Silvano Borzacchiello
drums
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Education:
- USA (Musician Institute, Los Angeles)
- Italy and Switzerland
Professional Experience:
- USA (Los Angeles, New York, San Francisco)
- Europe (All countries)
- Asia (Thayland, Malaysia)
- Jamaica
Collaborations:
Alessandro Bianchi, Attilio Zanchi,
Bebo Ferra,
Claudio Pontiggia, Carlo Magni, Christian Gilardi, Cholet
Jean Christophe, Cosimo Lampis,
Dado Moroni,
Danilo Moccia, Dario Faiella, Fulvio Chiara, Giulio Granati,
Garrison Fewell,
Glauco Masetti, Ivan Lombardi, Ilaria Kramer, Ivo Antognini,
Joe Pantoomkomol, Joe Diorio, Joe Guido, Luigi Tognoli,
Luca Zamponi,
Laura Fedele,
Michael Rosen,
Massimo Colombo,
Marco Detto,
Marco Ricci, Maurizio Moraschini, Massimo Scoca,
Marco Cortesi, Paolo Vianello, Paola Folli, Paolo e
Marco Brioschi, Paolino Dalla Porta, Roberta, Gambarini,
Roberto Olzer, Riccardo Fioravanti, Sandro Gibellini, Santino
Carcano,
Silvia Infascelli, Sergio Turon, Stefano Dall'ora,
Steve Lacy,
Timothy Hauff, Tino Tracanna, Tom Alvarado.
Jazz Festivals:
Switzerland
- Lugano (estival)
- Chiasso
France
- French Tour with Giorgio Conte
Italy
- Padova
- Bergamo
- Caserta
- Belluno
TV: Participation in various programs at TSI (Swiss Italian Television) and
RAI (Italian National Television Network).
Since 1994, Director of the
Nuova Scuola di Musica in Balerna (Switzerland),
where he is also teaching drums.
..::Discography::..
cover
coming
soon
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2005
Bangkok Session
Piano:
Joe Pantoomkomol
Bass:
Timothy Hauff
Drums:
Silvano Borzacchiello
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cover
coming
soon
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2005
Blue
Difference
Ivo Antognini -
Jochen
Feucht - Arno Haas
- Claudio Pontiggia - Marco Brioschi
Oskar Boldre - Marco Fratantonio -
Stefano Dall'Ora -
Danilo Moccia - Silvano Borzacchiello
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2004
Silvano
Borzacchiello Quartet
Dado
Moroni (piano)
Michael
Rosen (sax)
Stefano
Dall'Ora (bass)
Silvano Borzacchiello
(drums)
listen and buy
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2004
Live at mood
G.Granati -
S. Borzacchiello
-
Stefano Dall'Ora
-
Michael Rosen
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2003
Rosalin
Robinson Quartet
Rosalin Robinson
A.Bianchi-S.Carcano
S.Borzacchiello
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2002
Giulio
Granati Quartet
G.Granati
M. Rosen
S. Dall'Ora
S. Borzacchiello
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2001
Something
more
T. Tracanna
A. Bianchi
S. Carcano
S. Borzacchiello
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2000
Something
like a trio
A. Bianchi
S. Carcano
S. Borzacchiello
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2000
My
first pair of glasses
G. Granati
R. Fioravanti
S. Borzacchiello
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2000
Places
S. Carcano
A. Menafra
S. Borzacchiello
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1997
Mix
Tour
S. Carcano
A. Menafra
S. Borzacchiello
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1994
Still
on time
J. Guido
M. Scoca
A. Bianchi
S. Borzacchiello
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1992
L.A
S. Turon (USA)
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1990
Down
on the town
L. Zamponi
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..::Press::..
Jazzit.it
n° di gennaio/febbraio 2005
Il batterista
Silvano Borzacchiello per questo robusto disco
di modern mainstream si sceglie partners che possano
conferirgli la necessaria energia e precisione.
La scelta é riuscita e tutti rispondono alla perfezione
a cominciare dal sassofonista Michael Rosen che alterna
soprano e tenore con perizia, sapendo sviluppare la
dinamicità e l'anima melodica dei brani.
Suoi anche i due pezzi, Free To Choose e Zygosity, dove
Borzacchiello
può mostrare il suo drumming leggero e fantasioso alle
spazzole e alle bacchette.
Non da meno sono Stefano Dall'Ora e il pianista Dado
Moroni.
Quest'ultimo ha modo di distendere pregiate tele armoniche
e lanciarsi in assoli sempre ricchi di invenzione e
buon gusto come nel veloce Carpe Diem a firma del leader.
Jazz privo di asprezze e inquietudini come un piacevole
e rialssato incontro di amici. (F.M)
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Musica Jazz
01.03.05
Recensione disco
Silvano Borzacchiello
<<Quartet>>
: Waiting in The Wings / Carpe Diem / Free To Choose
/ In Your Own Sweet Way / L.A. 1992 / Red Wawes / Zygosity
/ The Peacocks.
Michael Rosen (sop.,
ten.), Dado Moroni (p), Stefano Dall'Ora (cb.)
Silvano Borzacchiello
(batt.).
Bergamo, 10 e 11-6-03
ALTRISUONI AS 153, distr.
Materiali sonori.
Il batterista svizzero
d'origini italiane guida una formazione che, per tre
quarti, costituisce l'ottimo quartetto del pianista
Giuglio Granati. L'ingresso di Moroni alla tastiera
é ovvia garanzia di qualità, e l'interplay collettivo
sboccia con naturalezza evidenziando un modern mainstream
tecnicamente brillante e ispirato.
Lo sviluppo espressivo
si snoda senza cali di tensione, in equilibrio tra dinamismo
ritmico e gusto narrativo. Si passa così da liriche
ballad, esaltate dal cantabile soprano di Rosen, dal
profondo basso di Dall'Ora e dal sofisticato armonizzare
di Moroni (The Peachocks, Free To Choose) a temi dinamicamente
spigliati, variegati nei tempi e nelle strutture (Carpe
Diem, L.A. 1992, Zygosity). Un disco di qualità, che
nasce dall'alta padronanza del linguaggio di riferimento
e dal rilassato dialogo collettivo.
A.L.
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Giorgio
Coppola
18.12.04
Silvano Borzacchiello
Quartet
***Silvano Borzacchiello
Quartet ft. Dado Moroni***
Di SIlvano Borzacchiello
abbiamo già avuto occasione di parlare nelle pagine
di questo sito, a proposito dei dischi di Giulio Granati,
cui vi rimando. Qui invece lo vediamo impegnato in una
prova a suo nome, alla testa di un quartetto di favolosi
strumentisti. Musicisti ispirati capaci di suonare senza
mai perdere il contatto con uno swing elastico che incita
il combo a mantenersi in piena vita e a trovare la sua
ragione di vivere; tutto funziona a meraviglia, grazie
a un’empatico interplay e alle straordinarie capacità
improvvisative dei singoli. Le pagine dell’album scorrono
in bell’alternanza d’umori, mutamenti di clima, meditando
su brani magmatici, riposanti, atmosfere blues, pagine
aperte a ricche evoluzioni, interscambi serrati; gioia
ed entusiasmo sono la via delle improvvisazioni. Metà
dei brani del cd provengono dalla penna del leader;
pilastro che sostiene la volta. Egli rappresenta le
fondamenta di tutta l’architettura musicale di questo
lavoro. Silvano gioca, colora, disegna fra rullante
e piatto un percorso ritmico d’accompagnamento che ricama
e sottolinea un ruolo narrativo, intrecciando dialoghi
rivolti a valorizzare le non comuni individualità del
quartetto, attento all’equilibrio complessivo; in perfetta
sintonia la qualità del suo lavoro dalla quale ci accorgiamo
di quanto in essa risalti il drumming fantasioso. Dado
Maroni musicalità poetica d’inesauribile fantasia, con
nitida sicurezza dei propri mezzi espressivi evidenzia
maturità con fraseggio ricco di costruzioni in un percorso
di suggestivi territori fatti di frasi scolpite, intrecci
ritmici; sensibilissima gradazione di contrasti dinamici,
esemplare controllo tecnico, gusto, un pianismo nel
senso della forma che ha pochi equivalenti tra i grandi
del jazz moderno. Michael Rosen saxofonista soprano
& tenore dal pensoso fraseggio fluido, incisiva esasperazione
delle possibilità timbriche; stempera colori coltraniani
esplorando il mondo poetico mistico andando in profondità
nell’universo ritmico e armonico. La valenza narrativa
del suo sax soprano rappresenta uno dei pregi dell’opera.
Stefano Dall’Ora conferma appieno tutte le doti che
evidenzia ormai da anni. Contrabbassista basato su un
assoluto senso ritmico fonde un corpo unico col piatto
sulla predominanza del ruolo di sostegno ritmico e armonico,
una concezione tradizionale che sviluppa con personalità.
Silvano Borzacchiello:
drummer ha studiato in Italia, negli Stati Uniti (musicans
institute, Los Angeles) e in Svizzera; numerosissime
sono le sue collaborazioni con musicisti di calibro
come: Attilio Zanchi, Giulio Granati, Paolo e Marco
Broschi, Tino Tracanna, Steve Lacy ecc. Ha iniziato
ad incidere nel 1990 con Down on the town e ha poi proseguito
con L.A (1992) Still on Time (1994), Mix Tour (1997),
My first pair of glasses (2000), Something Like a tio
(2000), Something more (2001), Giulio Granati Quartet
(2002), Rosalin Robinson Quartet (2003), Live at mood
(2004), Blue Difference (2004), ed infine questo
Silvano Borzacchiello
Quartet (2004).
Borzacchiello
si è esibito in numerosi festival jazz in Italia, Europa,
USA e Asia. Presso la Nuova Scuola di Musica di Balerna
svolge l’attività di insegnante dal 1994 anno in cui
insieme a Pierisa Croci (insegnante di musica per bambini)
decide di creare una scuola di musica nella quale gli
stili jazz, blues, funk, rock, musica classica e leggera
possano essere suonati e studiati da chiunque lo desideri,
a tutti i livelli e a qualsiasi età, con un insegnamento
personalizzato che rispetti i ritmi e le esigenze di
ognuno. (Giorgio Coppola)
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Source:
Jazz Notes 15.12.04
Silvano Borzacchiello
Quartet ft. Dodo Moroni
***SELECTION LE DISQUE JAZZ NOTES***
Les mêmes sauf que le leader devient le batteur et que
le pianiste est Dodo Moroni. Compositions de Silvano
et de Rosen, plus deux reprises, on retrouve donc une
ambience un peu similaire au disque précédent (Giulio
Granati: Live At Moods), mais où l'enthousiasme semble
encore plus développé. Moroni donnant à sa prestation
une vigueur affichée, "Carpe Diem", ce qui contribue
à transcender le leader sans pour autant ne pas les
laisser naviguer dans une attitude plus poétique "Free
To Choose", mais aussi trouver la sérénité sur "In Your
Own Sweet Way" de Brubek et même accueillir la modernité
avc panache sur "L.A. 1992" où Rosen dévoile son talent.
Au total un disque épatant qui devrait plaire à un public
qui apprécie la diversité avec un batteur appliqué et
discret à la fois.
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Source:
Jazz Notes 13.12.04
Giulio Granati Quartet
***Live
at Moods***
Un live enregistré le 12 juin 2003 au Moods de Zurich
et comprenant: Granati (pianiste intéressant), Michael
Rosen (t&ss), inspiré et sachant s'envoler, Stefano
Dall'Ora (cb), au talent certain et qui sait faire chanter
sa contrebasse et, enfin, le pointilleux batteur,
Silvano Borzacchiello.
Compositions superbes pour l'ensemble de Granati sauf
deux. Plus d'une heure d'un concert sans prétention
où l'évidence complicité est constante. Cela donne au
public présent des moments où le bonheur est total "Last
Minute" ou "Just Awake". Encore des Suisses solides,
toniques qui vous font monter en pression sur des harmonies
somptueuses. Du jazz simple, authentique et bouré de
vitamines.
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Source:
Percussioni
09.12.04
Silvano Borzacchiello
***Silvano
Borzacchiello Quartet ft. Dado Moroni***
Batterista
svizzero, perfezionatosi al Musician Institute di Los
Angeles, Silvano
Borzacchiello si è conquistata una solida reputazione
nel circuito jazzistico del suo paese e del nord italia
collaborando con musicisti statunitensi di passaggio
(Steve Lacy, Joe Diorio, Garrison Fewell) o con affermati
solisti italiani quali Dado Moroni, Tino Tracanna, Attilio
Zanchi e Massimo Colombo. Nel suo primo CD da leader,
Borzacchiello
si cimenta anche come autore (sua metà delle composizioni
del CD): un ottimo viatico per far apprezzare a un pubblico
ancora più vasto il drumming pulito e puntuale di un
batterista più attento agli equilibri generali della
musica prodotta dal suo quartetto (completato da Dado
Moroni, Michael Rosen e Stefano Dall'Ora) che ansioso
di mostrare quanto sia bravo con bacchette e pedali.
(Guido Bugatti)
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La Provincia
23.12.03
Silvano Borzacchiello
Quintet
Ieri mattina è
calato il sipario sulla prestigiosa rassegna “Jazz Matinée”,
un fiore all’occhiello del “Jazz Club Mendrisio”. L’onore di
concludere il ciclo è toccato al “Silvano
Borzacchiello Quintet” che si è esibito, in una buona
performance, all’Osteria Teatro Unione di Riva San Vitale. Eterogeneo
il repertorio, spaziante da alcuni standard ormai classici a
composizioni originali dello stesso
Borzacchiello.
Il quintetto è costituito da validi musicisti. Ognuno, a livello
personale, ha contribuito alla buona riuscita del concerto.
Il batterista-leader
Silvano Borzacchiello ha rinunciato a grandi sprechi
di passaggi sui tamburi per un suono più caldo ed essenziale.
Roberto Olzer è un pianista che emerge più per le doti tecniche
e armoniche che per quelle espressive. Sonorità incantevoli
sono emerse nel giovane vibrafonista Marco Bianchi, padrone
dello strumento sia dal punto di vista tecnico che cantabile.
Il sassofonista Martin Buergi ha colpito per il suo fraseggio
suggestivo e la tecnica invidiabile. Abile contrabbassista,
soprattutto nel contesto armonico, Ivan Lombardi. La nuova stagione
si aprirà il 18 gennaio 2004, sempre all’Osteria Teatro Unione
di Riva San Vitale, con l’”Alessandro D’Episcopo Trio” che presenterà
il nuovo cd “Stella cadente” prodotto dall’etichetta “Altrisuoni”.
Alberto Cima
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Oltner Tagblatt
31.07.03
Oltner Tagblatt
31.07.03
Giulio Granati Quarten:
Live in Olten
ENERGETISCHER JAZZ ERSRTLASSIG
GESPIELT Drei eindrückliche Konzerte durften die zahlreichen
Zuhörer im Magazin erleben . Waren es bei Giulio Granati am
Freitag eher die leisen Töne und sanften Melodien , so drehte
sich bei den Bands um sie Schlagzeuger Steve Reid und Julio
Barreto am Samstag alles um Energie : Virtuose Solisten und
treibende Kicks Der im Tessin lebende Römer Giulio Granati erwies
sich einmal mehr als Meister der feinen Tönen am Piano. Inspiriert
von Bill Evans , rehte er perlende Läufe aneinander , suchte
stets noch eine Variation oder ein Voicing mehr : So baute er
in seinen oft elegisch anmutenden Soli eine unheimliche Spannung
auf . Auch seine Mitmusiker boten je eine Solonummer : Stefano
Dall'Ora einen Beatles -Song auf dem Kontrabass und Michael
Rosen wunderschön phrasierte Linien auf dem Tenor und Sopranosaxofon
. All dies wurde von der bebopigen Seite der Band kontrastiert
: der feurige Drummer
Silvano Borzacchiello
setze seine treibenden Kicks gerne auf der Bassdrum und Rosen
zeigte sich als virtuoser Solist mit durchdringendem Ton .
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Tinforma
27.06.03
Giulio Granati Quartet
: In the mood (Dal vivo al Moods-Zurigo)
IL QUARTETTO DI GIULIO
GRANATI SI È ESIBITO RECENTEMENTE AL MOODS DI ZURIGO. UN SUCCESSONE,
COME CI DESCRIVE IN QUESTO ARTICOLO MATTEO TRIACCA, ESPERTO
DI JAZZ E FIGURA PROFESSIONALMENTE MOLTO VICINA A GRANATI...
Giovedì 12 giugno,
il “Giulio Granati Quartet” si è esibito al Moods di Zurigo,
il quale è ormai diventato uno dei piú importanti jazz club
europei e che rappresenta un’ icona fondamentale del jazz Svizzero.
All’ inizio del concerto hanno fatto capolino le reminescenze
della formazione classica di Giulio Granati, il suo amore per
gli impressionisti ed il neoclassicismo dei primi del 900. Con
Trio n. 3, nello stile compositivo dei Dreams, si sentono atmosfere
già presenti nei suoi ultimi lavori in trio ed in piano solo.
In questo pezzo, il contrabbassista Stefano Dall’Ora dà prova
del suo virtuosismo (anche con l’arco) e della sua sensibilità
nell’improvvisazione . Da questo punto in poi il discorso si
fa più jazzistico e per il secondo brano (intitolato, guarda
caso, Welcome Mike), Giulio Granati invita sul palco Michael
Rosen che, con il sax tenore, inizia il pezzo da solo con un
fraseggio dall’attacco morbido e seducente che introduce un
tema sulla cui struttura le improvvisazioni sono già di una
notevole intensità nonostante il concerto sia solo all’inizio
. È poi la volta di Last Minute, un tempo “medium” dalla più
classica delle strutture :A-A B-A. In Last Minute si sente che
già che il concerto é nel vivo e ci sono anche i break con il
sempre presente ma mai invadente batterista ,
Silvano Borzacchiello.
Eseguiti elegantemente e rispettata la scaletta che programmava
i primi tre brani del nuovo CD “In the Mood”, Giulio Granati
fa scoprire il suo vastissimo universo musicale, dal bop di
The Come back in cui dopo un brillante solo del pianista, Rosen
e Borzacchiello
danno vita ad un duetto che infiamma il pubblico, ad atmosfere
un po’ tribali ed arabeggianti con Vento del deserto presente
nel CD “My First Pair of Glasses” del 2000 per il quale Rosen
cambia strumento ed imbraccia il sax soprano, creando, insieme
ai compagni che traggono l’impossibile dai propri strumenti,
delle sonorità che ti portano dritto in sella ad un dromedario
con davanti una palla di fuoco che sprofonda nell’orizzonte.
A questo punto, a sorpresa, Giulio Granati decide di fare un
totale cambiamento di atmosfera ed emerge pienamente la sua
poetica musicale con una breve ma intensissima versione in piano
solo della song Bewitched accolta da un’ovazione dei presenti.
Al che, lo “show man” Granati invita anche Dall’Ora ad una “solo
performance” ed il contrabbassista si produce in Norwegian Wood
dei Beatles traendo dal suo strumento la melodia , gli accordi
e…le percussioni . A questo punto, dopo un altro simpatico dialogo
con il pubblico, Granati chiude questo momento veramente magico
con un’altra brevissima perla : Over The Rainbow. Dopo lo spazio
dedicato ai solo, il quartetto si riunisce ancora e dopo un
brano “swingante”, forse un po’ più mainstream, intitolato Just
Awake, Giulio, Michael, Sivano e Stefano vanno ad esplorare
i confini del free (inteso come libertà totale di espressione
dei 4 musicisti dopo l’esposizione del tema) al quale si avvicinano
alcune parti di Flutin’ (siamo già al bis). È abbastanza particolare
prendere coscienza che il “Giulio Granati Quartet” non sarà
presente alle manifestazioni piú importanti a livello Ticinese
visto che, passato il Gottardo, il quartetto infiamma e costruisce
momenti eleganti ed indimenticabili. Sarebbe stato molto interessante
vedere Giulio, Michael,
Silvano e Stefano
impegnati a regalare questi stessi momenti magici al pubblico
ticinese. Infatti, nel 2003, il “Giulio Granati Quartet” si
è esibito nei piú importanti club svizzeri (meno che in Ticino)
toccando Basilea, Losanna, Ginevra, Aarau, Zurigo ed Olten e
riscontrando sempre un grande successo. Al di là poi del parere
soggettivo del pubblico, “In the Mood” ha ricevuto ottime recensioni
in Svizzera (Jazz’n More , 5 stelle) , Francia (Jazz Notes,
jazz notes selection), Italia ( Musica Jazz ), oltre che sul
web magazine All About Jazz. Le composizioni ci sono, il talento
non manca, il supporto della stampa jazz è presente ed il desiderio
di portare “In the Mood” al pubblico è fortemente richiesto
dal pubblico stesso e dai musicisti. Si spera che il gruppo
riesca a trovare spazio anche nelle manifestazioni jazz ticinesi
che fino ad ora non hanno mostrato particolare interesse per
un quartetto che rappresenta sicuramente una delle voci piú
importanti del jazz nostrano. Matteo Triacca
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Jazz'n'more
24.05.03
Giulio Granati Quartet : In the mood
Ein weiteres Highlight - und besonders erfreulich ist
der Umstand, dass es aus der Schweiz kommt. De... more
Ein weiteres Highlight - und besonders erfreulich ist
der Umstand, dass es aus der Schweiz kommt. Der in Rom
gebürtige und in Lugano lebende italienische Pianist
Giulio Granati bleibt vermutlich noch eine Zeit lang
Geheimtipp. Zu Unrecht, denn was er zusammen mit dem
amerikanischen Sopran-und Tenorsaxofonisten Michael
Rosen, dem italienischen Bassisten Stefano Dall'Ora
und dem Tessiner Drummer
Silvano Borzacchiello
eingespielt hat, ist grossartig. Wenn auch stilistisch
nicht unbedingt revolutionär, sondern eher dem Mainstream
in Richtung Bill Evans zuzuordnen, muss Granati doch
eine heutzutage in diesem Bereich des Jazz immer seltener
werdende Eigenständigkeit attestiert werden. In den
sieben Eigenkompositionen Granatis, welche teilweise
bis zu zehn Minuten dauern, findet sich genügend Raum
für ausgedehnte Soli. Ob moda, moderat oder up-tempo,
die vier agieren durchwegs souverän. Rosens voller Sound,
seine Frechheit auf dem Sopran, aber auch Dall'Oras
melodiös gestrichener Bass und Granatis ausgefuchste
Dynamik Begeistern. Silvano Gerosa
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All About Jazz
04.05.03
Giulio Granati Quartet : In the mood
Dopo un disco in trio ed uno in solo, il pianista Giulio
Granati si presenta in questo CD alla guida... more
Dopo un disco in trio ed uno in solo, il pianista Giulio
Granati si presenta in questo CD alla guida di un quartetto,
del quale entra a far parte il sassofonista Michael
Rosen. In the Mood è un esempio di jazz moderno, dinamico
e tradizionale, ma è incorniciato da due brani in trio,
che aprono e chiudono il CD, dalle caratterizzazioni
più intimiste. Il primo è permeato da un'atmosfera sospesa
ed è lungamente condotto dal contrabbasso di Dall'Ora,
che si produce in uno splendido passaggio lirico all'archetto,
dopo il quale spetta a Granati condurre un'improvvisazione
armonica, molto tesa e fuori dal tema, che viene in
conclusione ripreso proprio dal contrabbasso. Molto
incisivo il lavoro ritmico di
Borzacchiello,
perlopiù giocato in punta di bacchetta. Rosen appare
con il tenore, in solitudine, all'apertura del secondo
pezzo, "Welcome Mike". Le sue frasi nette e la sua narrazione
fluente non hanno davvero niente da invidiare a tanti
decantati "giovani leoni" del jazz contemporaneo. Più
dinamica, ma dello stesso genere, la successiva "Last
Minute", nella quale Granati spicca per un solo di curiosa
originalità timbrica. In "Searchin'" Rosen imbraccia
il soprano, conducendo il gruppo su atmosfere più rarefatte
e tese, forse più adatte al genere di improvvisazione
del pianista, che infatti si produce in un'ottima improvvisazione.
Si torna comunque ad atmosfere da ballad con "Easy Song",
che nonostante (o, forse, grazie a) la "facilità" segnalata
nel titolo, si presta ad interpretazioni molto coinvolgenti,
sia di Granati che di Rosen. L'ultimo brano in quartetto,
"Sommertime is Over", vede il sassofonista - ancora
impegnato al soprano - prodursi in una lunga improvvisazione,
molto fluida, che ricorda in certa misura Dave Liebman
e si conclude con un pregevole solo del contrabbasso
di Dall'Ora. La conclusione dell'album, in trio, è una
libera esplorazione di universi sonori soffusi e cangianti,
guidata in questo caso interamente da Granati. Complessivamente,
l'album si segnala per l'ottimo interplay, per l'eccellente
interpretazione dei solisti e per la qualità dei suoni.
Nei brani in quartetto, c'è forse un deficit di originalità,
che invece appare colmato nelle performance in trio.
Neri Pollastri
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Giulio Granati Quartet
Swiss Jazz Diagonales - A qualcuno piace jazz - Altrisuoni
- Bird's Eye - Basel
Der verkannte Prophet im eigenen Land. Auf Giulio Granati,
den gebürtigen, aber schon lange in Lugano domizilierten
Römer Pianisten, trifft dies vollumfänglich zu. Mit
seinem exzellenten Quartet spielte er in Basel vor knapp
zehn Nasen. Da trifft Peter Bürlis Kritik am konzept
des Diagonales Festivals schon zu. Zwar ist die Idee
des Kulturaustausches zwischen den drei Landesregionen
sehr gut, das Problem liegt jedoch darin, dass nur das
Festival an sich und nicht die einzelnen Bands promotet
wurden. So ist auch der schlechte Besuch von Granatis
Auftritt zu erklären. Nördlich des Gotthards kennt ihn
eben kaum jemand. Qualitativ boten er und seine Mitmusiker
sicher das musikalisch höchste Niveau aller am Festival
auftretenden Musiker. Mit perlenden Läufen spannte Granati
in seiner Eigenkomposition "Il vento del deserto" einen
wunderschönen Bogen. Lässig auf einem Barhocker sitzend
bläst der in Mailand lebende Amerikaner Michael Rosen
einige krächzende Schreie auf dem Sopransaxofon. Sehr
überzeugend die Solobeiträge des Kontrabassisten Stefano
Dall'Ora; Doppelgriffe und virtuose Streichpartien -
an ihm hätte Mingus bestimmt Freude gehab. Mit dem binären
Tune "Easier Than You Think" wurde das Konzert in funky
Manier abgeschlossen und Drummer
Silvano Borzacchiello
konnte seine Stärken nochmals beweisen. Silvano Gerosa
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Altrisuoni
22.01.03
ALTRISUONI NEWS
To be released in january, february, march 2003
ALTRISUONI NEWS To be releasen in january, february,
march 2003 In switzerland distribued by PHONAG 13.01.2003
AS131 Stefano Saccon featuring Enrico Rava: Underscore
Enrico Rava: trumpet, fluegelhorn Stefano Saccon: saxes
Léo Tardin: piano, Fender Rhodes Ivor Malherbe: bass
Norbert Pfammatter: drums AS132 Bovet-Moser-Dougoud
featuring Glenn Ferris: Time for tolerance Glenn Ferris:
tb Cédric Bovet: ts, ss, bs, didgeridoo Markus Moser:
g, voc Pierre-André Dougoud: cb, didgeridoo Lucien Bovet:
dr AS130 Magnoni-Sordet-Studer: Facing the wall Maurice
Magnoni: ts, ss, bs, bass clar Fredy Studer: dr Nicolas
Sordet: ethnic inst & computer 17.02.2003 AS134 Fredi
Lüscher-Nat Su-Cécile Olshausen: Dear C.-The music of
Carla Bley Fredi Lüscher: p Nat Su: sax Cécile Olshausen:
cello AS135 John Wolf Brennan: Glockenspiel AS129 No
Square Trio with Daniel Küffer Michael Fleiner: p André
Hahne: cb Yannick Oppliger: dr Daniel Küffer: sax 17.03.2003
AS133 Chevrolet-Bastet: Duo François Chevrolet: sax
Michel Bastet: p AS119 Giulio Granati Quartet: In the
mood Giulio Granati: p Michael Rosen: sax Stefano Dall'Ora:
cb Silvano Borzacchiello:
dr
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Ticinonline
20.01.03
Giulio Granati: La buona musica nasce dalla buona amicizia
Incontro con Giulio Granati, di cui esce in questi giorni
l'album "In the mood" e che si prepara ad una tournée
svizzera con il suo quartetto.
Tanti anni trascorsi in Ticino, in attività musicale
ormai da più di due decenni, Giulio Granati è sicuramente
una delle figure più note nel panorama jazzistico svizzero
italiano. Un artista completo e dall'attività multiforme
che lo porta a rivestire i panni dell'entertainer, del
compositore e, non da ultimo, del jazzista puro. La
sua lunga carriera l'ha portato a produrre numerosi
album in cui ha di volta in volta concretizzato le sue
idee musicali: dal rithm'n blues coi "Many Rhythms &
Blues Band" agli album dedicati alle musiche di Chick
Corea, attraverso parentesi veramente notevoli (quali
il trio con Ivano Torre e Marco Danese con cui ha realizzato
"Across my universe"), per approdare all'album di pianoforte
solo "Dreams" e all'ultimo, piacevolissimo, "In the
mood". Granati è un artista in costante movimento, impegnato
in una continua ricerca compositiva ma che è sempre
rimasto fedele ai propri principi: un amore profondo
per il lessico jazzistico e una grande voglia di musicalità
schietta e comunicativa. In questi giorni esce per Altrisuoni
la sua ultima fatica discografica, "In the mood" , in
cui è affiancato da Michael Rosen al sassofono, da Stefano
Dall'Ora al contrabbasso e da
Silvano Borzacchiello
alla batteria. L'album è stato presentato martedì sera
in un concerto tenuto All'Albergo Principe Leopoldo
di Lugano, propio alla vigilia di una piccola tournée
svizzera che vedrà il quartetto impegnato nello "Suisse
jazz Diagonales" esibirsi a Zurigo, Basilea, Losanna
e Ginevra. Abbiamo colto l'occasione per rivolgergli
alcune domande e per farci raccontare qualcosa della
sua esperienza. Qualche tempo fa mi dicevi dell'importanza
che riveste la qualità dei rapporti umani all'interno
dei tuoi gruppi. "Si , per me i rapporti umani che si
instaurano all'interno di un gruppo sono di fondamentale
importanza per la musica , l'interplay , la spontaneità
e naturalezza con cui musicalmente si dialoga e sono
certo che trasmettano qualcosa anche a chi ascolta."
La necessità di comporre e quindi di 'pensare' a tavolino
la tua musica è un tratto distintivo nella tua carriera.
Pensi che derivi dalla tua formazione classica? "Io
non compongo a tavolino , quando mi siedo al piano per
scrivere , ho già quasi tutto chiaro in mente , in questo
modo i lavori hanno maggior fluidità e spontaneità ,
non mi arrampico mai sui vetri per avere un'idea 'originale'
, nuova a tutti i costi ." Senti che la tua maturazione
come compositore vada di pari passo con la tua crescita
quale improvvisatore? "Penso che la mia maturazione
come compositore vada di pari passo con la mia crescita
'come uomo'. L'improvvisazione non è che una composizione
estemporanea ". Come vedi e come hai visto evolversi
nel corso degli anni la scena jazz ticinese? "La scena
Jazz ticinese si è certamente evoluta rispetto a quando
sono arrivato da Roma . Sono le strutture che purtroppo
mancano se si fa un paragone , per esempio ,con la Svizzera
interna ." Quanto jazz c'è nella tua professione di
entertainer, e quanto del'intrattenitore porti nella
tua esperienza jazzistica? In altre parole, cos'è il
jazz per Giulio Granati? "Nella mia professione di entertainer
, c'è jazz , perchè nella mia vita c'è jazz e durante
i miei concerti , c'è quell'abitudine , comunque , di
dare qualcosa in più della musica alla gente. (D. Gillespie
: tutto quanto fa spettacolo )." Alessando Zanoli
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Corriere Del Ticino
18.01.03
Giulio Granati Quartet
Dopo l’avventura in “solo” di Dreams, Giulio Granati
torna ad esplorare le potenzialità espressive d... more
Dopo l’avventura in “solo” di Dreams, Giulio Granati
torna ad esplorare le potenzialità espressive di un
serrato interplay con un quartetto agguerrito e affiatatissimo,
in compagnia di musicisti che mostrano di capirsi al
volo e di sapersi ispirare l’un l’altro. Ascoltando
In the mood, il disco pubblicato da Altrisuoni che sarà
presentato questa sera al pubblico ticinese, si avverte
chiaramente l’unità d’intenti che anima il quartetto,
e infatti Giulio è molto soddisfatto di questa formazione:
“Sono musicisti fantastici, si sono calati in modo del
tutto naturale nel mio universo musicale, ci capiamo
al volo e riusciamo ad arricchire le mie composizioni
ad ogni nuova esecuzione. Ho cercato a lungo dei compagni
d’avventura così bravi e vicini allo spirito della mia
musica, e finalmente li ho trovati!” Non è un caso,
quindi, se il tema del brano che apre il disco, Trio3,
viene esposto dal contrabbasso di Stefano Dall’Ora,
e il secondo si intitola Welcome Mike e presenta una
bella introduzione solitaria di Michael Rosen al sax
tenore... è il tuo modo di accogliere i nuovi arrivati,
rispetto alla formazione di My first pair of glasses
? “È il mio modo di intendere un quartetto formato da
quattro leader. Tre anni fa, proprio con “My first pair
of glasses”, credo di aver aperto un nuovo “ciclo” creativo
che coincide con una maturità espressiva più consapevole
e che prosegue con “In the mood”. È stato, anche, il
primo frutto concreto del mio sodalizio artistico con
il batterista
Silvano Borzacchiello,
il cui apporto alla poetica del mio mondo musicale si
è fatto negli anni sempre più importante. Al contrabbasso
non c’è più il bravo e affidabile Riccardo Fioravanti
e al suo posto c’è Stefano Dall’Ora, forse più vicino
alla mia sensibilità classica e abilissimo anche con
l’arco, il che mi permette di scrivere delle impegnative
parti “obbligate”. Il trio, poi, è diventato un quartetto
quasi per caso: avevo già avuto la fortuna di suonare
occasionalmente, su un repertorio “regolare” di standard,
con il giovane e talentuoso sassofonista americano Michael
Rosen, e ogni volta si era creato un eccellente feeling.
Così ho deciso di coinvolgerlo in un progetto originale
e gli ho spedito le nuove composizioni, lui si è subito
mostrato entusiasta e la prima prova è stata illuminante,
ho capito di aver trovato il solista che cercavo. La
sua introduzione a “Welcome Mike” è solo una delle sue
notevoli improvvisazioni che si ascoltano nel disco.
A me, personalmente, piace moltissimo in particolare
quando si esprime al sax soprano, strumento “difficile”
che solo pochi suonano ai suoi livelli. Il titolo del
disco, In the mood, sembra alludere ellingtonianamente
al vostro personale piacere nel suonare questa musica…
“In realtà il titolo originale doveva essere un altro,
ovvero “Different colours”, perché in questo disco ho
cercato di sublimare i miei vari amori per la musica
di grandi maestri come Keith Jarrett, John Coltrane,
Bill Evans o Jan Garbarek. Così, ogni brano riflette
una luce, un “colore” musicale diverso, e il disco credo
che rappresenti bene la varietà dei miei punti di riferimento.
Ma tutto sommato penso che In the mood sia un titolo
molto evocativo e, naturalmente, mi piaceva l’idea dell’implicito
riferimento al grande Duke Ellington. In effetti, ogni
brano del disco ha una sua precisa identità, ed è stimolante
il contrasto tra le diverse atmosfere che vanno a comporre
l’insieme. A proposito di Bill Evans, tra i temi di
In the mood spicca quello di Welcome Mike che sembra
una sorta di emanazione di uno dei suoi cavalli di battaglia,
Waltz for Debbie… “Giuro che non ci avevo pensato, a
conferma del fatto che queste reminiscenze vengono dal
cuore e non dal pensiero razionale. È vero, anche se
ritmo ed armonia sono differenti, l’incipit della melodia
è in qualche modo “rubato” a Bill Evans. Questa sera,
a partire dalle 19.00, presenterai il disco al Principe
Leopoldo di Lugano… “È stata una scelta dettata dalle
circostanze. Ci tenevo a presentare per la prima volta
il nuovo repertorio al pubblico ticinese, prima di partire
per una breve tournée svizzera nell’ambito di “Suisse
digonales jazz” che ci porterà ad Aarau, Basilea e Ginevra.
Non nascondo, poi, di essere affezionato alla sala di
quell’albergo, e non solo perché ci lavoro regolarmente
come pianista: per esempio ho inciso un Live at the
Principe Leopoldo, e in generale apprezzo l’entusiasmo
della direzione che ha sempre cercato di favorire la
diffusione della musica jazz. Sergio Albertoni
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Jazz Time
10.01.03
Giulio Granati Quartet
Bei Glenn Miller meinte "In The Mood" noch lüpfige Tanzmusik.
Giulio Granatimeint eher Ellingtons "S... more
Bei Glenn Miller meinte "In The Mood" noch lüpfige Tanzmusik.
Giulio Granatimeint eher Ellingtons "Sentimental Mood".
Seine Musik ist schattig, gedämpft, lyrisch. Er interessiert
sich für Melodien und klangfarben. Seine Stücke kommen
still daher. Seine Compagnons sind der amerikanische
Saxophonist Michael Rosen, am Bass der Italiener Stefano
Dall'Ora, am drums der Schweizer
Silvano Borzacchiello.
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Ticinonline
26.11.02
Il Trio è diventato un Quartetto
Giulio Granati con la sua nuova formazione all'Osteria
Unione di Riva San Vitale
Penultimo appuntamento con matinées del Jazz Club Mendrisio,
domenica all'Osteria Unione di Riva San Vitale: sul
palco la nuova formazione di Giulio Granati, pianista
ticinese dalla lunga militanza sulle scene jazz del
cantone. Granati, ospite usuale del Jazz Club Mendrisio,
si è presentato al pubblico con una nuovo gruppo in
cui lo affiancano Michael Rosen al sassofono, Stefano
dall'Ora al contrabbasso ed il fido
Silvano Borzacchiello
alla batteria. Il pianista ha offerto una scelta di
brani composti per il suo nuovo ensemble e che saranno
pubblicati all'inizio del 2003 da Altrisuoni nell'album
"In the Mood". Inutile dire che il cambiamento di formazione
ha portato ad una trasformazione nella musica di Granati:
la presenza del sax corposo e denso di Rosen ha aggiunto
una voce di indubbio spessore alle trame melodiche,
che erano in passato affidate alla sola voce del pianoforte.
Granati ha trovato un interlocutore solido ed affidabile:
il sound generale, liberandosi dalla forma classica
del trio piano-basso-batteria, si è fatto forse meno
intimista e lirico per diventare più sanguigno e corposo.
Il contributo di Dall'Ora in questo senso pare determinate:
solido e rotondo, il suono del suo strumento ha portato
un nuovo calore alla musica di Granati. Lo stesso
Borzacchiello,
inoltre, è apparso molto rilassato e ricettivo, ed ha
offerto un'ottima ed intelligente interpretazione: fa
piacere vedere i giovani musicisti ticinesi acquisire
sempre maggiore eloquenza e capacità nel corso del tempo.
Il programma del concerto è stato costruito attorno
ad una serie di composizioni del leader: alcune recentissime
come "Welcome Mike" (dedicate al nuovo parner) o "Last
Minute", altre appartenenti da tempo al repertorio del
pianista, come "Trio numero 3", eseguita in apertura
di concerto, o "Vento del deserto". Particolarmente
interessanti i brani più ritmati e coinvolgenti, come
"Dark Blues" ed il piacevolissimo "Is your damn thing",
dalla scansione ritmica piuttosto funky, firmato da
dall'Ora. Quale bis Granati ha riproposto "Fluting",
una composizione scritta per la sua gloriosa formazione
dei "Muzaik" e dedicato all'amico e flautista Christian
Gilardi: Rosen al sax soprano si è destreggiato altrettanto
abilmente per interpretarne la sinuosa e complessa melodia.
Il prossimo appuntamento a Riva per l'ultimo concerto
della stagione 2002, è fissato per il 22 dicembre. Ospite:
l'orchestra dixieland "Milano jazz gang". Alessandro
Zanoli
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Cadence
03.10.02
Somethinglikea
Trio with Tino Tracanna:Something more
Is a more straight-ahead affair, the encounter of Somethinglikea
Trio with soprano saxophonist Tino ... more
Is a more straight-ahead affair, the encounter of Somethinglikea
Trio with soprano saxophonist Tino Tracanna. The trio
of pianist Alessandro Bianchi, bassist Santino Carcano,
and drummer
Silvano Borzacchiello achieves an exquisite balance
of relaxation and tension in their interactions, resulting
in a music that stimulates as it simmers. Carcano's
"Missis PC", a cousin of Trane's "Mr. P.C.", kicks things
off with a seven minute excursion that introduces the
group with solos by a passionate Tracanna, soulful Bianchi
and the jaunty and tasteful Carcano, plus an inventive
Borzacchiello
underneath it all. All three members of the trio contibute
material, with an old standard ("For Heaven's Sake")
and interpretations of three jazz classics rounding
out the bill. Eddie Harris' classic "Freedom Jazz Dance"
is given an atypically angular arrangement, relaxed
and snaky, with the piano sneaking up on the melody
and giving it a real bluesy tinge. Bianchi's ballad
"Once there was time" inspires a fine solo by Tracanna,
who emphasizes the plaintive quality of the writing
without ever becoming shrill or nasal. A young drummer
could learn a lot from listening to
Borzacchiello
closely throughout this disc; his dynamism and flow
of ideas is exceptional. He never grandstands or calls
much attention to himself, but his playing is critical
to the success of this one. The CD goes out in fine
style with a pair of Monk tunes played by the trio,
a brisk rendition of "In Walked Bud" and a mellow stroll
with "Ruby, My Dear". All in all, another keeper from
the fertile Italian Jazz scene. Stuart Kremsky
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Jazz Notes
08.04.02
Giulio Granati Trio:
My first pair of glass
Le piano de Giulio, accompagné de Riccardo Fioravanti
(cb), Silvano
Borzacchiello (dr) est des plus ... more
Le piano de Giulio, accompagné de Riccardo Fioravanti
(cb), Silvano
Borzacchiello (dr) est des plus aériens dans
les différentes compositions du pianiste. Une belle
musique où le rêve s'installe et qui vous permet de
vous évader dans un monde plein de saveurs, à la fois
émouvant, reposant, poétique et enlevé "Just Awake".
Nous avons là un garçons au talent certain dont le charme
fait merveille. Les deux partenaires sont sans cesse
en éveil pour lui donner l'ampleur nécessaire et d'une
façon des plus courtoises et attentives. Une musique
où l'âme et le coeur sont au rendez-vous. Une belle
magie.
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BlackinRadio
12.03.02
BlackinRadio e Altrisuoni
Blackinradio trasmette da parecchio tempo le produzioni discografiche
dell’etichetta svizzera AltriS... more
Blackinradio trasmette da parecchio tempo le produzioni discografiche
dell’etichetta svizzera AltriSuoni che ha di recente portato
il suo catalogo a 105 album. Nonostante la vicinanza all’Italia
e la qualità delle sue produzioni, il bacino di vendite privilegiato
per AltriSuoni resta la Francia, con artisti molto apprezzati
come il sassofonista Maurice Magnoni, il suonatore di corno
Claudio Pontiggia ed il vibrafonista Frank Tortiller (membro
della Vienna Art Orchestra). Christian Gilardi (flautista e
compositore) è un po’ l’anima della label elvetica e ci ha anticipato
le prossime iniziative ed uscite. Alla fine di novembre verrà
pubblicato “Sometimelikea Trio”, un album del sassofonista Tino
Tracanna (con Alessandro Bianchi, piano; Santino Carcano, contrabbasso;
Silvano Borzacchiello,
batteria); il Cd rafforza il legame artistico tra aree jazzistiche
confinanti e vede Tracanna – che è un dotato compositore oltrechè
solista, collaboratore di Franco D’Andrea e Paolo Fresu – in
veste di leader. A gennaio AltriSuoni sarà presente al Midem
a Cannes, la più importante delle manifestazioni discografiche
continentali: in questa cornice il 24 gennaio suoneranno il
sassofonista tenore Martin Bürgi ed il vibrafonista americano
Dave Samuels, presentando al pubblico il Cd appena inciso per
l’etichetta elvetica. Sempre a Cannes verrà messo in vetrina
un album antologico intitolato “Cento” – si tratta del centesimo
disco di AltriSuoni – insieme al nuovo catalogo dell’etichetta.
Altre tre uscite sono previste tra la fine del 2001 e l’inizio
del 2002. “Deux” è una preziosa serie di duetti tra la tuba
e gli strumenti a fiato di Michel Godard e le percussioni policrome
di Pierre Favre, uno dei più apprezzati jazzisti svizzeri; oltre
a composizioni originali l’inedito duetto esegue anche un brano
di Billy Strayhorn. Entrerà presto in distribuzione un disco
del pianista e arrangiatore francese Bertrand Lajudie, un musicista
che ha giocato un ruolo importante nell’ambito del varietà e
della chanson senza trascurare le sue qualità jazzistiche; Lajude
si propone con un tentetto di cui fa parte il percussionista
Mino Cinelu. Un’assoluta novità per AltriSuoni è la riedizione
di un disco di Chet Baker, opportunamente rimasterizzato in
digitale: si tratta di un album in studio – “Silent Nights”
- inciso nel gennaio 1986 con Christopher Mason al sax alto,
Mike Pellera al piano, Jim Singleton al contrabbasso e Johnny
Vidakovich alla batteria. Finora AltriSuoni ha prodotto solo
jazz contemporaneo e l’album di Baker è l’inizio di una collaborazione
con Philippe Zunbrun, fotografo svizzero che ha lavorato a Parigi
negli anni Cinquanta, grande appassionato di musica afroamericana,
anch’egli produttore discografico. La collana è un omaggio al
suo operato e al suo magistero fotografico, apprezzabile attraverso
i booklet. “Silent Nights” è una produzione per il mercato svizzero
ma è anche acquistabile in Internet. AltriSuoni, oltre alla
produzione di album, rinnova il suo festival “A qualcuno piace
jazz” che si terrà a Balerna il 20-21, 26-27 aprile 2002. Nel
corso della manifestazione suoneranno svariati artisti presenti
nel suo catalogo, a testimonianza di una non comune vivacità
artistica. Luigi Onori
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All About
Jazz
15.01.02
Giulio Granati Trio: My First Pair Of Glasses
Fermatevi qui, restate ad ascoltare un disco che vi
farà commuovere, tanta è la poesia musicale. Giu...
more
Fermatevi qui, restate ad ascoltare un disco che vi
farà commuovere, tanta è la poesia musicale. Giulio
Granati al pianoforte, con il suo trio, vi regala una
preziosa gemma d'arte, 50 minuti di infinità, perché
la concezione del tempo si perde quando si trascorrono
momenti fantastici. Si parla tanto dell'immenso Brad
Mehldau, il pianista americano che ha riportato il trio
di pianoforte agli splendori di una volta, intitolando
i suoi lavori (non immotivatamente) The Art Of Trio:
è senza ombra di dubbio un musicista eccezionale, forse
l'unico giovane grande talento nel jazz dei pianisti
d'oggi, tuttavia qualche dubbio nascerà, una volta ascoltato
My First Pair Of Glasses. Non ci si trova, infatti,
di fronte a qualcosa di ordinario e usuale. Potrete
infatti avere dimostrazione perfetta di un concetto
musicale ricorrente, ma che raramente trova riscontro
nella realtà: l'interplay, quella magica sensazione
per cui il dialogo fra i musicisti è così reale, così
vero, che il tutto diventa un voce sola ("a three-person
voice - one voice" questa la definizione di Paul Motian,
ai tempi del Trio con Bill Evans). Viene ripreso, dunque,
un concetto su cui pianisti come Evans, appunto, avevano
basato la propria esistenza: le Village Vanguard Sessions,
con Evans - La Faro - Motian (che ogni amante del jazz
dovrebbe possedere) sono il manifesto di questo pensiero,
in cui molte forme e strutture si lasciano sottintendere
per dare maggior spazio all'interazione fra i singoli.
Non è Granati a guidare i suoi compagni, infatti, ma
tutti e tre si muovono armoniosamente verso la stessa
direzione, così il contrabbasso di Riccardo Fioravanti
e la batteria di
Silvano Borzachiello
non sono lo sfondo di "qualcosa", ma sono quel
"qualcosa" stesso. In tutti gli otto brani questo delicato
equilibrio viene sempre mantenuto: Fioravanti cerca
di evitare il più possibile di "andare in 4/4", di scandire
ogni beat con la tecnica del walking bass, favorendo
uno stile più contrappuntistico e lirico, ed anche
Borzacchiello
riesce, nei limiti imposti dallo strumento, ad assumere
toni melodici e coloristici lasciando, spesso, soltanto
trasparire il ritmo. Sono spudoratamente chiare (ma
non è affatto un male!) le citazioni al mondo evansiano:
le suggestioni per il tardo ottocento degli impressionisti
francesi Debussy e Ravel, particolarmente udibili nell'introduzione
di "Dream 9", il ruolo del contrabbasso, come in "Vento
del deserto" dove espone il tema, l'affezione ad alcuni
stilemi di Evans, ad esempio gli eleganti block chords
(quando gli accordi seguono l'andamento ritmico della
melodia) in "Just Awake", oppure i fraseggi per terze.
Oltre a tutto questo, vi è un'apprezzabile preferenza
per improvvisazioni cantabili e non ansiose, una caratteristica
purtroppo rara in molti jazzisti moderni, per i quali
improvvisare significa, a volte, dare una dimostrazione
di velocità e conoscenza di tutte le scale possibili
ed immaginabili. Questo non serve e non fa bene al jazz.
My First Pair Of Glasses rappresenta perfettamente l'ottimo
lavoro e il grande talento di Giulio Granati e dei suoi
bravissimi compagni Fioravanti e Borzachiello, a cui
auguriamo tutta la fortuna che si meritano in attesa
di un secondo paio d'occhiali... Valutazione * * * *
* Luigi Sidero
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RTSI-RETE 2
14.01.02
Giulio Granati Trio:
My first pair of glasses
Giulio
Granati, pianoforte Riccardo Fioravanti, contrabbasso
Silvano Borzacchiello,
batteria Casa... more
Giulio Granati, pianoforte Riccardo Fioravanti, contrabbasso
Silvano Borzacchiello,
batteria Casa discografica: ALTRISUONI I brani: 1. Dream
7 (Giulio Granati) 5'25 2. Dream 8 (Giulio Granati)
6'41 3. Dream 9 (Giulio Granati) 4'05 4. Vento del Deserto
(Giulio Granati) 11'47 5. Dony (Giulio Granati) 5'28
6. Just Awake (Giulio Granati) 6'07 7. Tune for Unlucky
People (Giulio Granati) 5'07 8. Solitude (Giulio Granati)
5'09 «Quasi sempre, almeno quando risponde a un'accorata,
interiore urgenza d'espressione, l'istinto creativo
riflette situazioni, esperienze, tappe fondamentali
della vita che fanno crescere, mutare, adattare ed affinare
la sensibilità dell'artista. In un lento e imprevedibile
processo di elaborazione, l'intreccio delle idee che
rendono concreti i sogni musicali si avviluppa inestricabilmente
al cammino esistenziale e così, d'incanto, prendono
corpo oggetti preziosi che hanno il potere di trasmettere
ed amplificare le sensazioni di chi ne viene a contatto.
Il disco che avete tra le mani è uno degli innumerevoli
risultati di questo meccanismo inafferrabile e il suo
titolo, in questo senso, è assai significativo. Il primo
paio di occhiali di Giulio, quindi, diviene il simbolo
di una stagione che comincia e coincide con l'improvvisa
libertà di rileggere la propria poetica, il personale
approccio alla musica. Sogni sonori sospinti dal Vento
del deserto che soffia tra le note di ogni brano, un
tema che viene da lontano nel tempo e nello spazio,
uscito da una selva di rielaborazioni che l'hanno trasformato
e reso autentico, sentito, in perfetta simbiosi con
la naturale evoluzione del suo creatore. In quel tema
che leggero emerge da una brezza di colori ritmici sta
l'essenza dell'intero lavoro, pronto ad aprire sinuose
prospettive d'ascolto a chi, come voi, sa riconoscere
la musica del cuore.» Sergio Albertoni
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Contacts and Information:
Silvano Borzacchiello
Via Sottobisio 3/a, CH-6828 Balerna (Switzerl.)
Phone 0041-91-682 98 13 / 0041-79 487 37 65
email: silvanoborz@bluewin.ch
web: http://www.silvanoborzacchiello.com
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Last Modified Date: 21/11/2006
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