Il sassofonista Roberto Ottaviano, a Tel
Aviv per un omaggio al compositore Sasha Argov
Il sassofonista Roberto Ottaviano, vola alla volta di di Tel Aviv, per
un nuovo impegno in Israele nell'ambito di un omaggio ad una delle massime figure
del mondo musicale ebraico, il compositore Sasha Argov. L'evento, organizzato
con la direzione di Nitzan Kremer, si terrà presso il
Levontin 7 e Ottaviano, accompagnato da Avi Adrian al pianoforte
e Gilad Ebro al contrabbasso, interpreterà alcuni suoi arrangiamenti di alcune
composizioni di Argov per una serata intitolata Jazzargov.
Alexander (Sasha) Abramovich nasce a Mosca il 26 ottobre
1914. La mamma è pianista e gli trasmette fin da bambino la passione per la musica,
una passione che dovrà purtroppo coltivare per diversi anni solo tra le mura domestiche
in quanto per via della posizione sociale della sua famiglia non gli è permesso
fare l’audizione presso il Conservatorio di Mosca. Nel 1934 il giovane ottiene il
certificato per l’emigrazione e raggiunge i genitori, che un paio di anni prima
avevano fatto l’aliyah e si erano insediati nella Palestina Mandataria. Nella nuova
terra, Sasha riesce a collaborare come pianista accompagnatore e compositore soprattutto
in teatro, ma certo la vita del musicista non è semplice e soprattutto non redditizia,
per cui accetta un impiego in banca e lascia che la musica riempia i momenti liberi,
senza crearsi troppe aspettative.
In realtà gli anni ’40 in Eretz Israel vedono il fiorire di un nutrito repertorio
di canzoni e i tanti musicisti arrivati dall’Europa volentieri mettono a disposizione
le loro abilità compositive per favorire l’apprendimento della nuova lingua, per
celebrare la bellezza della terra e, soprattutto nel periodo della guerra di Indipendenza
e della costituzione dello Stato, per sostenere i soldati e raccontare gli avvenimenti
che rapidi si susseguono. In effetti anche il bancario Sasha che nel frattempo ha
assunto il cognome Argov, scrive canzoni per la troupe Ayalon del Palmach, lavoro
che continuerà a fare nei decenni successivi per diversi altri gruppi musicali dell’esercito.
Inoltre collabora alla scrittura di musical, repertorio per i kibbutz, spettacoli
per bambini, slapstick. Non male per uno che temeva di non riuscire a mantenersi
con la musica. Le sue melodie rivestono i versi dei più grandi poeti israeliani,
come Natan Alterman, Leah Goldberg, Haim Guri, Rachel, Nathan Zach e i critici gli
riconoscono una straordinaria capacità di cogliere il senso del testo, la ritmica,
il significato più profondo della lingua e di saper creare una relazione perfetta
tra parola e suono. Nelle sue composizioni riconosciamo l’Europa classica, il folclore
russo, la canzone francese, ma anche accenni alla musica d’oltreoceano.
https://www.facebook.com/levontin.seven/
|