|
|
|
JVC Jazz Festival-New York City
Celebrazione dell'80° compleanno di Bucky Pizzarelli
The Sunny Side of the Street of Jazz
Lunedì, 19 giugno 2006 - Kaye Playhouse @ Hunter College, New York
di John Coltelli
foto di Paul Mendez
Bucky Pizzarelli
con Howard Alden, Harry Allen,
Gene Bertoncini, Paul Faulise
John Frosk, Fuss Kassoff,
Jay Leonhart, Tony Monte
Ken Peplowski,
John Pizzarelli,
Kenny Rankin, Martin
Pizzarelli
Tony Tedesco, Larry Fuller, Mike Renzi, Aaron Weinstein
Warren Vache & the Wire Choir (Southern Illinois University)
Prodotto da John Pizzarelli
In
una piovosa serata di fine giugno, nell'auditorium da 650 posti della
Kaye Playhouse
dell'Hunter College di New York City, si celebra l'ottantesimo compleanno del noto
chitarrista jazz Bucky Pizzarelli durante il quale è prevista l'esibizione
del figlio
John Pizzarelli, di Kenny
Rankin, Jay Leonhart
e altri amici. In questa serata che ha un tono molto intimo e in cui vi sono tanti
tra coloro che ricordano la maggiorparte degli oltre 50 anni di musica di Mr.
Pizzarelli, si sta per ascoltare il sound del jazz classico misto alle emozioni
derivanti dalla presenza di amici e parenti.
Nato come figlio di un Patterson,
droghiere del New Jersey, Bucky Pizzarelli ha imparato a suonare la
chitarra e il banjo sin da bambino da suo zio Pete. Dovendo abbandonare il negozio
che avevano alla Union Avenue, Bucky ha sempre portato con sé il suo strumento tra
le drogherie presso le quali doveva recarsi. Durante i suoi giri, Pizzarelli
si esibiva spesso dinanzi alla clientela che si mostrava disponibile ad ascoltare.
Anni dopo, questa sua inclinazione verso la chitarra gli permise di esibirsi con
Frank Sinatra,
Duke Ellington, Tony Bennett e Benny Goodman, con i quali ha
eseguito tour per diversi anni. Ha persino sostituito il leggendario Django Reinhardt
nel trio di Stephan Grappelli. Il suo modo di strimpellare ha creato
una grande ritmica che fu la base per molte band, inclusa la Tonight Show Band
diretta dal trombettista Doc Severenson.
Il concerto ha inizio e i primi ad esibirsi sono Bucky e John,
padre e figlio, i quali eseguono "It's
Been a Long, Long Time" e "Don't
Take Your Love From Me". Questi brani portano sul palco una retrospettiva
di quando il Jazz era una musica popolare per l'America e quando lo Swing dominava
le classifiche. Il clarinettista Ken Peplowski presegue questa retrospettiva
con "A Little World Called Home"
così come anche il sassofonista Harry
Allen su "If I'm Lucky".
Più aggressiva la parte di spettacolo relativa allo Swing degli anni '40
con i fiati ardenti che forniscono una rara e autentica visione della storia della
musica rendendo viva un'epoca oramai tramontata. L'epoca di un'America sempre in
espansione, di un paese che ha trovato rapidamente se stesso dopo una guerra, si
riflette nella dinamica e nel suono ricco che questi veterani sfoderano. L'eccezionale
energia e lo spirito senza confini che hanno aiutato a ricostruire una nazione risuona
anche fuori dalle mura di Kaye e l'eccellente natura della musica trasmette ottimismo
e gioia. Qui non ci sono ne' ansia, ne' tristezza, ne' mancanza di credere in se
stessi, c'è solo l'eccitante suono di una macchina musicale che fa del suo meglio,
portando sorrisi sui volti del pubblico. Questa è sempre stato il lato allegro del
Jazz.
Domandando
a John Pizzarelli
un parere riguardo questo approccio alla
musica, risponde: "Devi essere felice di ciò che fai, la musica dovrebbe essere
sempre una gioia, sia che tu stia suonando hot jazz o che stia accompagnando una
piccola band, è sempre un divertimento farlo e questa è la cosa importante. Mio
padre ama suonare la parte ritmica, o suonare da leader, qualsiasi cosa che riguardi
la chitarra per lui è divertimento. Ciò vuol dire sentire ottima musica, è il miglior
jazz che ci sia!"
Prima della sua esibizione, il bassista
Jay Leonhart ci fornisce
una testimonianza riguardo questo ottimistico approccio alla musica: "Per Bucky,
il bicchiere è sempre mezzo pieno, si deve sempre andare avanti!"
Per tutta la performance,
una sequenza di immagini relative la famiglia di Pizzarelli, sono proiettate
sullo schermo alle spalle del palco. Foto del padre di Bucky, suo zio, il negozio
della famiglia, e tutto ciò che contribuisce nel far sentire il pubblico come se
fosse seduto nel salotto di casa Pizzarelli.
Successivamente, nel rispondere ad una osservazione da parte di un fotografo
in merito a questa impostazione intima della serata,
John Pizzarelli
dice, "Durante la serata c'è sempre stato buon feeling fra tutti ed è esattamente
ciò che desideravamo. Ecco perchè ho voluto tutti sul palco alla fine."
Il concerto ha poi avuto
un ulteriore picco con la presentazione del chitarrista/cantante
Kenny Rankin il quale attraverso
la sua solo performance su "Pardon
Me, Didn't We Meet" e la sua versione bluesy del brano di George Harrison
"While My Guitar Gently Weeps"
pone in bassorilievo il più allegro materiale che si è ascoltato fino a quel momento.
Il modo di accompagnare di Rankin
e il modo angelico di prendere le blue notes con la sua voce sono quanto di più
potente e ispirato si possa ascoltare. L'influenza di Pizzarelli su
Kenny Rankin è stata profonda
ed è stata anche commentata dopo lo spettacolo dallo stesso Rankin. "Nel
1962, sono uscito dal gruppo con cui suonavo
a Las Vegas e comprai una chitarra da 50 dollari e un libro delle canzoni dei Peter,
Paul and Mary. Quando andai a New York mi recai da Manny, sulla 48ma strada e comprai
una Guild Mark V e un libro di accordi. Successivamente andai da Don e chiesi se
fosse sufficiente per un principiante. ‘E' buono', disse e mentre indicava Bucky,
affermò, 'vedi quel ragazzo? Tienilo d'occhio!'. Bucky mi mostrò il mio primo A
Major 7th, pertanto conoscerlo è amarlo, è un uomo straordinario e un'anima
meravigliosa. Sono privilegiato per essere stato presente nella sua vita!"
Essere
mentore di giovani musicisti è sempre stato un elemento importante della parte iniziale
della vita di Pizzarelli. Considerando l'uso della rara chitarra a 7 corde,
egli ha insegnato molto sulla più profonda, estesa sonorità che questa corda aggiuntiva
consente.
Le prime apparizioni della chitarra a 7 corde risalgono alla fine del
1800 in Russia. Essa consente di avere dei bassi molto più marcati oltre ad un'espansione
dei voicing. Inoltre, è possibile suonare la linea di basso mentre si suonano gli
accordi o i soli. Introdotta negli Stati Uniti da George Van Eps negli anni
'30, questa inusuale
corda basso applicata sulla chitarra, accordata sulla nota La, è in massima parte
l'artefice del denso e ricco sound che si è ascoltato a Kaye Playhouse stasera.
E' anche grazie a questa settima corda che Pizzarelli è riuscito a creare il suo
stile fortemente basato sulla ritmica tanto da farne anche una caratteristica dei
soli ad accordi.
Nell'era moderna la settima corda è stata considerata nel momento in cui
Steve Vai l'ha adottata e l'Ibanez
gli ha costruito una chitarra a suo nome nel 1990,
tanto che poi chitarristi di band heavy metal come Korn e Limp Bizkit
hanno continuato la tradizione.
Oltre la tecnica da maestro esibita durante il concerto, c'è stata l'alchimia
che ha brillato per l'intera serata
tra
John Pizzarelli e suo padre.
L'amore e il rispetto che John ha per il suo mentore è stata molto evidente anche
in gesti come prendere lo sgabello su cui Bucky si sarebbe seduto o il modo gentile
con cui ha mantenuto lo strumento prima di passarlo al padre.
Come conclusione del concerto, si sono esibiti sei giovani chitarristi
provenienti dalla Southern Illinois University
i quali hanno suonato "In A Mist"
da una trascrizione per piano di Bix Beiderbecke adattata per chitarra.
Il vecchio Pizzarelli ha osservato incuriosito, l'influenza che
ha esercitato sulla musica nel corso dell'ultima metà del secolo e la costante eredità
che le sue fatiche da pioniere hanno profuso risulta evidente.
Il pubblico, defluendo verso la la 68ma strada fuori alla Kaye Playhouse
dell'Hunter College si riversa nella notte newyorkese, profondamente toccato dal
tour de force musicale di Pizzarelli, passeggiando così dal lato pieno
di sole della strada del jazz (ndt. parafrasando il famoso brano 'on the
sunny side of the street').
Invia un commento
© 2000 - 2024 Tutto il materiale pubblicato su Jazzitalia è di esclusiva proprietà dell'autore ed è coperto da Copyright internazionale, pertanto non è consentito alcun utilizzo che non sia preventivamente concordato con chi ne detiene i diritti.
|
Questa pagina è stata visitata 5.678 volte
Data pubblicazione: 04/09/2006
|
|