la definizione dell'aggettivo imprevedibile data dal vocabolario. Volendo condensare, in una sola parola, la costante del concerto di
Kenny Werner
Trio all'Auditorium di Palazzo Gazzoli a Terni. Una formazione solida, in cui il pianista ha focalizzato da tempo la sua ricerca. Decisa la scelta del leader di incidere quasi esclusivamente dal vivo, dando un ulteriore impulso di freschezza alla sua musica. Così è stato anche per il suo ultimo album "Peace", registrato al
Blue Note di New York, presentato - in un frammento - nel corso della serata. Con lui sul palco:
Johannes Weidenmueller al contrabbasso e Ari Hoenig alla batteria.
Due ore di musica giocando sui contrasti, con stop, cambi repentini di ritmo, contaminazioni, il tutto in perfetta sinergia. Notevole, se pur faticoso, l'oscuro lavoro del pacato
Weidenmueller è lui a tenere coeso il trio con le sue precise cuciture. Mai un'esitazione sempre presente e lucido, anche nei solo, un riferimento imprescindibile. In contrapposizione al torrenziale
Hoenig che usa ogni millimetro della batteria, con un drumming pirotecnico, ma mai invasivo. Raffinato, deciso all'occorrenza, Werner compositore ed arrangiatore oltre che splendido interprete, è in grado di colorare di melodia ogni singola nota.
Il repertorio di Werner è un corollario di Mainstream, disgregando - tra partiture di grande difficoltà – anche le certezze più salde, come per Siciliano di Bach, mescolando ritmi latini appena sfiorati, ricordi di Monk con l'originale Amonkst, passando per Coltrane con la sua 26/2, Dolphin Dance
di H. Hancock, oltre a brani dello stesso Werner, tra cui Georgia James
e Beauty Secrets. Da segnalare una pregevole esecuzione di Nardis di Miles Davis.
Nonostante la diversità dei temi proposti, ineccepibile è stato il modo con cui sono stati tra loro cementati, frutto di studio, di ideale simbiosi e conoscenza degli strumenti. Il numeroso pubblico presente ha apprezzato la performances dei tre, tributandogli un giusto calore. Come in un buon thriller un concerto che non ha lasciato un attimo di pausa, neppure durante i tempi lenti, un piacere ascoltarli suonare e vederli respirare all'unisono. Bravi!