Alla scoperta di Julian Siegel
6 giugno 2009 - Vortex
Jazz Club - Londra
di Florindo Grillo
E' sabato (6 giugno) sera, e il programma è di andare a sentire il quartetto
di Julian Siegel
al Vortex,
rinomato jazz club della capitale. Londra ha un network di linee metropolitane pasticciato,
ma ovviamente per gli inglesi è tutto molto chiaro. Il fatto è che tra DLR (Dockland
Lands Railway), underground e overground, qui il bandolo della matassa si trova
chissà dove, forse perso nel Tamigi. Se si aggiunge il fatto che sia la DLR che
l'underground stasera non funzionano, vuol dire che due ore e mezzo di autobus non
me le toglie nessuno, ma ne vale la pena dato che
Siegel ha vinto
il BBC Jazz Award come miglior strumentista nel
2007.
Arrivo al numero 11 di Gillett Square un po'
in ritardo, e una volta seduto mi informano che il club, uno dei più noti della
città, è appena emerso da "cattive acque". Il jazz, musica istruita e di classe,
purtroppo in tutto il mondo soffre i colpi di budget malgestiti, ma sta riemergendo
egregiamente anche grazie ad un cartellone di tutto rispetto e al non secondario
aiuto dei fan che lo hanno supportato nell'acquisto di uno Steinway.
Passando ai fatti,
Siegel si presenta
dietro ad una moltitudine di fiati, quasi costringendo il contrabbassista a suonare
sulla parete. Clarinetto, clarinetto basso, sax soprano e tenore. E' accompagnato
in questa frizzante serata da Liam Noble al piano, Dave Whitford al
basso e Gene Calderazzo (fratello del notissimo pianista Joey) alla batteria.
La musica si rivela subito interessante, ed è quasi tutta scritta dal
sassofonista. Julian è molto in gamba, moderno e bravo arrangiatore. Le sue composizioni
usano un'alternanza di tempi composti a tempi semplici, e sono in maggior parte
basate su un sentire il jazz abbastanza free. Temi per lo più veloci, armonia
e armonizzazioni non ultra complicate, aperte e fantasiose. Il gruppo è veramente
di grande livello: Gene Calderazzo è fenomenale, uno dei batteristi con più
intensità e tocco che abbia ascoltato da questa parte dell'oceano (non per niente
è un newyorkese...). Il pianista Noble ha gusto da vendere, raddoppia le
frasi con la mano sinistra, alla Benny Green, suona il tema all'inverso,
armonizza con finezza e diverte con uno stile sicuramente personale ed intrigante.
Whitford pone ogni nota e idea al posto giusto, chiara e forte, e lontano
da clichè.
Siegel
non è certo giovanissimo, ed il suo suono non convince molto: è un po' calante e
non molto potente, e questo su tutti i fiati. Anche la sua presenza scenica non
risulta delle migliori, specialmente quando si allontana dalle radici hard bop per
accostarsi al free: non si sente che è il suo quartetto (esita timidamente nel dare
direttive ai colleghi, ad aprire e chiudere spazi), e pare quasi stia provando il
repertorio per la prima volta col gruppo, che di riflesso non ha la sicurezza che
si percepisce su pezzi più tradizionalmente jazz, con un walking bass solido
come quello di Whitford, sul quale Calderazzo innesta un motore potente
che Noble e Siegel
sfruttano sapientemente.
Penso che Siegel sia in un momento transitorio dall'hard bop, che ha sicuramente
assimilato e che gestisce molto bene, ad un free che forse fa' tendenza, ma in cui
non sembra credere più di tanto neanche lui.
E' ormai il secondo set e, a rigor di logica, i tempi stringono. Il trio
che ha per le mani freme ed ha fame di swing selvaggio, solo a sprazzi soddisfatto.
Guardo il batterista londinese di adozione, e gli si legge in viso che ha voglia
di esplodere, di tirare fuori tutta l'energia che ha addosso, prima di alzarsi dal
sedile. Invece si fanno sentire i clarinetti, che
Siegel suona
bene, ma che smorzano l'intensità. E' difficile per un sassofonista suonare il clarinetto,
specialmente il clarinetto basso. Julian presumo venga dalla scuola del clarinetto
classico, che gli permette un'estensione notevole (che lui ha anche con i sassofoni)
ed un suono pulito ed omogeneo.
In conclusione la serata è stata molto piacevole e di livello; il quartetto
è molto forte, ma forse deve rodare alcune cose per poter esprimere appieno l'alto
potenziale.
Julia Siegel w. Joey Baron, Greg Cohen
Live at Vortex
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Data pubblicazione: 21/06/2009
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