LHR Redoux:
Jon Hendricks on Vocals
Judith Hendricks on Vocals
Joel Hazard on Vocals
The Jon Hendricks Trio:
Peter Michelich on Piano
Neal Miner on Acoustic Bass
Andy Watkins on Drums
Jon Hendricks, una leggenda del jazz e vincitore di 7 Grammy Award, si
è esibito in un breve set accompagnato da un trio di piano, basso e batteria. Il
trio ha aperto la serata con un brano swingante in cui ogni elemento si è prodotto
in soli che hanno catturato l'attenzione degli ascoltatori. L'intento del brano
era quello di riscaldare la sala prima di introdurre Mr. Hendricks. L'esibizione
del trio è stata un esempio di grande interplay tra i musicisti, caratteristica
prevalente durante tutto il concerto.
Jon Hendricks, che ha 83 anni, è stato coinvolto nel mondo del jazz più o
meno dalla nascita. E' citato come il padre del "vocalese", uno stile di
composizione vocale che utilizza le parole su interi soli e orchestrazioni di standards
della musica jazz. E' diverso dallo "scat" che consiste invece nel cantare
sillabe no-sense eseguendo delle improvvisazioni al volo, come un qualsiasi
altro
strumento musicale. Il "vocalese" è stato inizialmente introdotto da cantanti come
Eddie Jefferson e King Pleasure, ma Jon Hendricks ha perfezionato
quest'arte soprattutto attraverso il famoso gruppo vocale LH&R, vale a dire:
Dave Lambert, Jon Hendricks e Annie Ross. Essendo il principale
paroliere del trio, Hendricks ha composto i testi di innumerevoli parti di standard
eseguiti da famosi musicisti come Miles Davis, Count Basie, Duke
Ellington, Art Tatum, Benny Golson e tanti altri che sarebbe troppo
lungo citare.
Dopo il brano iniziale del trio, quindi, Jon Hendricks è presentato
al pubblico che risponde con un caloroso applauso. Ricordandomi di averlo visto
circa 20 anni fa, ho notato che sul palco possiede ancora lo stesso entusiasmo e
la stessa esuberanza di allora. Hendricks comincia con una composizione originale
dal titolo Feed Me che
ha una parte introduttiva molto simile ad un brano del periodo degli LH&R dal titolo
Home Cookin', una composizione di Horace Silver di cui Hendricks ha
composto il testo. Alla partenza del solo del piano, non si può non notare quanto
Jon Hendricks fosse attento a ciò che accade sul palco, sorridendo con ammirazione
per alcune linee particolarmente liriche suonate da Peter Michelich.
Successivamente, il clima viene avvolto dalla bossa nova con due composizioni.
La prima, Tell Me the Truth,
comincia in stile bossa nova ma prosegue poi in un crescendo di R&B, fusion, suoni
avanguardistici, che riportano alla mente ciò che Miles Davis o
Herbie
Hancock hanno fatto negli anni
'70, prima di ritornare
ad una sottile e dolce bossa nova. Hendricks ha introdotto il brano dicendo
che sebbene sia stato scritto molti anni fa le parole sembrano come se fossero state
scritte oggi - un commento ai problemi attuali. Il secondo brano,
Estate, presente sull'album
Freddie Freeloader, è una movimentata bossa nova che crea un clima molto
bello e rilassante. Il modo di cantare soffuso di Hendricks è puntuale, mai
autoritario, supportato molto bene dal piano. Senza dubbio offre all'atmosfera la
sensazione della presenza di Antonio Carlos Jobim.
Hendricks parla con il pubblico, ricordando giorni passati e un recente premio
ricevuto in Francia – La légion d'honneur, il loro premio più prestigioso,
per la sua partecipazione all'invasione della Normandia durante la Seconda Guerra
Mondiale.
In linea con la Seconda Guerra Mondiale, Hendricks esegue una composizione
di Benny Golson dal titolo
Blues March. L'intro eseguito
dal batterista, Andy Watkins, che ricorda lo stile di una marcia eseguita
da una banda militare, offre un supporto ideale al classico vocalese che Hendricks
ha composto per questo standard. Esegue poi un solo in stile scat che inizia
lentamente ma cresce rapidamente fino ad un fulmineo insieme di sillabe che dicono
al pubblico "I can do that too". Nel momento in cui è la volta del solo di
piano, Hendricks sembra ancora una volta intento ad ascoltare ogni nota del
pianista. Poi offre al pubblico una sorpresa eseguendo uno scat emulando il contrabbassista,
suonando il basso "nel vuoto" e cantando le note come se le stesse suonando effettivamente.
Ha eseguito qualcosa di simile su un classico degli LH&R chiamato
Swingin' 'Till the Girls Come Home,
dove suona un solo di scat emulando il suono del basso così come è suonato da cinque
differenti contrabbassisti dell'epoca bebop. Che sorpresa! Il tutto come preambolo
al solo del bassista. Posso solo immaginare che Neal Miner stesse pensando,
"Come posso seguire dopo tutto questo?"...
Hendricks poi parla delle sue radici in Toledo, dei suoi inizi con Art
Tatum, di come stia attualmente insegnando come professore di Jazz e Vocalese
all'Università, di come ha messo insieme un orchestra di vocalist chiamata Vocalstra.
Ha inoltre spiegato di come voleva creare il disco degli LH&R Sing a Song of
Basie cantando le parti di tutti gli strumenti dell'Orchestra di Count Basie
e contando su sovraincisioni per ottenere i suoi intenti, ma non vi è riuscito,
per circostanze oltre il suo controllo.
Come parte dei suoi ricordi dell'LH&R, Hendricks ha nuovamente sorpreso
il pubblico presentando una nuova versione del trio chiamata LHR Redoux.
Ha condotto sul palco sua moglie, Judith Hendricks, che ha sostituito Annie
Ross, e Joel Hazard, che ha sostituito Dave Lambert. E' stata una reintroduzione
dello stile vocalese
creato,
rivoluzionato e dominato dall'originale LH&R. Il trio ha swingato perfettamente
su Take The A Train di Ellington. Se
aveste chiuso gli occhi, avreste potuto ascoltare Duke seduto al piano con la sua
sezione di fiati suonare con maestria la melodia e i soli di questo brano. Chi scrive
si augura che l'LHR Redoux vada dritto in studio per immortalare questo sound
su di un disco che possa così durare nel tempo.
L'LHR Redoux poi canta Everything Happens To Me,
un brano registrato da Sinatra negli anni
'40 con la Tommy Dorsey
Orchestra, e purtroppo chiude il set con
Avenue C di Count Basie.
Entrambi i pezzi mostrano la capacità di scambio che c'è tra i tre vocalist. E'
stata una sorpresa ascoltare Judith, come se stesse cantando sui dischi di
Hendricks degli anni '80.
Joel Hazard è dotato di una straordinaria estensione vocale che gli consente
di prendere note da baritono e portarle fino agli acuti. LHR Redoux è certamente
uno straordinario e squisito tributo alla grande tradizione vocale avviata dagli
LH&R.
Crogiolandosi negli applausi e nell'adorazione del pubblico, Jon Hendricks
dimentica (non di proposito, ovviamente) di presentare i musicisti della band, ma
rimedia rapidamente tornando di corsa sul palco e chiedendo all'ingegnere del suono
di riaprire il microfono. Presenta i musicisti uno ad uno, sottolineando che la
sua band suona con lui da ben 13 anni. Sebbene i musicisti non si erano contrariati
per questa mancanza, è sempre positivo essere riconosciuti. Questo è un aspetto
che Hendricks non ha mai dimenticato e che lo ha aiutato durante la sua vita e carriera.
Personalmente, gli auguro di tornare ancora molte volte e, guardando artisti
come Hendricks, ho realizzato che la musica ci mantiene vivi e se continuiamo ad
abbracciarla e a partecipare attivamente, non affonderemo facilmente o velocemente.
Dopo il concerto ho incontrato Mr. Hendricks e gli ho mostrato il CD dello straordinario
lavoro fatto scrivendo i testi dell'intero album Vocalese dei
Manhattan
Transfer. Mentre mi autografava le liner notes ha ricordato un aneddoto
riguardo una foto nel libretto e di come fosse originariamente tra le foto semi-serie,
fatte non con l'intento di essere pubblicata. Ricorda che egli stava raccontando
una barzelletta pertanto tutti cominciarono a ridere proprio mentre fu scattata
la fotografia. Il sorriso che ha sempre sul suo volto descrive tutta la gioia che
ha e che continua ad avere.