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Le Nouveau Trio Gitan
Christian Escoude, Martin Taylor, David Reinhardt
Parigi, Le Duc De Lombards, 26 dicembre 2005 ore 21:30
di Donatella Poggetti e Alberto Gottardelli

foto di Alberto Gottardelli

Una piacevole sorpresa scoprire nel jazz club più famoso di Parigi David Reinhardt, il giovane e talentuoso nipote del mitico chitarrista gitano Django Reinhardt in trio con altri due chitarristi: Christian Escoude, da decine di anni sulla scena del jazz francese ed interprete di migliaia di dischi sia come solista che come session man, e Martin Taylor, brillante chitarrista inglese meno noto ai jazz fans ma che si rivelerà un interprete altrettanto raffinato.

Il Duc De Lombards è un affascinante piccolo locale a Les Halles che ha mantenuto l'atmosfera, i colori ed anche gli odori (aleggia profumo di Gitanes) degli anni cinquanta.

All'ingresso ci accoglie la simpatica e dinamica manager del locale, Nadege Rispoli Saccardo, alle pareti foto storiche di grandi del jazz che hanno suonato nel locale.

Il piccolo palcoscenico è a pochi centimetri dai mini tavolini ed il pubblico a stretto contatto di gomito con i musicisti gusta in religioso silenzio il concerto.

L'amplificazione tenuta al minimo e la mancanza quasi totale di effetti elettronici contribuisce a ricreare sonorità prettamente acustiche.

Il trio propone un repertorio basato su standards degli anni '30, '40 e '50 condito con composizioni originali e qualche classico brasiliano di Tom Jobim. Tra le songs eseguite, Chez Fernande di Martin Taylor, All the things you are, Swing 42, Masaya, un Blues in Si bemolle e poi a sorpresa, all'inizio del secondo set, Escoude pesca dal fondo del palco una Fender Telecaster che sostituisce alla sua Gibson. Questa volta con qualche delicato effetto di delay propone un arrangiamento molto personale di Invitation ed un delicato omaggio a Michel Legrande, What are you Doing For The Rest Of Your Life, e due composizioni di Jobim, Ana Maria, uno dei rari pezzi in 3/4 dell'autore brasiliano e How Insensitive arrangiato dal trio, dove Christian Escoude senza soluzione di continuità sfuma in una versione bossanoviana di Cheek to Cheek che si trasforma a poco a poco in uno swing gitano.

Un classico Bluesette dell'armonicista Toots Thielemans, che in passato ha inciso diversi dischi con Escoude, viene proposto con dinamismo ed allegria a tempo di veloce jazz waltz.

L'impostazione del trio vede Escoude come leader, ma in ogni brano viene lasciato lo spazio a David Reinhardt e Martin Taylor per i loro soli, mentre i compagni a turno strutturano accordi ritmici e controcanti. E qui finalmente abbiamo potuto gustare le differenze tecniche e stilistiche tra i tre chitarristi: il giovane David Reinhardt con un fraseggio ancora immaturo ma pieno di dinamismo e tecnicamente molto preparato, Escoude molto classico nell'affrontare i temi e i soli, con grande gusto che pervade ogni nota ed ogni arrangiamento, Martin Taylor (che tiene lo strumento in una insolita posizione, quasi verticale) più freddo e più bebop ma con una sonorità molto pulita e quasi cristallina.

Taylor ha entusiasmato il pubblico con un suo arrangiamento jazz di un pezzo di Edith Piaf dove in perfetta solitudine è riuscito a ricordare le atmosfere parigine degli anni '50 nonostante le sostituzioni armoniche tipicamente jazzy.

L' attento pubblico ha accolto con entusiasmo il concerto del trio, premiando ogni solista con applausi a scena aperta, e noi ci siamo resi conto una volta di più che nella musica non è obbligatorio inventare a tutti i costi qualcosa di nuovo: questa delicata e raffinata rivisitazione in chiave "reinhardtiana" del panorama musicale internazionale, nella quale gli standards sono stati accarezzati dal tocco moderno dei tre chitarristi, ci ha fatto uscire dal locale con la sensazione di aver ascoltato un pezzo di storia della musica e soprattutto ci ha trasmesso delle dolci e serene emozioni che ci hanno fatto stare meglio.

Nell'intervallo abbiamo potuto scambiare qualche battuta con Christian Escoude, ideatore del Nouveau Trio Gitan, che ci ha raccontato come sia stato semplice riunire tre chitarristi con l'apertura mentale necessaria per una espressione musicale di attualità senza rinnegare le radici dentro le quali sono cresciuti: lui stesso, che ha saputo rinnovare in profondità la tradizione gitana, il britannico Martin Taylor che ha suonato per molti anni al fianco del violinista francese Stephan Grappelli ed il giovane David Reinhardt che in famiglia ha ritrovato le profonde radici gitane del suo famoso nonno Django.







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Data pubblicazione: 05/03/2006

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