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Villa Celimontana Jazz Festival 2010
Dorado Schmitt Quartet
Roma - 28 agosto 2010
di Gianluca Caruso


Dorado Schmitt - chitarra solista, violino, voce
Renato Gattone - contrabbasso
Walter Clerici - chitarra ritmica, voce
Miraldo Vidal - chitarra ritmica
Guest: Amati Schmitt

Per il secondo anno consecutivo il Villa Celimontana Jazz Festival, la storica manifestazione della capitale ormai alla sua XVII edizione, ha deciso di destinare parte della programmazione alla musica manouche con una rassegna intitolata "Django Jazz". Anche quest'anno, come già nella passata edizione, ospite d'onore nella serata del 28 agosto il grande Dorado Schmitt, figura tra le più richieste dello stile gitano.



Nato nel 1957 nella Lorena ed immerso nella musica sin dall'infanzia (è stato il padre a trasmettergli la passione per la chitarra ed il violino), Dorado inizia la sua carriera musicale insieme ad Hono Winterstein e Gino Reinhardt. Dopo una serie di concerti e collaborazioni di grande rilievo e, con due dischi all'attivo (Hommage à la Romenes e Notre Histoire), nel 1987 a causa di un bruttissimo incidente interrompe, per fortuna solo momentaneamente, la sua carriera. Dal 1990 il chitarrista manouche tornerà a calcare le scene della musica gipsy: nel '93 la partecipazione al documentario Latcho Drom di Tony Gatlif. E' del 1995 l'album Parisienne in cui Dorado si spinge al di là dei confini gipsy per rivelarsi un ottimo chitarrista be-bop. Dopo quasi dieci anni di attesa l'uscita di Rendez-Vous (2004) e Dorado Sings (2005), mentre del 2009 l'album Family, per la cui realizzazione Dorado si avvale del supporto musicale dei tre figli e degli amici più stretti.

Ma veniamo al concerto. Iniziamo col dire che, nonostante il nome in cartellone ("Dorado Schmitt Quartet"), il grande chitarrista francese non si accompagna, nostro malgrado, con la sua formazione abituale, ma è "ospite" dei tre musicisti italiani, che sin dal primo brano dimostrano di non essere all'altezza della situazione: poco incisive le chitarre ritmiche, più efficace il sostegno del contrabbasso i cui i soli però non brillano certo per originalità.

Torniamo comunque al vero protagonista della serata che subito ci riserva una sorpresa: sul brano d'apertura, Troublant Bolero, anziché imbracciare la chitarra (per l'occasione una archtop anziché l'acustica) Dorado sceglie il violino su cui dimostra di cavarsela in modo splendido! Ma è ovviamente sulla chitarra che viene fuori tutta la sua grandezza: il musicista manouche delizia il pubblico con un fraseggio mai scontato, una tecnica sorprendente, con ritmiche esplosive, ma ciò che colpisce di più è la grande gioia che ci trasmette con le sue note. Su un paio di brani Dorado si rivela anche un discreto vocalist (e non è l'unico della serata: Walter Clerici regala due versioni cantate dei classicissimi Dinah e All of me): belle le frasi scat improvvisate all'unisono con chitarra e voce "a-la-George Benson". Insomma definirlo chitarrista gipsy è riduttivo, Dorado si dimostra un musicista versatile, un vero artista capace di passare con disinvoltura e naturalezza da uno strumento all'altro.

La vera sorpresa della serata comunque ce la riserva il duetto tra Dorado e il suo giovanissimo (15 anni) figlio: Amati Schmitt. Invitato dal padre sul palco dopo il primo set. Amati ci regala purtroppo solo due brani, comunque sufficienti a mostrarci le sue innate capacità di chitarrista. Sul finale Amati tornerà, con grande piacere del pubblico, nuovamente sul palco, questa volta insieme al quartetto, per concludere la serata con una velocissima interpretazione di Blues For Ike.







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Data pubblicazione: 24/10/2010

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