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News n. 24450 del 11/05/2018 >> tutte le news...


Juttin' Out - il disco d'esordio di Giuseppe Vitale Trio (GV3)

Un disco che rappresenta un’unione fra passato e presente, fra tradizione e innovazione, fra talento e dedizione. Si presenta così Juttin’ Out primo lavoro da studio dell’astro nascente del jazz italiano, Giuseppe Vitale, pubblicato il 30 marzo del 2018 dall’etichetta Emme Record Label. Il pianista di origini lombarde a soli 18 anni rivela un talento fuori dal comune, una capacità compositiva difficilmente riscontrabile nei musicisti della sua stessa età. Il suo pianismo è infatti caratterizzato da un suono vigoroso, uno swing nero figlio dell’hard bop tradizionale ma con un fraseggio modernissimo personale e maturo. Completano il trio Stefano Zambon (19 anni) contrabbassista solidissimo, assai versatile nel passaggio da un mood più tradizionale ad uno più moderno, ed Edoardo Battaglia (18 anni) batterista giovanissimo che fa della ricerca timbrica e dell’interplay la sua caratteristica più significativa. Tre musicisti, dunque, che pur avendo soltanto 55 anni in tre dimostrano già una grande padronanza dello strumento e del linguaggio musicale che esprimono. Presenti, invece, in qualità di ospiti i fratelli Matteo Cutello alla tromba e Giovanni Cutello al sax alto che completano una formazione con la più alta concentrazione di talento presente in Italia. Questa la prima line-up di Giuseppe Vitale che si dimostra già pianista brillante, dotato di grande talento e con davanti un grande avvenire a livello nazionale ed internazionale. Le sette track di questo album d’esordio (sei originali una firmata da Antonio Faraò) ne sono la testimonianza diretta.

Juttin’ Out, che dà il titolo all’album, è una suite che delinea le capacità compositive di Giuseppe Vitale dove il pianista alterna un intro pianistico classico a un tema che omaggia il Prog Jazz anni’ 70. 25 Mins Means è un’altra composizione articolata su più “cambi di scena”. Al tema esposto su tempo terzinato segue una parte improvvisativa moderna e dal grande impatto affidata a Sax e Tromba. Nel finale i fiati si uniscono in un discorso collettivo con gli altri strumenti appoggiandosi ad un ritmo R&B eseguito prima della ripresa del tema. Argentina, terza track dell’album, è un pezzo grazie al quale Giuseppe si è qualificato fra i finalisti del Premio Luttazzi 2017: una composizione in cui un fraseggio nervoso dal sapore black lascia spazio al rarefatto e al “colore”. Silver C.U.C.U si basa su uno “scherzo” matematico di alternanza fra battute in 2/4 e 3/4, dove trova spazio una bella improvvisazione di Stefano Zambon al contrabbasso con un finale in cui appare un Synt sempre più spinto verso il Free e la musica modale. Vi Leaf è una ballad caratterizzata da grande lirismo immaginata come una discussione tra i due fiati che sostengono la stessa “tesi” con un pianoforte che ne costituisce “l’antitesi”. Troppo di Recente è un brano di collegamento che rappresenta la freschezza dei 18 anni ed è caratterizzato da un fraseggio brillante ed un interplay coinvolgente. Black Inside, che chiude il disco è, invece, il riarrangiamento di un brano composto da Antonio Faraò e rappresenta l’omaggio ad un artista che costituisce un punto di riferimento importante per l’intera band.












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